Attivazioni Biologiche

Donna - Femmina - Madre

Perla saggia:
Non si nasce donne: si diventa.

Simone De Beauvoir

Parole chiave: donna, femmina, madre, femminilità, gravidanza, maternità, ginecologia, sessualità
L'universo femminile è popolato da almeno tre varianti dello stesso individuo biologico:
  1. la femmina, che incarna l'aspetto biologico puro, la sessualità, la seduzione, l'animalità
  2. la donna, che incarna l'aspetto sociale
  3. la madre, che incarna l'aspetto supremo che tutto racchiude. Il crogiolo dove la vita si materializza

Tre versioni della stessa persona che possono convivere simultaneamente, pur caratterizzandosi da modificazioni psico-fisiche talora drastiche.
Questo breve studio rappresenta un tentativo di racchiudere numerose nozioni che entrano a far parte dell'immenso e variopinto panorama dell'universo femminile.

1. La Bimba

Parliamo di sviluppo embrionale in funzione di comprendere come si formi una femminuccia.

Verso il IX - X giorno di gestazione si ha il completamento dell'impianto dell'embrione, l'embrione entra completamente nella mucosa uterina che si ricostruisce alle sue spalle; in questi giorni si sviluppano numerosi cambiamenti nella struttura dell'embrione.
Verso il XII giorno inizia il contatto embrione - madre: in questa seconda settimana si assiste anche alla formazione dei primi contatti e scambi attivi fra embrione e madre: per fenomeni di erosione vengono a formarsi delle cavità che portano in contatto il circolo sanguigno della madre con quello dell'embrione. Il contatto effettivo avviene alla fine della seconda settimana, verso il quattordicesimo - quindicesimo giorno (questi giorni dovrebbero essere sufficienti per portare la madre alla consapevolezza della gravidanza ed evitare quelli che possono essere i danni a carico embrionale per assunzione di sostanze nocive o per il subire shock biologici).


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Lo sviluppo dei genitali comincia immediatamente nell'embrione, ma la differenziazione tra maschi e femmine prende il via solo dopo la 7° settimana dalla fecondazione. Prima di allora i genitali sono identici.
A partire dalla settima settimana di gestazione, i genitali esterni maschili e femminili sono indistinguibili e sono formati da una sorta di bottoncino detto tubercolo genitale, da una cresta urogenitale e da una coppia di rigonfiamenti posti su ciascun lato della cresta e chiamati labioscrotali.
Sotto lo stimolo dell'estrogeno i rigonfiamenti laterali si fondono solo alle estremità formando le grandi e le piccole labbra, mentre il tubercolo si rimpicciolisce a formare il clitoride (5°-6° mese). I genitali esterni si completano intorno alla dodicesima settimana e continuano a crescere per tutto il resto della gravidanza.
Proprio come i testicoli dei maschietti, le ovaie nella bambina si formano nella cavità addominale.

Spesso nelle femmine il primo segno di esordio puberale è lo scatto di crescita della statura (in circa tre anni di sviluppo acquistano mediamente 18-20 cm e smettono di crescere verso i 15 anni), seguito dall'ingrandimento progressivo delle mammelle (spesso non simmetrico) e dalla comparsa dei peli pubici e ascellari; contemporaneamente il bacino si allarga, il tessuto adiposo si distribuisce prevalentemente su glutei, fianchi e cosce, le ghiandole sudoripare si attivano, il clitoride e le piccole labbra si ingrandiscono. Le mestruazioni (generalmente il menarca avviene tra gli undici ed i 14 anni) invece rappresentano di solito un evento tardivo della pubertà femminile e contrassegnano la maturazione del collegamento nervoso e ormonale tra cervello da una parte e utero e ovaie dall'altra; tuttavia i primi cicli mestruali spesso sono irregolari e privi di ovulazione, pertanto per una completa capacità riproduttiva sono necessari di solito ancora alcuni mesi.

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2. La figura materna e paterna

Quando è ancora nell'utero, la femmina vive in uno stato di beatitudine che si trasforma, nel momento della nascita in un rapporto di amore e di simbiosi con la madre. Si tratta, dal secondo mese in poi, di una simbiosi normale, nella quale la bimba si comporta e agisce come se lei e la madre fossero un unico sistema.
All'inizio una buona simbiosi con la madre, sorretta da un amore attento, è indispensabile affinché la bimba possa acquisire quella sicurezza di base che è fondamentale perché possa poi sviluppare una personalità armonica (I due gradini più bassi della piramide di Maslow, ovvero il soddisfacimento dei bisogni principali e biologici).
Fin dai primi mesi di vita però, la presenza del padre come terzo individuo, al di fuori della coppia madre-figlia è importante per favorire la buona riuscita della simbiosi e il suo superamento. Il padre presente, infatti, dovrebbe saper sostenere la sua compagna e cogliere istintivamente il momento in cui 'riaffacciarsi' nella coppia per favorire l'allentamento della simbiosi. Anche per la madre infatti è importante la presenza del terzo che la aiuti ad uscire dalla coppia simbiotica con la figlia e ad affrontare senza timore gli aspetti depressivi che tale separazione talvolta comporta (perdita del territorio o dell'identità). Per la figlia poi, la presenza del padre è indispensabile, verso la fine del primo anno, affinché possa distinguersi dalla madre ed iniziare a percepirsi come individuo a sé.
All'età di un anno e mezzo, con la conquista della deambulazione e l'inizio del linguaggio, la bimba diviene un'entità individuale separata. È allora che si pongono le premesse per il suo sviluppo psichico. Nell'osservazione dei suoi comportamenti si riscontra, dopo i sedici e i diciassette mesi, la disponibilità a passare periodi sempre più lunghi di tempo lontano dalla madre. Per questa ragione la figura paterna è particolarmente importante. Spostando lo sguardo sul padre la figlia si sente attratta dalla sua energia così diversa da quella materna ed inizia a stabilire con lui una nuova relazione, consolidando la sua relativa autonomia dalla madre.
Per la figlia è questa la prima forma di 'amore' per il maschile. Si ritiene che all'età di circa tre anni e mezzo, l'amore per identificazione nei confronti del padre, cominci a dissolversi. Finora i figli hanno vissuto soprattutto nei confronti della madre, ma anche nei confronti del padre, un amore relativamente indisturbato. Le tonalità dell'amore assumono connotazioni di tipo competitivo, della bimba nei confronti della madre. Le energie sessuali si potenziano e si sviluppa un sentimento di rivalità che ritornerà, potenziato, nella pre-adolescenza. Dai cinque ai dieci anni la bambina vive un periodo relativamente calmo. La sua attenzione inizia a rivolgersi al di fuori della famiglia, alla società. Dal punto di vista della psicoanalisi è soprattutto il padre che ha il compito di guidarla in questa direzione, aiutandola a sviluppare due funzioni psichiche complementari: di proibizione ("quello che dovrei essere") e di aspirazione ("quello che vorrei essere"). La prima aiuta a formarsi una coscienza morale, ad interiorizzare i confini tra ciò che è giusto e ciò che non lo è, ad assumere come propri quei ‘no' che provengono dal padre.
Generalmente il primo codice morale si forma sull'esempio dei genitori, ma soprattutto del padre.
La seconda funzione, quella di aspirazione, spinge invece a superare quelle limitazioni intellettuali ed emotive che legano i figli alla famiglia.
Verso i dieci-undici anni inizia la pre-adolescenza. I ragazzi/e sentono un forte bisogno di condividere le proprie esperienze con i propri coetanei ed in particolare con gli appartenenti allo stesso genere. Alcune ragazze tornano ad amare intensamente il padre ed è quando cadono le difese nei confronti della tenerezza e del mondo emotivo, facendosi strada una forte attrazione per un'altra persona esterna alla famiglia, che cercano lo sguardo del padre, che le renda sicure della loro femminilità nascente, del loro carattere unico e fortemente personale. A questa età, con la sua presenza, fatta di gesti, parole e sguardi, il padre trasmette ai figli quella fiducia in se stessi che è indispensabile per affrontare la vita.
Se invece il padre è assente o distratto, alla fine dell'adolescenza il fuoco della passione per l'altro, ma più in generale per la vita, si spegne e la figlia diventa triste e disorientata oppure depressa e dipendente.


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3. Ormoni e ciclo nella donna

La mestruazione rappresenta la ciclica, all'incirca mensile, eliminazione per via vaginale dell'endotelio uterino desquamato che si ripete per tutta la vita riproduttiva di una donna; il flusso ematico viene definito mestruazione o flusso mestruale.
Il ciclo mestruale ha una durata di circa 28 giorni e corrisponde alla complessa serie di eventi che ha luogo tra l'inizio di una mestruazione e l'inizio di quella successiva. Tra gli ormoni che partecipano al complesso sistema a feedback che regola il ciclo mestruale vi sono gli estrogeni e il progesterone (ormoni ovarici), le gonadotropine ipofisarie FSH e LH, e il fattore di rilascio delle gonadotropine (GnRH) prodotto dall'ipotalamo.
All'inizio del ciclo i livelli ormonali sono bassi; dopo pochi giorni, un oocita e il suo follicolo cominciano a maturare grazie all'influenza degli ormoni FSH e LH.
Ingrossandosi, il follicolo secerne quantità crescenti di estrogeni, che stimolano la ricostruzione dell'endometrio in preparazione all'impianto di un ovulo fecondato (senza dimenticare l'importante opera di rendere la donna recettiva, sessualmente disponibile e sensibile all'approccio sessuale). Il rapido aumento dei livelli di estrogeni verso la metà del ciclo determina un rapido aumento anche nella produzione di LH e FSH da parte dell'ipofisi, che stimola il follicolo a liberare l'oocita, il quale inizia così il suo viaggio verso l'utero.
Sotto il continuo stimolo dell'LH, le cellule del follicolo svuotato diventano più grandi e ne riempiono la cavità, producendo il corpo luteo. A mano a mano che le cellule del corpo luteo si accrescono, cominciano a sintetizzare quantità crescenti di progesterone, oltre che di estrogeni. Quando cresce il livello ormonale, gli estrogeni, insieme al progesterone, inibiscono la produzione di GnRH e, quindi, delle gonadotropine LH e FSH da parte dell'ipofisi.
Se non c'è fecondazione, il corpo luteo viene riassorbito e diminuisce la produzione degli ormoni ovarici.
In conseguenza a questo calo ormonale, lo strato mucoso dell'endometrio si stacca e viene eliminato con la mestruazione. Poi, in risposta al basso livello di progesterone ed estrogeni, la produzione degli ormoni gonadotropi ipofisari ricomincia ad aumentare, evento che è seguito, all'inizio di un nuovo ciclo mestruale, dalla rigenerazione dell'endometrio, dallo sviluppo di un nuovo follicolo e da un aumento di estrogeni.
Il ciclo mestruale dura circa 28 giorni, ma sono comuni delle variazioni individuali. In realtà, si dovrebbe parlare di tre cicli fra loro integrati, o meglio, tra loro in comunicazione: un ciclo mestruale (che riguarda l'utero), un ciclo ovarico (che riguarda le ovaie), un ciclo ormonale (che riguarda ipotalamo, ipofisi e ovaie).
La prima mestruazione è chiamata menarca e segna l'inizio della pubertà nella femmina umana; viene preceduta da un aumento di ormoni sessuali femminili che determina lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari, come l'ingrossamento dei fianchi e del seno.

4. Il cervello femminile e la lateralità

Introduciamo il concetto di Emisfero Dominante, in relazione alle caratteristiche sessuali e ormonali del singolo individuo.
Nell'individuo destrimane (vedi Lateralità) maschio, l'emisfero cerebrale dominante è il destro. Per l'individuo femmina destrimane, l'emisfero dominante è il sinistro, come illustrato in figura.
Per l'individuo mancino maschio, l'emisfero dominante è il sinistro. Per l'individuo femmina mancina, l'emisfero dominante è il destro, come illustrato in figura.

Nella zona temporale della corteccia cerebrale esiste un particolare lobo, racchiuso all'interno di una invaginazione, chiamato Lobo dell'Insula, dove sono custoditi relè di attivazione del comportamento tipico maschile (a destra) e femminile (a sinistra), nonché di gestione degli ormoni sessuali maschili (a destra) e femminili (a sinistra).
Qualsiasi alterazione che coinvolga queste aree, è in grado di determinare alterazioni ormonali e comportamentali nell'individuo.

5.1 Il concetto di territorio femminile

Il concetto biologico di territorio allude alla biologica tendenza dell'individuo a cercare, delimitare e proteggere uno specifico luogo nel quale vivere e riprodursi. Se per il maschio il territorio è il luogo nel quale procacciarsi il cibo, per la femmina è il luogo nel quale poter allevare i propri cuccioli.
Tipicamente il territorio maschile è ampio, dal perimetro più o meno vasto, dai confini costantemente da sorvegliare. In esso alloggiano le femmine con le quali accoppiarsi per la riproduzione ed in esso è sistemato un nido protetto nel quale i cuccioli crescono protetti da intemperie e predatori.
Tipicamente il territorio femminile è la tana o nido, un territorio dalle dimensioni ben più contenute e caratterizzata da una struttura che ripara lei e i cuccioli in fase di crescita. Tipicamente il maschio protegge la femmina e questa protegge i cuccioli. Nell'ambito del territorio maschile è inserito il territorio femminile.
Se il maschio guarda all'esterno del proprio territorio per scorgere eventuali minacce, la femmina guarda all'interno del proprio nido per adempiere alla funzione di madre e nutrice.
Il maschio offre protezione, la femmina offre la prosecuzione.

Trattandosi di un comportamento e di una necessità biologica, tutto ciò che può minare questa necessità, può avviare un conflitto, detto appunto "Conflitto di Territorio", che può avere diverse sfumature differenziate in base al sesso dell'individuo. Per il maschio il conflitto territoriale può essere di: Per la femmina il conflitto territoriale può essere di:

5. Fisiologia Speciale per l'Apparato genitale femminile

L'apparato genitale femminile coinvolge tutti i foglietti embrionali.
L'utero è suddiviso in due parti, il fondo e corpo uterino con le due tube di Fallopio e la cervice uterina. Di particolare rilievo il muscolo uterino di derivazione endodermica (FH nella regione mesencefalica), così come la sottomucosa uterina (FH al centro del tronco cerebrale nell'area del ponte), ad eccezione appunto della mucosa della cervice uterina che è di derivazione ectodermica (FH corticale nella regione perinsulare sinistra).
Le tube, sia nella parte muscolare liscia, che nella parte della sottomucosa, sono di derivazione endodermica (FH nella regione ventrale e mediale del tronco cerebrale).

L'ovaio ha una parte di derivazione endodermica (tessuto germinale o follicolare - FH nella regione craniale del mesencefalo in prossimità del midollo cerebrale) ed una parte di derivazione mesodermica (tessuto interstiziale - FH nella parte basale occipitale della sostanza bianca cerebrale). La mucosa vaginale e vulvare è di derivazione ectodermica (FH corticale in regione temporale). Le ghiandole del Bartolino sono di derivazione endodermica (FH nella parte laterale e dorsale del tronco cerebrale, nella parte del ponte).

La parte germinale dell'ovaio viene modificata in relazione ad un conflitto di grave perdita biologica ed emozionale (figli o qualcuno di biologicamente molto importante) in cui il fine biologico è di riprodurlo nuovamente (partenogenesi). Il tessuto germinale inizia a crescere fino a soluzione del conflitto e lo fa in modo silente. Solo a conflitto risolto il tessuto eccedente viene sottoposto all'azione dei batteri od all'incistamento con l'eventuale comparsa di sintomi (specie se la neoformazione raggiunge cospicue dimensioni).
La parte interstiziale, coinvolta nella produzione degli ormoni sessuali, viene interessata dai Programmi SBS in cui ci sia il conflitto di svalutazione (non essere state in grado di evitare una perdita affettiva o un abbandono). In fase di conflitto attivo il tessuto va incontro ad un fenomeno necrotico in funzione di essere poi sostituito da un tessuto più efficace. Questa necrosi è del tutto asintomatica.
Con la soluzione del conflitto, avviene la produzione di una cisti ovarica in sede della necrosi interstiziale ed a seconda dell'intensità del conflitto, avrà dimensioni diversificate. Durante la fase di ricostruzione, la cisti avrà bisogno di forte irrorazione che acquisirà anche dai tessuti vicini, che potranno aderire saldamente alla formazione cistica. Con il passare del tempo la cisti ovarica viene riempita di tessuto funzionale, con caratteristiche istologiche diverse dal tessuto originale e con capacità funzionali migliorate. A quel punto la cisti non avrà più necessità dell'apporto dei tessuti vicini. La produzione di più ormoni rende la donna più appetibile e sessualmente più recettiva, in vista di creare e mantenere legami più saldi e procedere alla riproduzione con uomo dalle caratteristiche migliori.

La mucosa endodermica delle tube di Fallopio ha una funzione secretoria e la muscolatura liscia che permette il movimento dell'ovulo al suo interno, ha una funzione peristaltica. Il coinvolgimento della sottomucosa endodermica è per conflitti di boccone sessuale. Nella fase attiva di conflitto c'è una crescita asintomatica delle cellule ghiandolari che secernono quindi più muco per favorire il transito degli spermatozoi per favorire la fecondazione. Nella fase di riparazione questo eccesso cellulare viene smantellato ad opera dei microbi, con la formazione di pus che può scolare all'esterno attraverso l'utero. Le recidive possono provocare cicatrizzazione e la formazione di aderenze che sono in grado di impedire la fecondazione. Queste alterate condizioni possono essere la causa di gravidanze extrauterine.

Il fondo e il corpo uterino sono rivestiti internamente di mucosa endodermica (endometrio) che viene attivata da conflitti legati al boccone sessuale, conflitti semi-genitali. Nella fase attiva del conflitto, in funzione di aumentare la qualità assorbente (per favorire l'annidamento dell'embrione) o secernente (per facilitare la pulizia dell'utero) dell'endometrio, le cellule vanno incontro ad una proliferazione cospicua ed alla formazione di un adenocarcinoma. A soluzione del conflitto ed in fase riparativa si ha lo smantellamento dell'eccedenza cellulare attraverso il flusso mestruale, oppure ad opera dei batteri con la produzione di pus che viene poi emesso all'esterno.

Il collo dell'utero e la portio sono rivestiti di mucosa ectodermica, che si adagia su una sottomucosa endodermica. Questa mucosa ectodermica viene modificata in base a conflitti di separazione e frustrazione sessuale.
Nella fase attiva del conflitto interviene una erosione della mucosa, in funzione di aumentare il diametro del canale cervicale e favorire il passaggio dello sperma in caso di rapporto sessuale. L'erosione è del tutto asintomatica. Se il conflitto ha una elevata intensità, si può avere immediata amenorrea e la perdita dell'orgasmo vaginale.
Nella fase di riparazione, a conflitto risolto, avviene il ripristino tissutale con leggera eccedenza locale di tessuto e questa fase può essere sintomatica con la comparsa di leggero sanguinamento, ripresa delle mestruazioni e ripristino della capacità orgasmica vaginale.
Questo fenomeno può avvenire nella donna destrimane, nella donna destrimane in costellazione schizofrenica che assume la pillola o che è in menopausa e nella donna mancina in costellazione, che assume la pillola o che è in menopausa.

La mucosa vaginale e l'epidermide vulvare sono di derivazione ectodermica e risentono di conflitti di separazione, in cui sia impossibile compiere l'atto sessuale per non averne diritto (per lo più per questioni educativo-religiose). Nella fase attiva del conflitto si determina ulcerazione asintomatica dell'epitelio pavimentoso vaginale o vulvare. Questo in funzione di allargare il lume vaginale e favorire la penetrazione.
Solo nella fase di riparazione intervengono i sintomi che, per la loro intensità, sono essi stessi ulteriore causa di conflittualità. Compare dolore, bruciore locale e quando coinvolta la tonaca muscolare, si ha spasmo e vaginismo con impossibilità alla penetrazione. Questa chiusura è ulteriore motivo conflittuale, per cui il rapporto è impossibile. Vi può essere leggero sanguinamento.

Le ghiandole del Bartolino sono di derivazione endodermica e rispondono a conflitti legati al boccone sessuale. Nella fase attiva del conflitto le ghiandole vedono una moltiplicazione cellulare al fine di produrre più muco e favorire una lubrificazione adeguata a migliorare la penetrazione. Nella fase di riparazione, con l'aiuto dei batteri, il tessuto ghiandolare in eccesso viene smantellato con la produzione di pus e molto gonfiore, il che causa molto dolore.

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