Attivazioni Biologiche

L'importanza dei sintomi

Perla saggia:
Prima di farvi fare un esame decidete che cosa farete se:
a) è positivo,
b) è negativo
Se la risposta è la stessa, non fate l'esame.

Arthur Bloch

Parole chiave: prevenzione, sintomatologia, prognosi, diagnosi

Proprio oggi mi è arrivata la letterina del Servizio Sanitario Nazionale sul "Programma di Screening per la prevenzione e diagnosi precoce dei tumori del colon-retto". Il Caso (ammesso che esista) ha voluto che giungesse il giorno dopo l'aver scritto questo articolo.
Io non ho disturbi e sono in salute.
Dalle nostre parti si dice: «Te la stanno gufando!»
Ma leggete di seguito su quanto ho da dire.

Uno dei messaggi più pericolosi, che l'attuale Medicina Ufficiale (MU) ha diffuso in tutto il mondo, è quello secondo il quale la malattia debba essere scovata il prima possibile (preferibilmente prima che si manifesti) per evitare che faccia troppi danni (ammettendo implicitamente che in questo caso la stessa MU può fare poco). Il problema vero è che la maggior parte della gente crede a questo messaggio!


Giorgio Beltrammi
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Il mio intento, con questo articolo, non è quello di rimuovere questo convincimento e schierarmi contro la MU, ma tentare di far ragionare il lettore al riguardo delle ragioni per le quali la prevenzione è, sostanzialmente, un fallimento.
Tanto per cominciare voglio subito dire che il termine "prevenzione" è l'effetto del prevenire e che "prevenire" significa: provvedere in anticipo, cercando di evitare qualcosa..
La prevenzione può essere:
primaria, ovvero il prevenire l'insorgenza della malattia;
secondaria, che significa scoprire presto la presenza di una malattia.
La MU applica la prevenzione secondaria! La chiama "Medicina Preventiva", ma in realtà non previene alcunché, effettuando di fatto la diagnosi precoce.

Fatta questa premessa, voglio soffermarmi su qualcosa di più sostanziale.
Quando la persona accusa o mostra dei sintomi, ovvero si sente male (febbre, dolori, astenia, manifestazioni fisiche di disturbo, ecc.) ha naturalmente la sensazione di essere malata, si percepisce tale ed è spinta a chiedere aiuto perché ha una condizione soggettiva di bisogno.
Non è necessario che il medico gli dica che è malata, lo sa da se'. La malattia si è mostrata e la persona ne ha preso atto.
«Sto male!» C'è coerenza tra percezione di se' ed eventuali dati rilevati dal medico (temperatura, pressione, valutazione semeiologica).

Ben diversa è la situazione in cui la persona non ha alcun sintomo, sta bene, lavora, vive e si diverte, ma in ottemperanza alle "credenze" mediche di cui sopra, si sottopone alla applicazione della sedicente "medicina preventiva".
Dagli esami di laboratorio (i cui valori di riferimento sono estrapolati da statistiche e dalla convinzione che ci possa essere un individuo standard), possono risultare uno o più dati alterati, il che porta il medico a concludere che la persona è malata.
Quindi, sebbene la povera vittima di chi dice di volerla salvare, non si senta malata, è indotta a credere di esserlo. È spinta a credere che il proprio sistema/corpo abbia fatto cilecca, che abbia commesso degli errori. Anzi, visto che se ne sta' zitto, può giungere a credere che il proprio corpo l'abbia tradita (il solito sistema immunitario deficiente!).
Non c'è coerenza tra percezione di se' ed i dati rilevati dal medico.
Siccome quest'ultimo ha sentenziato che c'è qualcosa che non va, la persona in salute percepita, si convince che il proprio corpo sia sbagliato e che bisogna "aggiustarlo" prima che faccia qualcosa di ancor più serio.
In questa convinzione può sviluppare emozioni di vario genere; dalla paura della malattia, al panico della morte, dalla svalutazione di se, alla minaccia per la propria famiglia e via discorrendo.
Queste emozioni, la cui intensità vissuta varia da soggetto a soggetto, possono essere fattori di avviamento di importanti, persino fatali, programmi SBS.

Ad esempio, una persona in buona salute, senza alcun sintomo, si sottopone alla ricerca del sangue occulto nelle feci, oggi tanto di moda.
Se l'esame risulta positivo, si avvia una cascata di procedure ed indagini alla ricerca dell'origine di quel sanguinamento "occulto" (misteri del corpo!), procedure che non fanno altro che indurre la persona a credersi malata fino a prova contraria.
Supponiamo che dalla colonscopia viene fuori la presenza di un polipo sessile del colon discendente e che all'esame istologico risulta essere un adenocarcinoma.
Vuoi la paura della persona; vuoi la sua sensibilità; vuoi la sua attuale condizione socio-affettivo-economica; vuoi la freddezza di chi pronuncia la sentenza, alla persona viene detto senza mezzi termini che ha un cancro del colon e che l'intervento chirurgico è l'unico modo per poter fare qualcosa e che bisogna fare anche in fretta «prima che il male si diffonda!».
Queste cose avvengono in ogni ospedale d'Italia e del mondo e credo che una cosa del genere possa dare una spallata fortissima alla persona e farla cadere nel baratro della malattia come condizione stabile e grave.


Giorgio Beltrammi
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Ho scritto tutto quanto sopra per dire cosa?
Per dire che se il corpo parla, non lo fa solo per rompere i coglioni al suo possessore (sempre che l'individuo sia effettivamente il possessore del suo corpo, ma questa è un'altra cosa), ma per farlo agire e comportarsi in base alla sua attuale situazione. I sintomi non comunicano solo a chi li prova, ma anche a chi sta intorno a chi è malato. I sintomi sono testimoni di una modificazione energetica non solo dell'individuo che li accusa, ma anche di chi ha a che fare con lui. La fisica quantistica dice chiaramente che nessuno è libero di non interagire con l'intero universo ed a seconda dei segnali che ogni corpo emette, ci sarà un adattamento della restante parte dell'universo (in questo caso i parenti e gli amici).
Quando una persona si sente bene, non ha motivi di percepirsi ammalata. Ma se a questa persona gli si sbatte in faccia la "prova scientifica" che è ammalata, la sua percezione di se' cambia, anche in modo drastico/drammatico, finendo per essere e dichiararsi malata "perché l'ha detto il dottore!". Naturalmente questa situazione non cambia solo il futuro della persona con l'etichetta di "malata", ma anche all'universo che gli gravita attorno.

Siete sicuri di agire nel vostro interesse, dopo aver letto quello che ho scritto, seguendo la sedicente "medicina preventiva?
Ricordatevi che "chi cerca...trova!".

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