Attivazioni Biologiche

Dolore ai denti

Si intende un dolore generico, fastidioso e difficilmente sopportabile, che inizia solitamente con dolore trafittivo e senso di peso circostante all'area dolente; dal dente dolente, il dolore tende ad irradiarsi ai tessuti gengivali confinanti e agli altri denti adiacenti, fino a irradiarsi all'osso mascellare in cui alloggia il dente colpito.
Il dolore può essere presente senza stimoli esterni od essere evocato da particolari azioni esterne.
Il mal di denti od odontalgia, può avere diverse cause, ma quella più evocata è quella infettiva, sebbene anche la rottura dei denti per traumi subiti, o la crescita dentaria possono essere causa di dolore ai denti.


Giorgio Beltrammi
Bio-Pedia Humana
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• Secondo le 5 Leggi Biologiche

Considerata la struttura dei denti ed i tessuti che li compongono, ci possono essere due tipi di dolore, quello mesodermico e quello ectodermico.
Il dolore mesodermico deriva dal coinvolgimento delle strutture dentarie come dentina e osso alveolare. I conflitti che possono causare l'alterazione di queste strutture sono quelli di svalutazione, ovvero il percepito di non riuscire a mordere, a farsi valere, ad addentare ciò che è di propria pertinenza. La dentina e l'osso alveolare, durante la fase attiva del conflitto vanno incontro a necrosi parcellare, venendosi quindi a creare dei buchi nel loro contesto. Questa necrosi è silente e non provoca alcun dolore. Solo nella fase di riparazione, con l'edema riparativo arriva il dolore per compressione della polpa e dei nervi legati alla dentina. L'azione batterica può provocare la formazione di ascessi dentari. Il dolore è pesante, forte, talora molto severo quando sia presente anche la sindrome del profugo.
Il dolore ectodermico è quello derivante dal coinvolgimento di smalto dei denti e gengive. Lo smalto viene attivato in caso di conflitto di non poter mordere, non averne il diritto, ad esempio al riguardo di cibo, ma anche del proprio territorio, la possibilità di addentare il boccone desiderato. Le gengive subiscono l'attivazione per la stessa ragione, la mancanza del diritto di mordere, addentare qualcosa di ambíto. Entrambe le strutture posseggono la sensibilità interna.
Nella fase attiva di conflitto vanno incontro ad ulcerazione molto dolorosa. Il dolore è trafittivo e intenso e questo impedisce alla persona di mangiare o di "addentare" ciò che vuole, ma per il quale non ha diritto. Solo se il conflitto viene risolto, si può avere la ricrescita del tessuto venuto a mancare e in questa fase il dolore è assente.

Purtroppo, considerato il meccanismo conflittuale, il non poter mordere (smalto) causa dolore, il che induce la condizione di non riuscire a mordere, con il più che probabile innesco del conflitto mesodermico a carico della dentina e/o dell'osso alveolare. Non solo si ha un coinvolgimento dello smalto, ma si ha un successivo coinvolgimento della dentina e tutto il dente viene distrutto.

Se non c'è il conflitto di impotenza, ma solo quello di incapacità/inadeguatezza, viene coinvolto l'osso alveolare che perde la sua capacità di tenuta e ancoraggio verso il dente in esso alloggiato. Il dente si mobilizza e rischia di cadere. In questo momento non bisogna farsi estrarre i denti, ma chiedere la loro cementazione, in modo che a fine conflitto e con l'esercizio del mordere, l'osso alveolare riprenda meglio la sua funzione di stabilizzare e consolidare il dente.

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