Attivazioni Biologiche

Risonanza vitale

19 maggio 2020
Perla saggia:
Quello che non è utile allo sciame
non serve nemmeno all'ape

Marco Aurelio

Quello che vi propongo in questo articolo è la trascrizione - a mano, frase per frase - di un intervento del pluripremiato fisico teorico italiano Emilio del Giudice. Questo intervento lo potete visionare su Youtube. La mia trascrizione parte dal minuto 10 e 28 secondi ed è stata adattata per rimuovere cose che non c'entrano con il succo del discorso.
Senza timore di smentite, io credo che questo discorso racchiuda in se' tutto quello che NON abbiamo capito in due secoli di storia. La semplicità della argomentazione, la profondità dei concetti esposti e la chiarezza espositiva di quel grande scienziato, mi hanno emozionato.
Vi regalo questa trascrizione con la speranza e la raccomandazione di leggerla fino in fondo.
Grazie.


Giorgio Beltrammi
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Parla Emilio Del Giudice

La cosa fondamentale che la fisica quantistica studia non è l'essere, ma il divenire cioè non sono gli oggetti intesi in modo ontologico, cioè qualcosa che esiste di per sé, ma sono gli oggetti che divengono grazie alla loro oscillazione. Però qua si apre una nuova grande possibilità, come capì uno dei padri, Nernst, già nel 1916. La possibilità che le oscillazioni dei vari oggetti separati, che in principio se gli oggetti sono separati non si connettono tra di loro, si possano connettere tra di loro, si possano sintonizzare.
Nel 1916 venne posta questa domanda: "Possono, le oscillazioni spontanee di differenti oggetti che esistono nell'universo, sintonizzarsi tra di loro e quindi dar luogo a una oscillazione comune di tutti questi oggetti, che diventa quindi l'identità dell'insieme di oggetti, cioè un oggetto complesso acquista la sua identità perché i componenti che formano quell'oggetto hanno sintonizzato tra di loro i loro movimenti?"
La fisica moderna ha risposto positivamente a questa domanda. Veniamo a un punto fondamentale: quando questa sintonizzazione avviene diciamo che il sistema è entrato in uno stato coerente. Stato coerente significa che è possibile definire un ritmo del sistema. Quello che le persone normali chiamano ritmo, i fisici chiamano fase. Questo significa che un oggetto complesso perché esista, deve avere una fase ben definita.
Tuttavia voi sapete che nella fisica quantistica tutte le variabili non sono simultaneamente definibili.
In un particolare sistema complesso, io devo definire due quantità: il numero di oscillatori che compone questo sistema e la fase, cioè il suo ritmo. In accordo con la fisica quantistica queste due quantità non sono simultaneamente definibili; cioè se io posso definire gli oscillatori, non posso sapere nulla della fase, quindi l'oggetto non può avere una fase, se io posso definire gli oscillatori. Invece se io voglio definire un ritmo, devo lasciare indefinito il numero di oscillatori.

Se io voglio mandare a zero l'incertezza della fase, cioè voglio una fase molto precisa, l'incertezza sul numero degli oscillatori deve diventare infinita. Ciò vuol dire che un oggetto con un numero finito di oscillatori, non può avere una bella fase, cioè quel suono ha un ritmo un po' confuso, un ritmo disturbato. Quel ritmo sarà tanto meno disturbato quanto più è indefinito il numero di oscillatori. Io ho un numero definito di atomi, sarà grande ma è ben definito. Ciò vuol dire che io non posso cantare da solo. Se tento di dare a me stesso il mio ritmo, se voglio bastare a me stesso e non avere bisogno di nessuno, non potrò mai avere un ritmo puro. Per avere un ritmo puro devo entrare in risonanza con un gran numero di altri oscillatori fuori di me, in numero indefinito, cioè non li posso nemmeno riconoscere[...] cioè io devo essere aperto, cioè devo risuonare con il primo che capita. Devo rinunciare alla possibilità di scegliere i miei partner. [...]

[...]

Prendiamo un certo numero abbastanza ampio di piante, non una sola. Perché le piante? Perché le piante sono più elementari degli animali, il problema è, come sempre, andare alle radici. Se uno di noi si ammala - dato che siamo molto complessi - le ragioni per cui ci ammaliamo sono molto complesse e spesso non facilmente comprensibili, per cui io devo cercare di mettere a posto le radici, e dove stanno le radici? Sono quelle cose che io ho in comune con le piante, che sono essenziali. Per cui quello che è vero per le piante, diventa comunicabile a tutti gli organismi della scala superiore. Allora io capto, in qualche modo, il ritmo di oscillazione di queste piante, questo ritmo traduce le caratteristiche biologiche più fondamentali, cioè quelle che stanno proprio alla base della vita.
Queste oscillazioni vengono catturate in acqua. Perché? Perché l'acqua è la sostanza di più facili costumi che esista. Risuona praticamente con chiunque. [...]
Tutte le molecole, ad eccezione dell'acqua, hanno uno spettro di oscillazione che non cambia. L'unico che cambia in modo significativo è quello dell'acqua. Che cosa accade?
Accade che le varie molecole del corpo fanno ciò che debbono fare, ne fanno di tutti i colori. In questo senso l'acqua assiste, però le conseguenze di tutto ciò, delle oscillazioni delle molecole, si traducono in oscillazioni dell'acqua, la quale in conseguenza di questo mutato stato oscillatorio, cambia la sua dinamica e mentre per un certo insieme di frequenze di oscillazione, attira certe molecole, cambiando il suo ritmo di oscillazione ne attira delle altre. [...] Queste molecole si incontrano tra di loro in conseguenza del ritmo di oscillazione dell'acqua [...]. Quindi, in questo senso, la variazione nel tempo della frequenza di oscillazione dell'acqua determina quali molecole si incontrano, quindi l'acqua funge da direttore d'orchestra degli incontri molecolari.
Quando avviene la malattia? Quando l'acqua non oscilla più su un ritmo ben definito per cui le molecole sono nell'incertezza ed avviene il caos biochimico. Per riparare il quale non è necessario mandare altre molecole, che sarebbero coinvolte dallo stesso caos, bisogna riparare il sistema di segnali dell'acqua, ovvero dare all'acqua i segnali giusti.

[...]

L'organismo vivente funziona bene se ha una fase ben definita, il suo istinto di sopravvivenza lo spinge ad avere una fase ben definita. Però per avere questa fase ben definita, il numero degli oscillatori deve essere indefinito. Quell'organismo deve essere aperto all'amore, se non ama non ha una fase ben definita. Ecco la base naturale che è stata osservata.
Ma il problema è questo: l'insieme di oscillatori esistenti accetterà di risuonare con me?
Qui casca l'asino e si verifica la grande contraddizione. Perché?


Giorgio Beltrammi
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Perché la società si è costruita con sue leggi che non sono la conseguenza delle leggi della biologia, sono le leggi dell'economia, che in principio sono leggi diverse.
Ci insegnano che il principio della saggezza per l'economia è la competizione. L'esatto contrario della competizione è la risonanza. Come faccio a risuonare con uno se debbo stare attento a che non me lo infili in quel posto? Come faccio a risuonare con quello se debbo competere con lui? E devo essere più bravo di lui, perché il posto o ce l'ho io o ce l'ha lui, ma non tutti due insieme?
Capite che la legge della biologia richiede la cooperazione, la legge dell'economia richiede la competizione. Quindi in questo senso l'economia è intrinsecamente un fatto patologico. È intrinsecamente un fatto che genera patologia, che genera malattia, perché impedisce di essere una persona di facili costumi, anzi devo essere di costumi austeri, non debbo risuonare con chicchessia, perché? Perché quel chicchessia potrebbe portarmi via il posto, potrebbe vendere la sua merce e io non vendere la mia e così via.

[...]

Finora, nella storia umana, si è stati nella preistoria, perché? Perché come tale, la specie umana, non ha mai avuto la possibilità di formarsi, perché per formarsi i suoi componenti debbono risuonare tra di loro. Lo possono fare? No.
Capite che un regime, in cui si stabilisce la coerenza tra tutti gli esseri umani, è il regime economico che corrisponde alle esigenze della biologia. E su questo, credo, ci sia poco da discutere, professori o non professori.
Quindi in questo senso, finché esiste un regime fondato sulla competizione tra gli esseri umani, il problema della salute e della felicità, non potrà mai essere risolto. Gli psicologi potranno dare fondo a tutte le loro esperienze, potranno fare sedute ad oltranza, gruppi, eccetera, però i loro risultati saranno transitori. Il loro povero paziente esce e viene informato che lui, nella sua azienda è di troppo e quindi viene licenziato.
A questo punto tutto il lavoro psicologico fatto è perduto.

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