Inconscio Biologico
22 ottobre 2019
Errare è umano;
dar la colpa ad un altro lo è ancora di più.
Arthur Bloch
Enric Corbera dice che lo spiega sempre nelle sue sedute terapeutiche basate sulla Biodecodificazione. Almeno - dice lui - la persona sa già come andrà a lavorare su di lei e con quale filosofia. La più importante caratteristica dell'Inconscio Biologico è la prima.
- L'altro non esiste. Nella mia realtà biologica l'altro non esiste, tutto è Io. Questo apre a tutte le conflittualità di identificazione. Ci identifichiamo con il risentito vissuto dall'altro: possiamo identificarci con qualcuno che non sente lo stesso risentito. Esempi:
- Bimbo morto e padre con un tumore del polmone
- Paziente con cancro del polmone e l'amica che si ammala dello stesso tipo di tumore
- Donna con cancro del fegato e figlia che muore di fame (in senso figurato)
- Ragazzo che non viene promosso per una materia e viene rimandato a settembre. Il padre ha una forte cervicalgia.
- È senza tempo. Tutto è al momento. Anche se una esperienza è stata vissuta da molto tempo, è come se fosse vissuta in questo istante. Esiste solo il presente. Coscientemente potrebbe accadere di non riuscire a collegare un sintomo alla sua causa, ma l'inconscio lo fa.
- Reale è uguale a virtuale. L'essere umano ha una grande capacità: l'immaginazione. Il nostro inconscio non può separare ciò che avviene da ciò che immaginiamo ci stia avvenendo. Tutto ciò che giunge dai sensi o dai pensieri o dall'immaginazione, si traduce in modo biologico e produrrà un sintomo. Provate ad immaginare intensamente un limone. Solo la biologia conosce le situazioni biologiche di riferimento archetipico.
Esempi:- Ascoltare qualcosa di veramente sgradevole ed avere acidità di stomaco un istante dopo
- Piangere per un filma, sapendo che si tratta di una illusione
- Viaggiare sui racconti di un amico
- Immaginare che il proprio figlio corra un pericolo e avere un attacco d'ansia
- Spaventarsi per un film dell'orrore, come se accadesse in realtà
- È innocuo. Tutto è relativo, il concetto di bene e male sarà in funzione di noi stessi e dei nostri programmi. Decidi tu di cambiare le tue credenze e viverne altre. Ciò che per una cultura è buono, non lo è per un'altra.
Per la biologia tutto è vero. Tutto sono io stesso, in questo istante, sia per ammalarmi o per guarirmi.
Conflitto di Identificazione
Dal punto di vista della Biodecodificazione vuol dire che si ha la capacità di empatizzare con l'altra persona e far proprio un suo problema.
Tornando all'esempio della donna con un cancro del fegato, quando le viene detto che è un conflitto di morire di fame, ella sorride dicendo di essere benestante. Si tratta del suo io cosciente che risponde.
Quando le viene chiesto se abbia un proprio caro che se la sta passando molto male, scoppia a piangere dicendo che la figlia ha sposato un "morto di fame".
L'altro non esiste, la figlia può stare molto bene con il suo "morto di fame", ma la madre vive la carenza e l'emozione collegata. E l'inconscio passa all'azione a seguito dell'emozione, di ciò che suppone, non di ciò che è. Per questo l'altro non esiste.
Possiamo vedere l'altro come uno specchio. Lo psicologo Carl G. Jung ci dice: se vogliamo sapere se ciò che stiamo ricevendo dall'altro è una nostra proiezione o qualcosa che ci invia l'universo, è molto facile. Ad esempio: un amico mi dice qualcosa e un'altra persona mi dice che ciò che mi ha detto l'amico è una bugia. Ho due modi di reagire: uno è dirmi che a partire da ora vigilerò su ciò che dice il mio amico. L'altro è quello per cui mi disgusto, mi arrabbio, mi sento ingannato e che mi sentirà quando lo rivedo ancora...
Il primo modo è informarmi, il secondo è proiettarmi. Ciò che l'universo mi sta dicendo, attraverso la bugia del mio amico, è che "io mento a me stesso". Non che io dico bugie, ma che io le dico a me stesso.
Come mi dico bugie? Quando me le dico? Perché me le dico?
Mento quando dico si e vorrei dire no, quando vado ma non voglio andare, quando faccio una cosa ma non la voglio fare, mi sto mentendo.
Quindi l'altro non esiste in quanto altro, ciò che fa è farmi da specchio per quella parte di me che non posso riconoscere.