Kung Fu Panda
15 febbraio 2021
Per guidare gli altri
cammina alle loro spalle
Lao Tzu
Ho usato, in diverse occasioni divulgative in presenza, frammenti di filmati per portare lo spettatore a farsi una idea multimediale dei concetti che esponevo ed ho usato spesso un film che ritengo fondamentale per la crescita e lo sviluppo di ogni persona: Kung Fu Panda, il primo.
Non mi ero mai approfondito nell'analisi del messaggio proposto dagli autori della storia, ma rivedendolo per l'ennesima volta ho compreso quale forza ha quel film di animazione e cosa ha veramente da insegnarci.
Per farlo mi sono calato dentro me stesso e nelle sensazioni che ho provato nelle numerose scene. Per indicare, a chi ha voglia di scoprire il messaggio contenuto in molte scene, le descriverò una ad una (tra parentesi il minuto ed i secondi in cui potete vedere la scena).
I numeri tra parentesi quadre portano al commento riguardante lo specifico contenuto.
Buona visione :-)
Il sogno nascosto di Po (3:30)
Pur di non deludere il "padre", Po racconta di aver sognato gli spaghetti, ma sappiamo bene che aveva sognato di essere un guerriero Kung Fu [1].Quando il padre gli chiede che cosa avesse sognato, gli dice:
«Ho fatto un sogno pazzo»ammettendo implicitamente che era un sogno fuori dalle righe, ma pur sempre autentico. Poi ci pensa, osserva quello che ha in mano e fornisce la risposta accettabile dal padre, ma non da lui:
«Spaghetti». [2]Persino il padre è incredulo, ma lui lo convince di aver sognato gli spaghetti per non ferirlo.
Il padre, illuso dal figlio, esulta a questa rivelazione, inducendo in Po un ulteriore motivo per nascondere il suo vero sogno.
Po sta negando la verità di se' stesso a se' stesso [3].
- Quanti di noi sognano la propria grandezza, la propria felicità, ma poi si svegliano con ben altra realtà che non hanno forza, voglia o coraggio di cambiare?
- E quanti di noi, raccontando bugie, nascondono i propri sogni?
- E quanti ancora, per compiacere chi credono essere più importanti di loro stessi, generano aspettative altrui che diventano di fatto una catena?
Il messaggio? Evitate di mentire sui vostri sogni. Sebbene non sia il tempo giusto per metterli in pratica, siate sinceri con voi stessi. Voi avrete un punto di riferimento gioioso e gli altri non hanno da aspettarsi altro da voi che l'impegno ad essere felici.
La chiamata di Oogway (6:00)
Il maestro Shifu viene convocato dal Maestro Oogway che gli deve annunciare una visione (il ritorno di Tai Lung). Shifu arriva trafelato, saluta il Maestro e dice:«...qualcosa non va?»applicando già un giudizio al motivo della chiamata senza averlo ancora udito.
Il Maestro, che era in meditazione ed in equilibrio perfetto, scendendo dal suo bastone dice:
«Perché deve esserci qualcosa che non va per vedere un vecchio amico?»rimettendo Shifu al suo posto, ovvero portandolo fuori dal giudizio. [4]
Shifu, bramoso di conforto perché agitato, dice:
«Allora tutto a posto?»applicando nuovamente un giudizio basato sui suoi reali bisogni di rigida e immutabile tranquillità.
E il Maestro:
«Non ho detto questo!»rimettendo Shifu al suo posto, ovvero fuori dal giudizio e nell'incertezza.
Quando Oogway gli annuncia il tema della visione, Shifu rimarca l'impossibilità alla sua realizzazione, ma il Maestro gli dice una frase che noi umani non siamo abituati ad accogliere:
«Nulla è impossibile!» [5]Ma la frase di Oogway più rimarchevole è:
«Spesso ci si imbatte nel proprio destino sulla strada presa per evitarlo!»alludendo al fatto che spesso si diventa progettisti e autori del proprio destino e quando ci si accorge di quale esso sia, si cerca di evitarlo, finendo di fatto nell'adempierlo [6].
Shifu si agita alla notizia del ritorno di Tai Lung prevedendo la distruzione che lo seguirà, ma Oogway gli fa capire che...
«La tua mente è come quest'acqua, amico mio. Quando viene agitata diventa difficile vedere, ma se le permetti di calmarsi, la risposta ti appare chiara!»mostrando a Shifu il riflesso della pergamena del drago.
Alla domanda di Shifu su chi possa essere degno di tale potere, il Maestro risponde con un laconico:
«E io che ne so?»
- Quanti di noi, sentendosi chiamare, formulano un giudizio sulle ragioni di tale chiamata e mettono le mani avanti rispondendo come ha fatto Shifu?
Io stesso, quando al lavoro vengo interpellato, spesso rispondo con un infantile: "Cosa ho fatto?", mostrando il mio puerile bisogno di non essere rimproverato. Forse perché lo sono stato proprio quando ero bambino? - Quanti di noi, pur non avendo alcuna certezza sulla fattibilità di una cosa, affermano decisi "È impossibile!", alludendo probabilmente al desiderio che sia davvero impossibile? Spesso, nella vita di ognuno di noi, c'è il bisogno che una cosa sia impossibile, perché se lo fosse ci spingerebbe a variare la nostra vita o a riportarla a qualcosa che si era tentato di nascondere o per la quale si erano dette bugie agli altri e a se' stessi. Si preferisce la sterile impossibilità, alla fertile e scomoda possibilità.
- Quanti di noi, sentendo il proprio destino forgiato e modellato dalle proprie e altrui scelte, agiscono freneticamente per cambiarlo?
E quanti nell'applicare cambiamenti irriflessivi, si trovano proprio davanti al destino previsto?
Quanti faticano terribilmente a cambiare ciò che presagiscono, ma che non conoscono, giudicandolo e scartandolo?
E quanti, avendo giudicato negativamente il proprio destino, si trovano a constatare che era stato un giudizio avventato e che hanno sprecato una vita intera per evitare ciò che sarebbe stato invece bello vivere?
Il messaggio? Evitiamo il giudizio! Giudicare significa chiudersi alle possibilità. Significa irrigidirsi, rendere immobile e inalterabile ciò che non può essere cristallizzato. Nell'universo nulla è libero di rimanere immobile e quindi inalterabile.
Accogliamo la vita per come ci si para davanti, rimanendo aperti alle possibilità, affrontandole con responsabilità per ciò che è stato, per ciò che è e per ciò che sarà.
La risposta ai temi delle vicissitudini ha solo bisogno di calma per essere svelata.
Il desiderio infranto (8:30)
Po legge l'annuncio della proclamazione del Guerriero Dragone e il suo desiderio di assistere allo spettacolo è evidente, ma......il padre affarista gli suggerisce di portarsi dietro il carretto per vendere spaghetti. Po sta per dire ciò che pensa:
«Ma papà, sai pensavo che forse io...»ed il padre è pronto per ascoltare apertamente il suo pensiero, ma...
«Ecco sai, pensavo che forse io...»...
«Potrei anche vendere gli Azuki dolci...stanno per andare a male!»Al che il padre esulta per la proposta di Po, annichilito dalle aspettative indotte da lui stesso nel padre, il quale si illude ancor più che il figlio diventerà uno spaghettinaro.
- Quanti di noi, in procinto di fare ciò che li entusiasma, si autosabotano per compiacere ai presunti desideri di qualcun altro?
- Quanti di noi hanno indotto negli altri delle aspettative vincolanti rispetto a noi stessi?
Io medesimo, quando ero ragazzo e sognavo di fare il medico, ho creato delle aspettative nei miei genitori per cui, per non gravare sul loro bilancio economico, mi sono convinto a rinunciare per andare a lavorare e non influire sul loro menage finanziario. Ho creduto che loro si aspettassero da me che mi sarei dedicato a salvare la famiglia. Loro non mi hanno chiesto nulla, non mi hanno demotivato o disincentivato, no. Si sono limitati a manifestare i loro problemi a cui io ho applicato un giudizio che mi ha coinvolto al ribasso ed alla soppressione di ciò che avrei voluto.
Il messaggio? Evitiamo di essere i sabotatori di noi stessi e così non lo saremo nemmeno degli altri.
Evitiamo di creare negli altri desideri che forse non hanno. Attendiamo che li esprimano e nel frattempo assolviamo ai nostri.
Il caso non esiste (13:22)
Dopo diversi, comicissimi e fallimentari tentativi per entrare nella piazza dove si sta svolgendo la cerimonia della proclamazione del Guerriero Dragone, Po si trova in mano un razzo per i fuochi d'artificio e gli viene l'idea geniale di decollare e cadere dentro la piazza. Costruisce la sedia-razzo, ma arriva il padre che, illuso dal figlio stesso, mostra la sua delusione e il suo sconcerto, giungendo anche a sabotare il sogno del figlio.Tutto sembra confermare che Po non possa entrare nella piazza, ma è nel momento in cui accetta tale destino, che il destino cambia. I razzi si accendono e con un gran fragore cade nella piazza, dove Oogway lo indica come il Guerriero Dragone.
Nessuno crede a questa scelta, men che meno Shifu e ancor meno di lui lo stesso Po. Non crede possibile essere lui il Guerriero Dragone; nuovo autosabotaggio.
Shifu protesta contro la scelta di Oogway, che invece è convinto e sereno al riguardo. E quando Shifu gli dice:
«...quel flaccido panda non può essere la risposta al nostro problema! Stavate per indicare Tigre e quel coso vi è caduto davanti, è stato solo un caso!»Oogway gli risponde serenamente:
«Il caso non esiste!»
Se l'Universo crea le condizioni per cui un individuo sia autore/attore di un avvenimento o di un evento, l'individuo stesso è pronto per esserlo.
È difficile assumere questa affermazione, specie per menti razionali e confuse come le nostre.
Quanti di noi credono nel "caso"? Tanti, tantissimi, praticamente tutti. Il caso fa comodo, alleggerisce, deresponsabilizza, ma a ben pensarci, quanti di noi si trovano a vivere situazioni a cui sono giunti proprio per aver agito in determinati modi? Magari rinunciando ai o mentendo sui propri sogni? O per aver indotto gli altri a illusioni che poi diventano delusioni?
Il Caso - o Fortuna che dir si voglia - soddisfa chi non accetta lo scorrere della propria vita. Chi, sapendo la propria verità profonda, la deturpa, la sporca o la mutila nell'illusione di essere padrone e non fruitore della vita.
Il messaggio? Accogliamo il fatto che se ci capita una cosa è perché eravamo pronti a riceverla e agiamo per capirne lo scopo.
Prendiamoci la responsabilità di ciò che agiamo e che non agiamo, con amore e accoglimento. Non potrà altro che essere la nostra verità.
La Sacra Sala dei Guerrieri (19:40)
Po viene portato in questa sala storica e piena di cimeli. Rimane esterrefatto dalle ricchezze storiche presenti in quel posto ed è così emotivamente preso da quelle eroiche vestigia che, scoprendo la presenza di Shifu, rompe l'Urna dei Guerrieri sussurranti.Mentendo spudoratamente dice:
«Qualcuno l'ha rotta!»cercando di togliersi la responsabilità di ciò che ha fatto, ma rendendosi disponibile a risolvere la situazione. [7]
Quando Shifu gli mostra la Pergamena del Drago, Po si limita a chiedere:
«Come funziona? Avete una scala, un trampolino...»mostrando l'intenzione di conquistarla [8].
Ma ecco che Shifu, seguendo il suo giudizio, inveisce contro Po sbeffeggiandolo:
«Uno deve prima padroneggiare il livello più alto del Kung Fu e questo è chiaramente impossibile se quell'uno è qualcuno come te!»Cerca di farlo franare, cerca di demolirne la gioia e perché? Perché è ancorato alle sue rigidità, che gli hanno fatto scegliere la logica, la prestazione, il rispetto delle regole che appartengono a Tigre. [9]
- Quanti di noi oggi cercano assolutamente di dimostrare di non essere responsabili di ciò che è avvenuto? E quanti si rendono disponibili a risolvere tale situazione creata anche da loro stessi? I bar sono pieni di gente che ha la soluzione per risollevare il paese che hanno contribuito a distruggere.
- Quanti di noi vogliono raggiungere il successo e il benessere cercando una scorciatoia? Quanti di noi sono disposti a percorrere la lunga strada che porta a ciò? Non è la meta che raggiungi che ti rende ricco, ma il viaggio che hai compiuto per arrivarci.
- Quanti di noi si lasciano convincere dal "maestro", credendo che egli sia infallibile e migliore? E quanti hanno tentato di demolire gli altri per elevarsi sopra essi? Quanti hanno deriso gli altri, per non ammettere le proprie debolezze e i propri limiti?
Il messaggio? Assumersi la responsabilità delle proprie gesta, anche se queste possono avere un prezzo da pagare.
Intraprendere il viaggio senza cercare scorciatoie per giungere alla meta. La via più facile non è quasi mai la più semplice.
Evitare di elevare gli altri sopra di noi. Impariamo da loro, ricordando che sono uomini, proprio come noi.
Riconoscere e rispettare le proprie debolezze, le proprie mollezze, evitando di cercare negli altri il loro punto debole solo per poterci sentire per un po' più in alto. La forza di una catena risiede nell'anello debole.
La palestra (22:40)
Shifu porta Po nella palestra dove i 5 si stanno allenando e Po rimane ammirato delle loro evoluzioni e della loro efficacia, rendendosi conto che non possiede nemmeno una di quelle capacità. Quando lo sfida a mostrare le sue, Po si inventa delle scuse per giustificare anticipatamente i suoi limiti [10]. Dopo aver preso un sacco di legnate dagli strumenti e dopo essere stato ustionato severamente, chiede a Shifu:«Come sono andato?» [11]Nel tornare agli alloggiamenti, Po ascolta le parole dei 5 e sente le loro titubanze nei suoi riguardi e le loro osservazioni. Poi entra negli alloggi dove cerca di affiatarsi con i 5, ma questi mostrano un certo distacco, finché Tigre non gli spiattella in faccia tutto il suo disprezzo e la sua rabbia.
«Vi stimo tanto!»dice sconsolato a Tigre, che gli ha chiuso la porta in faccia.
- Quanti di noi mettono le mani avanti ancor prima di essere caduti, inventandosi le scuse più strane per non affrontare il giudizio altrui?
Io l'ho fatto e l'ho fatto quando ho creduto che l'altro si aspettasse qualcosa da me e per non voler dire la verità, perché la ritenevo inaffrontabile dall'altro, ho inventato delle scuse. Ho mentito non solo all'altro, ma primariamente a me stesso. Ma la menzogna si vede, bene o male, e l'altro diventa sospettoso causando, suo malgrado, il bisogno di inventarsi altre e più sofisticate scuse, in un castello di carte che, al primo tocco maldestro, crollerà miseramente. - Quanti di noi non si fidano del proprio sistema di valutazione? Quanti di noi, nonostante un palese risultato, hanno bisogno di sentirsi confermati o meno? Io, ancora adesso, ho spesso bisogno di conferme da parte altrui. Non le ho avute quando mi servivano per crearmi la mia struttura interiore, ed ora sono ancora dietro a cercarle. Ma ciò che più contava per me, era essere confermato positivamente, sicché ho imparato a diventare compiacente, accomodante, a non disturbare...a fare il bravo bambino. "Se sono bravo e buono, mi vorranno bene!"
Il messaggio? Evitare di temere il, e tenere troppo al, giudizio altrui. Essendo altrui è un problema loro.
Chiedere agli altri chi e come si deve essere, consegna in mano loro la nostra vita
Il pesco della celestiale saggezza (29:30)
Ritengo che, di tutto il film, questo sia il pezzo più prezioso e importante.Il Maestro sale al Pesco della celestiale saggezza, scambiato da Po per un normalissimo pesco, e quando lo vede con la bocca piena di frutti dice:
«Capisco. Tu mangi quando sei sconvolto!» [12]Po cerca di negare il suo stato d'animo, ma quando il Maestro gli chiede:
«Allora perché sei sconvolto?»Po non può fare altro che ammettere la sua verità; è sconvolto. Si commisera, si giudica [13] e si paragona:
«Insomma io non sono come i 5; non ho artigli, non ho ali, ne' veleno, perfino Mantide ha quelle...cosette. Forse dovrei mollare e tornare a fare gli spaghetti!» [14]Oogway lo osserva e dice delle parole dorate:
«Mollare, non mollare; spaghetti non spaghetti!Credo che se ognuno di noi tenesse a mente e praticasse questa frase ogni giorno, gran parte delle ansie e delle tristezze scomparirebbe.
Ti preoccupi troppo di ciò che era e di ciò che sarà.
C'è un detto: ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono, per questo si chiama presente.» [15]
- Quanti annebbiano o stordiscono la propria coscienza con il cibo o con altre sostanze, negando, o mortificando la propria verità?
- Quanti di noi si giudicano severamente, perdendo di vista ciò che di buono hanno mostrato?
- E quanti ancora si paragonano agli altri finendo per credere di essere figli di un Dio minore?
- Quanti sono coloro che si piegano al passato, covando la rabbia? E quanti quelli che vivono nell'ansia del futuro? Quanti sono quelli che non si accorgono del loro presente?
Il messaggio? È una illusione abbandonarsi al cibo o a una sostanza o a una persona o a un rituale per nascondere la nostra verità.
Nel giudizio verso se' stessi manca l'accoglienza e la tolleranza e nel paragonarsi agli altri c'è delusione e tristezza.
Solo il presente è reale, passato e futuro sono proiezioni, per lo più false, di realtà inesistenti. Il passato cade in mano alla memoria e il futuro è cieco.
La brutta notizia (42:35)
Zeng il papero, ritorna dalla prigione di Chargon dove ha assistito in diretta all'evasione di Tai Lung e riporta la notizia a Shifu che si precipita dal suo Maestro per chiedere aiuto«Maestro io ho una ... bruttissima notizia!» [16]applicando anche qui un giudizio fondato sul passato.
«Shifu, esistono solo le notizie; non sono ne' belle, ne' brutte!»risponde Oogway rimettendo nuovamente al suo posto il suo allievo. Ma Shifu continua nella sua ansia, indicando che Tai Lung è evaso di prigione. Al che Oogway gli lascia il suo ultimo insegnamento:
«Questa è una brutta notizia...Da notare bene che lui non accenna al panda, ma al Guerriero Dragone. Accenna alla figura simbolica del Guerriero, senza applicargli un paragone o un giudizio, cosa che invece continua a fare Shifu:
...se tu non credi che il Guerriero Dragone possa fermarlo!»
«Il Panda?Ma Oogway è serenamente convinto che...
Maestro quel panda non è il Guerriero Dragone, lui non dovrebbe nemmeno trovarsi qui, è stato un caso» [17]
«Il caso non esiste!»
E qui c'è il secondo passaggio che io ritengo cruciale:
«Mio vecchio amico, il panda non adempirà mai al suo destino, ne' tu al tuo, finché non rinuncerete all'illusione del controllo!»e continua:
«Guarda quest'albero Shifu; non posso farlo fiorire quando mi aggrada, ne' farlo fruttificare prima del suo tempo»e fa chiaramente riferimento alla natura dell'albero, alle sue qualità e prerogative intrinseche. Ma Shifu rimane esclusivamente nel campo della razionalità e del controllo:
«Ma delle cose le possiamo controllare.E Oogway, per nulla convinto e rimanendo nell'onda energetica dell'armonia dice:
Posso controllare quando cade la frutta...
...e posso controllare dove piantare il seme...
...questa non è un'illusione, Maestro!» [18]
«Ma qualunque cosa tu faccia, quel seme crescerà e diventerà un pesco. Magari tu desideri un melo, o un arancio, ma otterrai un pesco!»
«Ma un pesco non può sconfiggere Tai Lung»risponde irritato Shifu, che rimane ancorato al suo incessante giudicare. Al che Oogway con molta dolcezza dice una cosa follemente umana:
«Può darsi di si, se sei disposto a guidarlo, a nutrirlo, a credere in lui»Shifu, ancorato alla convinzione che ci sia un modo per trasformare il panda e non a mettere in luce le sue qualità intrinseche, chiede come può fare. Ma Oogway, giunto alla fine del suo viaggio terreno, gli consegna il suo bastone dichiarandogli la sua fiducia. Lui sa che Shifu saprà far germogliare quel panda ed in un turbinio di petali di pesco, lascia questa dimensione.
- Quante sono le persone che giudicano qualche cosa basandosi sulle proprie esperienze, sebbene diverse, lontane e avvenute in contesti diversi?
- E quanti sono coloro che in base a tale giudizio, tolgono ogni possibilità a chi nemmeno conoscono? Io lo faccio, quando guido, ad esempio. Mi incazzo e sentenzio sull'automobilista che guida a bassa velocità, o curva senza mettere la freccia...per poi ricordarmi subito dopo di aver fatto la stessa cosa in varie occasioni.
- Quanti di noi impediscono la spontanea manifestazioni delle capacità delle persone, solo perché credono che il proprio modo di vivere sia quello giusto? Quanti di noi vogliono che gli altri si attengano a ciò che noi siamo in grado di controllare?
Il messaggio? Evitare di giudicare un evento basandosi esclusivamente sulle proprie esperienze. Benché possano essere simili non sono uguali e si finisce per vedere l'evento con gli occhi con cui si è assistito ai precedenti.
Prima di chiedere che cosa deve fare una persona per avere fiducia in lei, osserviamo che cosa può offrire, rimanendo aperti con la mente per cogliere la sua vera ricchezza.
Essere disposti a credere nelle capacità e nella singolarità di ogni persona, accettando quindi la sua bellezza e la sua unicità.
Il talento naturale (52:00)
Shifu è pensieroso. Cerca di capire come fare di Po il Guerriero Dragone. Sente che qualcosa sta succedendo dentro il Palazzo di Giada e scopre che Po sta mangiando dei biscotti di nascosto. Preso in flagrante dal maestro, confessa che quando è sconvolto mangia e in quel momento Shifu ha la rivelazione. Ce l'ha quando scopre che Po è a tre metri da terra, in una spaccata perfetta per mangiarsi i biscotti di Scimmia e quando Po gli dice che è solo un caso...... Shifu risponde:
«Il caso non esiste»Scopre che per poter sviluppare il talento di Po, deve agganciarlo al cibo e alla sua desiderabilità, trasformando una apparente debolezza in un punto di grande forza [19]:
«Ora capisco che il modo per tenerti avvinto, è questo»mostrandogli un piatto di ravioli cinesi.
Da quel momento farà di tutto per impedirgli di mangiare pur avendo il cibo sempre a disposizione e in questo modo Po diventa un ottimo guerriero alla conquista di ciò che desidera di più. Alla fine dopo aver spiazzato il maestro, può mangiarsi l'ultimo raviolo, ma lo rifiuta orgoglioso:
«Non ho fame!»
- Quanti di noi conoscono la forza che risiede nei propri punti deboli?
- E quanti sanno saggiamente usare la propria forza per giungere al proprio sogno?
- Quanti di noi sanno educare, ovvero portar fuori, i tesori nascosti nei propri figli, per renderli uomini liberi e non schiavi del dovere?
Il messaggio? Cercare la forza nella debolezza, senza mai giudicarla tale
Darsi tempo per osservarsi, per comprendere potenzialità e sviluppo
Che piaccia o meno, i figli (allievi, dipendenti, apprendisti, ecc.) somigliano ai genitori, ma non sono la loro copia.
La pergamena (63:10)
Dopo che i 5 sono stati sconfitti da Tai Lung, Po crede di non essere in grado di sconfiggerlo, al che Shifu gli dice:«Ma tu avrai la cosa che nessun altro ha!»e lo accompagna nella Sala dei Guerrieri al cospetto del drago che tiene tra i denti La Pergamena.
«Voi davvero mi credete pronto?»chiede Po e Shifu con tanta determinazione, quanto dolcezza gli dice:
«Tu sei...Po!»la frase che molti di noi hanno bisogno di ascoltare: "Tu sei Tu!", con riferimento alla capacità intrinseca di ogni individuo di affrontare le sfide della propria vita.
Attenzione! Ho detto "della propria vita", non "della vita". Eggià, perché l'Universo ti offre le sfide che puoi affrontare, non quelle che non sono al tuo livello. Nel momento stesso in cui ognuno di noi scorge il problema, significa che ha i mezzi, le idee, la forza e il coraggio di affrontarlo, altrimenti non se ne sarebbe nemmeno accorto.
Tornando a noi, Shifu fa scendere la pergamena con un petalo di pesco e invita Po a leggere il contenuto, ma non riesce ad aprire l'involucro. C'è una grande attesa per il contenuto di quello scrigno, tutti si aspettano che avvenga chissà quale evento, ma...
... la pergamena è vuota, lucida, ma vuota. Non ci sono scritte, ne' figure, nulla.
Po arriva a considerare Oogway una vecchia tartaruga svalvolata e la delusione si impadronisce dei presenti che passano subito alle contromisure per arginare la furia di Tai Lung.
Il messaggio? È importante essere consapevoli della propria essenza e della propria forza.
È importante evitare il giudizio sulla sfida che affrontiamo, perché facendolo ci concentreremmo sul dimostrare che non è così, invece che sulla soluzione del vero problema.
Evitare le aspettative, in ogni settore della vita. Nulla è scontato e tutto è possibile.
L'ingrediente segreto e la rivelazione (68:50)
Po torna sconsolato al villaggio e incontra suo padre. È visibilmente depresso. È deluso e il padre, osservandolo, gli fa una confessione pratica, ma straordinariamente rivelatrice riguardante l'ingrediente segreto della Zuppa dall'ingrediente segreto.«Avvicinati.Po è sbalordito:
L'ingrediente segreto è...
...
... niente!»
«Mi hai sentito.al che Po chiede se il padre mettesse una salsa o che altro, ma il padre candidamente osserva:
Niente. Non esiste un ingrediente segreto!»
«Non serve! Per rendere una cosa speciale devi solo credere che sia speciale!»Po intuisce l'insegnamento e prende la lucida pergamena in cui osserva la sua immagine.
La rivelazione è giunta e lui capisce tutto:
«Non esiste un ingrediente segreto!»
- Quanti di noi aspettano che la soluzione venga da fuori?
- E quanti di noi confidano nell'ingrediente segreto per convincersi che ciò che vivono è speciale, o per cambiare la propria vita?
- E quanti di noi non colgono un suggerimento o una indicazione nelle parole di chi ci sta intorno, perché troppo concentrati a convincersi che ci sia una ingiustizia?
Il messaggio? La prima riserva di soluzioni e risposte è dentro di noi.
La seconda riserva di soluzioni e risposte è dentro di noi.
Infine, la terza riserva di soluzioni e risposte è dentro di noi.
Il grosso, lardoso panda (79:00)
Siamo alle battute finali del film. Po si batte con Tai Lung, che riesce ad impossessarsi della pergamena. Ma una volta aperta si accorge che è bianca, senza scritte o disegni o altri trucchi. Ne rimane deluso, ma ecco che Po, dall'animo puro, gli dice il vero segreto della pergamena:«Tranquillo, neanche io c'ero arrivato subito...Ma Tai Lung è ancorato alla conquista del potere illimitato e la sua collera si sfoga ancora su Po che, invece, se la ride sotto i colpi inutili del rivale. Finché con un formidabile colpo di "quella ridicola pancia", spedisce Tai Lung in orbita.
... non esiste un ingrediente segreto...
... sei solo tu!»
Quando ricade, rifiuta la sconfitta dicendo:
«Tu sei solo un grosso, lardoso panda!»Ma Po, ormai consapevole pienamente della sua identità e valore, risponde sicuro:
«Non sono un grosso lardoso panda... sono IL grosso lardoso panda!»applicando sull'avversario la presa del dito Wuxi.
- Quanti di noi sono il Tai Lung di questo film, arroccati al potere che credono giungere dall'esterno?
- E quanti di noi si sentono Po, consapevoli che nulla e nessuno può essere come loro?
Il messaggio finale?
Non esiste un messaggio finale, come non esiste un ingrediente segreto. Ogni avventura della vita ha qualcosa da dirci, se abbiamo orecchie per ascoltare ed ogni persona che entra in contatto con noi può arricchirci, se non pretendiamo che lo faccia a modo nostro.
Come un fiume, la nostra vita ha momenti di piena e momenti di secca, può travolgere e tracimare, può essere asciutta e piena di sabbia, ma dentro il nostro fluire ci sono i semi per rendere prezioso questo giardino dell'Eden.