
I Disturbi del Sonno
Non capisco perché l’insonnia venga di notte.
A me farebbe comodo di giorno.
Anonimo
Secondo Religione medica
Al riguardo del fenomeno "sonno" la scienza è ancora nel campo delle teorie. Funzioni e finalità del sonno sono ancora in parte sconosciute. Anche il coinvolgimento delle strutture cerebrali e le loro interazioni sono di fatto non del tutto conosciute.
Rimane il fatto che il sonno è fondamentale per la sopravvivenza e la mancanza di esso causa sonnolenza, scadimento della qualità della vita, scarsa attenzione, concentrazione e memoria, oltre che effetti metabolici, ormonali ed immunologici.
Le teorie formulate fino ad ora non sono totalmente esaustive per comprendere cosa avvenga nel sonno e a cosa serva il sonno stesso.
Le teorie proposte sono le seguenti:
- teoria ricostituente: che sostiene proprio la riscostruzione dei tessuti durante il sonno, la quale interessa tutti i tessuti durante gli stadi non REM del sonno, ed in particolare, il tessuto cerebrale durante la fase REM;
- teoria del recupero energetico: per la quale il sonno serve a risparmiare energie. Formulata in base ad osservazioni su animali di diverso genere, non trova applicazione nell'uomo, nel quale il risparmio energetico è molto irrisorio;
- teoria adattiva: che considera il sonno come un fenomeno comportamentale orientato all'adattamento rispetto a diverse condizioni ambientali;
- teoria istintiva: che considera il sonno come un momento per risparmiare energie adattandosi alla varietà delle condizioni ambientali;
- teoria del consolidamento della memoria e del rinforzo: che non ha trovato chiara dimostrazione ed è stata ipotizzata dopo aver osservato che in soggetti privi del sonno REM, le capacità mnemoniche e di apprendimento erano molto scarse;
- teoria dell'integrità del network sinaptico e neuronale: per la quale il sonno serve a mantenere i rapporti interneuronali. Il sonno REM mantiene i circuiti motori ed il sonno NonREM le attività non motorie;
- teoria della funzione termoregolatoria: che valuta la capacità della persona, di mantenere in equilibrio le proprie caratteristiche al variare delle condizioni esterne. Si è notato che l'attività termoregolatoria è presente durante il sonno NREM ed è sospesa durante il sonno REM
Sistemi che controllano veglia e sonno
- nuclei aminergici del tronco encefalico, in particolare dai neuroni noradrenergici, dai neuroni serotoninergici e probabilmente i neuroni dopaminergici. Sono neuroni diffusamente in contatto con la corteccia, il talamo, l'ipotalamo e l'ippocampo. Quando il soggetto è vigile, l'azione di questi neuroni è massima, ma si riduce molto durante il sonno non-REM e quasi completamente durante il sonno REM. Questi neuroni possono anche andare incontro a fenomeni di autoinibizione che favoriscono il sonno.
- neuroni colinergici del prosencefalo basale. Questi contattano la corteccia, attivandola, l'ippocampo e l'amigdala e, oltre che durante la veglia, sono attivi durante la fase REM, poco attivi in quella non-REM.
- neuroni istaminergici ipotalamici che proiettano molto a quasi tutto il sistema nervoso centrale promuovendo il mantenimento della veglia e sono massimamente attivi in questa fase. L'inibizione di questi neuroni con antistaminici induce sonnolenza.
- neuroni orexinergici, posti nell'ipotalamo postero-laterale, che mantengono la veglia e gestiscono la regolazione dell'assunzione di cibo.
- neuroni GABAergici e neuroni rilascianti galanina che proiettano alle strutture coinvolte nel mantenimento della veglia e le inibiscono, favorendo il sonno, fase nella quale presentano la massima frequenza di scarica.
- citochine che possono promuovere il sonno in condizioni fisiologiche o patologiche.
L'Insonnia
Disturbo del sonno in cui c'è incapacità di dormire nonostante i segnali organici indichino la necessità di esso. Ciò si ripercuote sulle attività diurne con stanchezza, irritabilità, difficoltà di apprendimento, disturbi della memoria e marcato disinteresse per le delle attività quotidiane. L'impatto psichico è molto rilevante.
Classicamente si distinguono:- insonnia iniziale ovvero difficoltà a cominciare il sonno;
- insonnia intermittente caratterizzata da frequenti risvegli durante le ore notturne;
- insonnia terminale caratterizzata dal risveglio precoce, con l'incapacità di riprendere il sonno.
L'Ipersonnia
L'ipersonnia è un'eccessiva sonnolenza diurna (ESD). Si distinguono quadri come:- Narcolessia, caratterizzata da diversi sintomi peculiari: eccessiva sonnolenza diurna, necessità impellente di fare diversi pisolini durante il giorno (la loro durata è breve e danno ristoro).
- Ipersonnia idiopatica, caratterizzata da un sonno notturno di buona qualità che può avere una durata normale (meno di 10 ore per notte) o eccessivamente lunga (più di 10 ore per notte) e, a dispetto di ciò, da una eccessiva sonnolenza diurna, che si concretizza in sonnellini diurni di durata eccessivamente lunga (più di una o due ore) e non ristoratori.
- Ipersonnia-Bulimia Sindrome di Kleine-Levin. Condizione rara caratterizzata da attacchi ciclici di iperfagia seguiti da giorni in cui non si riesce a dormire, nel resto del tempo il sonno e le condizioni risultano normali, più frequente nei giovani.

Secondo 5LB e NMG®
Secondo le 5LB l'insonnia e l'ipersonnia sono manifestazioni sensate di programmi SBS di vario genere e causa.
L'insonnia come evento normale e sensato per condizioni speciali
L'insonnia fa parte della fase di conflitto attivo di programmi SBS a carico di qualsiasi tessuto. L'insonnia è sensata in quanto la persona è orientata alla soluzione del proprio conflitto biologico. L'iperattività del sistema simpatico mantiene attivi i meccanismi di veglia, rallentando o abbreviando i meccanismi di induzione e mantenimento del sonno. Il mantenimento di un elevato tasso di adrenalina e noradrenalina (gli ormoni dell'attacco/fuga), potenzia l'azione dei neuroni aminergici di cui sopra. Per il soggetto in conflitto attivo l'insonnia è funzionale alla soluzione del conflitto stesso. Solitamente la persona si addormenta con un pensiero e si sveglia con quello.
A livello di sentito animale, la veglia è adeguata al fine di poter scorgere meglio e prima la preda o il predatore.
Si tratta di un sonno leggero, breve, che inizia tardi e finisce verso le 3 del mattino, quando la persona si sveglia e poi fatica a riprendere sonno.
Dormire poco
Se il conflitto rimane in fase attiva o le condizioni di vita sono tali per cui si sposta l'intero sistema circadiano, la vagotonia che mantiene la rilassatezza e il sonno, cede il passo ad una simpaticotonia di adattamento, che inizia prima del normale e finisce oltre il normale orario. Questo determina un allungamento delle ore di veglia ed un risveglio precoce, sebbene il sonno possa essere ristoratore.
La persona tende ad andare a letto verso le 23.30-24.00 e si sveglia alle 5.00-5.30.
Incubi, Pavor e Crisi di panico
Gli incubi degli adulti ed il pavor notturno dei bambini, sono la rappresentazione della crisi epilettoide di conflitti a varia tonalità. Di solito la persona rivive simbolicamente il tema del suo conflitto e nel momento di rilassamento dato dal sonno, avviene la crisi simpaticotonica che riporta la persona al tema del suo conflitto. Questi incubi possono essere reiterati anche nella stessa nottata.
Le Crisi di panico sono sovrapponibili agli incubi, ma l'intensità è maggiore e possono determinare la cronicizzazione del disturbo o divenire motivo di ulteriore shock biologico, innescando un circolo vizioso importante e serio.
L'ipersonnia
Può rappresentare una forte fase vagotonica di un qualsiasi conflitto, per cui la persona tende a dormire con molta facilità.
Rappresenta la fase PCL B nella curva bifasica e i sintomi accessori sono molto scarsi. La persona dorme molto ed è serena, rilassata e quando è sveglia ha energia.
Altro caso che può determinare facilità al sonno è la fase attiva del conflitto mesodermico della corteccia surrenale, per cui la persona si sente spiazzata o messa fuori gioco. È molto stanca, dorme di frequente, ma non è un riposo ristoratore e soprattutto la persona è agitata o nervosa. Il senso è di salvare la persona che si è caricata di troppi impegni e sta perdendo la bussola. La Natura la ferma, abbassando il cortisolo e costringendola al riposo.