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Agorafobia

  • Descrizione: Timore degli spazi aperti, degli agglomerati e dei contatti pubblici. Di base c'è una paura a non avere il controllo della situazione, a non avere una via di fuga in caso di emergenza. Produce panico e ansia.
  • Foglietto embrionale: Ectoderma.
  • Senso biologico: È la risposta a un messaggio registrato durante la gestazione: "Uscire è pericoloso, devo rimanere nella mia zona di sicurezza". Messaggio che si conferma nei primi anni di vita per cui occorre "non abbassare la guardia" per sopravvivere.
  • Conflitto: Conflitto nel ventre della madre. "Sto' bene nella pancia di mia madre, ma percepisco un gran pericolo fuori". Ambiente famigliare conflittuale.
    Esiste un eccesso di responsabilità negli agorafobici. Durante l'apprendimento della vita si sono responsabilizzati in troppe cose o verso troppe persone (normalmente la madre). "Non mi metto in situazioni che non posso controllare", "Se succede qualcosa, nessuno può aiutarmi".
    Conflitti relazionati con il freddo. Una morte nel freddo o a causa di esso.

Giorgio Beltrammi
Bio-Pedia Humana
424 pagine B/N, 1450 termini circa e centinaia di immagini.

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Da considerare il fenomeno legato alle tentate soluzioni. L'agorafobico deve costantemente trovare un rimedio che gli consenta di superare la paura. Scusanti, persone di accompagnamento, finte invalidità, assunzione di farmaci ed altro.
A lungo andare queste tentate soluzioni diventano il problema ed una ulteriore fonte di conflittualità, dato che alla paura dello spazio aperto o della situazione difficile da gestire, si associa il timore di non trovare chi o cosa possa aiutare a vincere il problema estemporaneo. L'agorafobico diventa preda di due paure frontali il che può determinare l'insorgere della Costellazione frontale


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