Attivazioni Biologiche

Organi e Tessuti del Mesoderma Antico

Questo articolo ha contenuti che appartengono alla Scuola di Formazione Professionale 5LB di Marco Pfister.

Tratto da: PasadoFuturo.com
Articolo originale
Traduzione e adattamento di Giorgio Beltrammi

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Caratteristiche e sintomi di ogni fase

Tessuto di protezione dal contatto e della integrità.


Giorgio Beltrammi
Bio-Pedia Humana
424 pagine B/N, 1450 termini circa e centinaia di immagini.

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Organi con tessuto del Mesoderma Antico

Derma o corium della pelle (pelle profonda)

Funzione: protettrice, rappresenta la seconda linea di difesa contro i traumatismi. Il suo spessore va dalle 20 alle 30 maggiore della epidermide. Gli strati profondi del derma contengono i follicoli piliferi con la muscolatura liscia adibita all'erezione del pelo, e le ghiandole sebacee. L'altra sua funzione è quella di nutrire l'epidermide, dato che questo strato è scarsa di capillari sanguigni, per cui dipende dalla irrigazione ematica del derma. Funzione termorregolatrice, l'irrigazione del derma può contrarsi per vasocostrizione se fa freddo ed espandersi per vasodilatazione se fa caldo. Inoltre il sudore inizia dalle ghiandole sudorípare contenute in esso. Funzione strutturale, dona sostegno all'epidermide grazie alle papille dermiche ed al contenuto di fibre di collagene, che garantiscono densità e forza) a questo strato. La sua alta concentrazione in fibre di collagene ed elastiche (collagene ed elastina) offre elasticità a tutta la pelle. Ha anche una funzione sensitiva, dato che in questo strato si trovano le strutture nervose incaricate di percepire: pressione, calore, freddo, solletico, dolore, morbidezza.

Putrefazione se l'epitelio pavimentoso della zona colpita si apre (TBC aperta della pelle, stesso processo della lebbra).

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Ghiandole sudoripare

Funzione: eliminare il sudore. Regolazione della temperatura (termoregolazione), l'organismo può diminuire la temperatura corporea con la evaporazione del sudore. Tra le altre funzioni c'è la liberazione dei feromoni, che sono spettanza delle ghiandole sudoripare apocrine. Sono ghiandole tubulari alloggiate nel derma, accompagnandosi sempre ad un follicolo pilifero, che ha un dotto esterno che sfocia nella pelle. Si dividono in eccrine e apocrine.

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Ghiandole sebacee

Funzione: sintetizzare il sebo, lubrificare e proteggere la superficie della pelle, generano il grasso necessario affinché la pelle si mantenga morbida e liscia. Si trovano in tutto il corpo associate ai follicoli piliferi. Solo i palmi delle mani e le piante dei piedi ne sono sprovvisti.

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Ghiandole di Meibomio o Tarsali

Funzione: sono Ghiandole sebacee di ampie dimensioni che si trovano collocate nelle palpebre superiore ed inferiore e producono una secrezione composta da differenti sostanze, tra cui abbondano proteine e lipidi differenti come fosfolipidi, trigliceridi e steroli liberi. Questa secrezione forma parte della pellicola lacrimale permettendo la sua stabilità ed evitando la sua evaporazione. Le Ghiandole meibomiane, a differenza di altre ghiandole sebacee, non sono in contatto diretto con i follicoli piliferi. Ogni ghiandola di Meibomio si compone di acini multipli secretori che contengono i meibociti, dottuli laterali, un dotto centrale e un dotto escretore terminale che si apre nel margine posteriore della palpebra. Esistono una cinquantina di ghiandole di questo tipo nella palpebra superiore e circa la metà in quella inferiore. L'ostruzione del dotto di uscita di alcune di queste ghiandole, può portare alla formazione di piccole cisti palpebrali che vengono chiamate calazi.

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Ghiandole mammarie

Funzione: producono latte per alimentare la prole o figli durante i primi mesi o settimane di vita. Sebbene siano presente in entrambe i sessi, normalmente sono funzionali solo nella femmina.
Le Ghiandole mammarie nascono a partire da ghiandole sudoripare modificate durante l'evoluzione per alimentare la prole dei mammiferi.

Con la presenza di due processi biologici attivi, o in Crisi epilettoide, delle ghiandole mammarie di entrambe le mammelle, si produce una Costellazione del Cervelletto che provoca un comportamento di: "voler aiutare e proteggere tutti", conosciuta anche come "Sindrome di Madre Teresa" o della "supermamma".

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Pericardio

Funzione: protezione del cuore. È un sacco leggero che contorna il cuore, formato da due membrane: una esterna e fibrosa e l'altra interna e sierosa. Sostiene il cuore al suo posto e nel suo corretto funzionamento. Tra i due foglietti c'è un liquido che lubrifica costantemente le superfici e permette che il cuore si muova facilmente durante la contrazione.

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Pleura

Funzione: è una membrana sottile che ricopre l'esterno dei polmoni e riveste l'interno della cavità toracica. Tra le membrane della pleura esiste un piccolo spazio che normalmente è riempito da una piccola quantità di liquido. Questo liquido aiuta le due membrane della pleura a scivolare morbidamente una sull'altra, quando i polmoni inalano ed esalano.

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Peritoneo

Funzione: protezione degli organi e permette che essi scivolino liberamente nella cavità. Il peritoneo è una membrana molto sottile e solida, formata da due membrane che possono scorrere l'una sull'altra: quella denominata parietale ricopre tutta la parete interna della cavità addominale, mentre quella chiamata viscerale ricopre la superficie esterna di tutti gli organi situati nella cavità addominale: fegato, pancreas, milza, stomaco, intestino tenue, colon.

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Grande omento

Funzione: l'omento, è uno strato membranoso doppio di tessuto grasso, che ricopre e supporta gli intestini e gli organi dell'addome inferiore. Si compone di grande omento, che è un grande magazzino per i grassi, e piccolo omento, che connette lo stomaco all'intestino ed al fegato. I puntini bianchi presenti nel grande omento, contengono leucociti che aiutano l'immunità mediante l'eliminazione degli scarti cellulari.

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Meningi

Tratto da: Monografias.com - Traduzione e adattamento di Giorgio Beltrammi

Sono membrane connettivo/vascolari che contornano il Sistema Nervoso Centrale, tanto nella parte encefalica come in quella midollare.
Forniscono protezione e nutrimento al Sistema Nervoso Centrale. La maggior parte degli autori considerano che ci siano 3 membrane e tra queste esistono anche 3 spazi ed in uno di essi circola il Liquido Cefalorachidiano, che agisce come ammortizzatore idraulico.
Quindi encefalo e midollo spinale sono contornati da tre membrane: la duramadre, la aracnoide e la piamadre. Dalla superficie alla profondità si trovano duramadre, aracnoide e piamadre e allo stesso modo dei vasi sanguigni encefalici e spinali, costituiscono elementi morfologici imprescindibili per l'integrità morfo-funzionale del sistema nervoso, per la loro partecipazione nella protezione, fissaggio e nutrimento delle distinte porzioni del sistema nervoso centrale.

Meningi encefaliche e del midollo spinale
Barriera ematoencefalica

Gli esperimenti di Paul Ehrlich nel 1882 dimostrarono che gli animali ai quali si iniettava per via endovascolare dei coloranti, come il blu tripano, mostravano colorazioni di tutti i tessuti del corpo ad eccezione del cervello del midollo spinale. Più tardi si dimostrò che, sebbene la maggior parte del cervello non si tingeva dopo l'iniezione, si coloravano comunque le seguenti aree: ghiandola pineale, lobo posteriore dell'ipofisi, tuber cinereum, parete del recesso ottico, l'estremo inferiore del quarto ventricolo. Queste osservazioni condussero al concetto che esista una barriera ematoencefalica ("barriera ematomidollare" sarebbe la denominazione più precisa).

La permeabilità della barriera ematoencefalica, è inversamente proporzionale alla grandezza delle molecole e direttamente proporzionale alla loro liposolubilità. I gas e l'acqua attraversano facilmente la barriera, mentre il glucosio e gli elettroliti passano più lentamente.
La barriera è quasi impermeabile alle proteine plasmatiche e altre molecole organiche di grosse dimensioni. I composti con pesi molecolari attorno ai 60.000 e superiori si mantengono all'interno del sistema circolatorio sanguigno.

Componenti o strutture della barriera ematoencefalica.
L'esame al microscopio elettronico del sistema nervoso centrale mostra che il lume di un capillare sanguigno è separato dagli spazi extracellulari che contornano i neuroni e la neuroglia dalle seguenti strutture:

  1. Le cellule endoteliali della parete del capillare
  2. Una membrana basale continua che contorna il capillare esternamente alle cellule endoteliali
  3. i prolungamenti peduncolati degli astrociti che aderiscono alla superficie esterna della parete del capillare

Importanza funzionale della barriera ematoencefalica (BHE)
La barriera ematoencefalica (BHE) è una struttura istologica e funzionale che protegge il Sistema Nervoso Centrale, è costituita da cellule endoteliali specializzate che ricoprono il sistema vasculo-cerebrale e ha una importanza capitale nel mantenimento della omeostasi dei neuroni e delle cellule gliali e nel blocco dell'accesso di sostanze tossiche endogene o esogene.
Le cellule endoteliali cerebrali sono differenti a quelle degli altri organi in due aspetti fondamentali: Presentano unioni intercellulari strette che evitano il passaggio transcapillare di molecole polari come ioni e proteine, e sono fornite di fenestrazioni e vescicole pinocitiche.
Come risultato di queste caratteristiche anatomiche, le cellule endoteliali cerebrali conformano una barriera cellulare tra il sangue e lo spazio interstiziale, la cosiddetta BHE, che permette di mantenere stabile la composizione del liquido interstiziale, indispensabile per un adeguato funzionamento neuronale.

La BHE più che uno strato passivo di cellule, è un complesso metabolico attivo con molteplici pompe, trasportatori, recettori per neurotrasmettitori e citochine.
Esistono alcune aree del cervello dove non esiste la barriera ematoencefalica. In queste regioni le caratteristiche morfologiche dell'endotelio sono simili ad altri letti microvascolari sistemici, con fenestrazioni, vescicole e perdita della continuità nelle unioni intercellulari strette. I principali esempi nei quali si trovano queste aree includono: ipofisi, l'eminenza media, l'area postrema, il recesso preottico, la pineale e il plesso coroideo.
I vasi capillari nel tessuto neuronale sono costituiti da uno strato semplice di cellule endoteliali, associate ad una membrana basale, periciti e uno strato quasi continuo di astrociti. Le cellule endoteliali dei capillari cerebrali hanno un'alta resistenza elettrica e presentano una alta relazione mitocondrio/citoplasma, secondaria alla attività metabolica elevata.

Le unioni intercellulari sono estremamente dense e complesse. La loro ultrastruttura rivela una rete di filamenti interlacciati con alcuni spazi tra essi e le cellule endoteliali che giacciono sopra una membrana basale composta da collagene tipo IV, laminina, fibronectina e il proteoglicano eparano solfato che, insieme al collageno tipo IV, fornisce uno strato di supporto strutturale attorno al vaso. Addossati alla membrana basale si trovano i periciti, che sono cellule fagocitiche contrattili e svolgono un compito importante alla presenza di antigeni agendo come una seconda linea di difesa.
Gli astrociti hanno un ruolo fondamentale nel mantenere le condizioni di equilibrio nello spazio interstiziale.

Le infiammazioni delle meningi (chiamate nella medicina ufficiale: meningiti o encefaliti) sono normalmente del tessuto connettivo delle meningi in Fase di Riparazione e si risolvono applicando qualche simpaticotonico.
Non esistono le "meningiti batteriche". Le punture che vengono fatte in Medicina cercando infezioni batteriche, non hanno una giustificazione scientifica. Con la prima puntura, eseguita per raccogliere liquido spinale in funzione di scoprire la presenza di batteri, questi non vengono trovati. Ma con la seconda puntura sono invece presenti, introdotti con la prima puntura. Sebbene l'ago sia sterile, la pelle non può essere sterilizzata e i batteri possono entrare accidentalmente. Per riparare ai danni umani, che hanno causato l'entrata dei batteri, si possono impiegare gli antibiotici per qualche giorno, ma l'ideale sarebbe evitare la puntura meningea anche per procedimenti di anestesia.

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Fascie muscolari

Funzione: Struttura membranosa molto resistente che si estende su tutto il corpo umano come una rete tridimensionale avvolgendo i muscoli e separandoli dai muscoli vicini, fornendogli supporto, isolamento, forma, protezione, evitando che si rompano e favorendo la loro motilità. Si suddivide in: fascia superficiale, fascia profonda e fascia di inserzione.
Questo sistema di fasce ha una straordinaria capacità di scorrevolezza e dislocamento, rendendo possibili ogni tipo di movimento come: il battito del cuore, l'espansione dei polmoni durante la respirazione, il sollevamento di un braccio, compresi i più impercettibili come quelli cranio-sacrali.

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