NomadBSD 1.4
15 aprile 2021
Premessa

Dopo tanti anni, torno a fare quello che mi divertiva tanto a proposito di sistemi operativi open source, ma in questo caso non recensisco una distribuzione Linux, ma un sistema BSD derivato da FreeBSD (il capofila) nella versione 12.2-RELEASE. Si tratta di NomadBSD 1.4, una distribuzione progettata, messa a punto e distribuita da un gruppo (team) di sviluppatori tedesco.
Si tratta di un sistema operativo portabile il cui obiettivo è quello di fornire un sistema operativo alloggiato su una chiavetta USB avviabile. Ciò permette al suo possessore di avviare e usare il sistema in ogni occasione, senza necessità di installazione su disco fisso. Il nome sta proprio ad indicare la sua natura "nomade" ed il logo evoca il tipico copricapo dei Tuareg del deserto sahariano.
Dopo quindici anni di uso continuo di sistemi Linux, inizia quindi una nuova avventura con l'impiego permanente di questo sistema così intrigante.
Da qualche mese mi ero fissato sul voler capire come funziona e come si usa un sistema BSD, ma avevo sempre rimandato perché FreeBSD non si può definire un sistema user-friendly, giacché la sola installazione richiede attenzione e svariati passaggi ancora a riga di comando e l'installatore (installer) permette di installare il sistema senza alcuna interfaccia grafica, che va installata a parte e configurata passo a passo. Per i cuori deboli non è igienico e ci sono alcuni punti che voglio definire subito:
- FreeBSD non ha un installatore grafico come quello che si trova sulle attuali distribuzioni Linux. È un installatore testuale con una interfaccia grafica spartana che richiede all'utente una certa conoscenza dei vari settaggi e configurazioni
- FreeBSD non gestisce facilmente un disco già partizionato e tende a voler usare tutto il disco e, pur potendosi affiancare a Windows® e Linux, richiede conoscenze e capacità informatiche di alto livello. FreeBSD non si installa senza una buona guida a fianco e per fortuna i video disponibili e l'ampia documentazione, può aiutare (io stesso ho installato FreeBSD con Xfce su una macchina virtuale in ambiente Linux)
- FreeBSD non fornisce una interfaccia grafica a fine installazione, pur potendo alloggiare qualsiasi ambiente desktop e qualsiasi gestore delle finestre. Per poter avere un ambiente desktop e poter avere gli strumenti accessori di tale ambiente, bisogna procedere alla loro installazione uno ad uno
- FreeBSD non va molto d'accordo con macchine di ultima generazione. Trova un suo impiego fenomenale con macchine di almeno una generazione precedente
- FreeBSD pur contando su un vastissimo parco software, non possiede quello disponibile ad esempio per Debian e derivate; tuttavia è possibile installare applicazioni native per Linux con qualche accorgimento in più;
- FreeBSD nativamente non ha un gestore grafico dei pacchetti, per cui l'aggiornamento, l'avanzamento, l'installazione e la disinstallazione dei pacchetti deve avvenire da terminale.
Tutte queste caratteristiche, simili ad Arch, Gentoo, Kwort, Lunar e Sorcerer, sono note a tutti gli sviluppatori di FreeBSD e qualcuno di loro si è dato da fare per rendere la vita più facile a chi vuole usare BSD senza impazzire. Attualmente sono disponibili GhostBSD e NomadBSD, provvisti di installer grafico e gestore grafico dei pacchetti, più tante belle cose, come avrò modo di illustrare.
Sinceramente non ho conoscenze che mi permettano di gestire FreeBSD e in più voglio un sistema che, una volta installato, non richieda troppo tempo per configurazione e personalizzazione.
Per cui non perdiamo altro tempo e partiamo insieme a questo nomade.
Scheda tecnica
- Nome: NomadBSD
- Versione: 1.4
- Tipologia: live/installabile
- Orientamento: Desktop
- Architettura: x86_64
- Derivazione: FreeBSD
- Desktop environment: OpenBox
- Kernel: 1202000
- Requisiti minimi di sistema: come descritto nella home page del sito, le immagini per computer a 32 e 64 bit trovano alloggiamento in chiavette USB dai 5GB in su. Un sistema con processore a 1.2GHz e 1GB di RAM dovrebbe essere in grado di avviare decentemente NomadBSD, che può avviarsi sia da BIOS che da UEFI.
- Ciclo di rilascio: NomadBSD segue i cicli di sviluppo di FreeBSD verso il quale ha completa compatibilità.
- Metodo di aggiornamento: tramite il gestore dei pacchetti OctoPkg e da terminale attraverso pkg

Test
La mia esperienza si è svolta dapprima in sessione live che richiede comunque una certa procedura per poter produrre una chiavetta avviabile. Ho creato la live persistente usando Linux Mint ed il suo strumento (tool) dedicato, poi ho inserito la chiavetta in un computer portatile (laptop) Lenovo Thinkpad T410 e da li sono acceduto alla scrivania (desktop) che si è mostrata al completo nel giro di una 30na di secondi.
Ho controllato come fosse il sistema e quale fosse la sua responsività e devo dire che sono rimasto molto soddisfatto, per cui ho deciso che quel sistema avrebbe sostituito il sistema Linux che era installato.
Ho quindi avviato l'installatore (installer) che, come vedremo, è di una semplicità e inesorabilità shoccanti.
Ammetto di essermi approcciato a questo sistema come se stessi installando una distribuzione (distro) Linux e ho creduto che fosse tutto scontato come al solito, per cui ho fatto lo "sborone" ed ho commesso un grave errore. Nella procedura di definizione del disco (SSD) non l'ho selezionato e nonostante questo, l'installatore ha proceduto a completare la sua funzione, con il risultato che il computer non aveva nulla da avviare al momento del riavvio (reboot). Che coglione!
Il bello è che ero convinto di aver fatto tutto bene e quindi ho creduto che fosse un problema del sistema o del computer.
Ho lasciato perdere mestamente ed ho cominciato a documentarmi (cosa che avrei dovuto fare prima) e leggevo che il sistema si installava molto semplicemente, per cui ho riprovato selezionando bene il disco e indicandolo come obiettivo (target) della installazione. Finalmente dopo una decina di minuti il sistema aveva preso tutto il disco e si era installato.
Quando ho riavviato, la mia soddisfazione è stata molta e devo dire che l'impatto sulla macchina (hardware), di una certa età, è stato molto contenuto e il sistema rispondeva alla grande.
- Riconoscimento e caricamento del kernel = OK
- Efficacia dei tasti funzione = OK
- Avvio del server X = OK
- Risoluzione video = OK
- Opzione lingua italiana = OK
- Opzione tastiera italiana = Ok
- Automount dei dispositivi = Ok
Opzioni e Tempi di caricamento
Le Opzioni di avvio sono alcune, come si vede dalla schermata qui sotto, ma io ho solamente atteso che passassero i 10 secondi canonici che permettono di scegliere altre opzioni e il sistema si è avviato mostrando il caricamento in modalità verbosa. Non è prevista alcuna schermata grafica di avvio (boot) e per gli utenti Linux, Windows® ed Apple® può non essere confortevole.
L'avvio del server grafico è del tutto regolare e il tempo complessivo di caricamento è abbastanza breve, circa 30 secondi.

Installazioni
NomadBSD è un sistema molto particolare in quanto può essere installato in due modi:
• su chiavetta USB
• su disco rigido, sia esso meccanico che SSD
La seconda modalità di installazione dipende dalla prima, nel senso che non si può installare NomadBSD su disco rigido, senza prima averlo installato su chiavetta USB. Vediamo questi passaggi e mi aiuterò usando il manuale offline e online della distribuzione (in inglese).
Installazione su chiavetta USB
- Scaricare la versione più recente del sistema, andando nel sito web di NomadBSD: https://nomadbsd.org/download.html. Scorrendo la pagina si giunge a due sezioni: una per la 32 Bit e l'altra per la 64 Bit.
In ognuna di queste ci sono varie stazioni (mirror) da cui scaricare la versione desiderata. Al momento (12 febbraio 2021) sono disponibili anche le immagini della versione 13.2, ma vi invito a scaricare la 1.4. Sono disponibili le immagini anche per Mac.
Si noterà che le immagini disponibili non sono in formato .iso come per le distribuzioni Linux, ma sono in formato .lzma che è un formato compresso; - Una volta scaricata l'immagine occorre decomprimerla e lo si può fare in due modi: da riga di comando (come illustrato nel manuale) od usando il programma di decompressione installato nel vostro sistema. Non usando Windows® o Apple® da molti anni, non ho idea di cosa si possa usare, ma nel manuale c'è scritto che per Windows® si può usare 7-zip. Su Linux Mint ho usato il programma preinstallato;
- Una volta decompressa, l'immagine è ora in formato .img e la si può installare sulla chiavetta e lo si può fare da riga di comando o usando un programma fatto apposta. Per Windows® si può usare Rufus o Win 32 Disk Imager, come scritto sul manuale. Per Apple® non ho idea di cosa si possa usare. Su Linux Mint ho usato lo strumento preinstallato, che funziona molto bene. Il processo dura qualche minuto e alla fine si ha a disposizione una chiavetta USB avviabile ma ancora non configurata;
- Lasciando la chiavetta inserita nella presa USB 2.0 (le USB 3.0 potrebbero non funzionare), si riavvia il computer, configurato in modo che si avvii da dispositivi USB (per farlo basta entrare nel BIOS nelle prime fasi di avvio, premendo i tasti suggeriti dalla schermata del BIOS stesso; nel mio caso F1)
- L'avvio della chiavetta è tutto testuale, quindi pazienza ed attendere che compaia il desktop e la prima finestra di configurazione.
Il programma di configurazione è in inglese. - Primo passaggio: scegliere la lingua. Scorrendo la lista delle lingue disponibili giungere su "Italian" e premere "Next"
- La seconda finestra indica che la configurazione agisce solo sulla chiavetta e non sul sistema ospite
- Secondo passaggio: scegliere la configurazione predefinita della tastiera. Scorrere fino a "Italian", selezionarlo, effettuare un test per vedere se è corretto e premere "Next"
- Terzo passaggio: aggiungere uno schema (layout) aggiuntivo per la tastiera, quindi scegliere "Italian", selezionarlo e premere "Next"
- Quarto passaggio: scegliere il fuso orario. Quindi selezionare "Europe/Rome" e premere "Next"
- Quinto passaggio: impostare la password per l'utente e per l'amministratore (root). Occorre digitarla due volte e non c'è modo di vederla in caratteri, quindi digitate con attenzione. Poi premere "Next".
ATTENZIONE! Questa password va ricordata anche dopo la installazione sul disco rigido, infatti quando si farà l'installazione su esso, verrà installato un clone di ciò che abbiamo installato su chiavetta - Sesto passaggio: criptare o meno l'installazione. Io non l'ho fatto, ma ognuno faccia come crede meglio. Nel caso lo si facesse, occorre impostare un'altra parola chiave (password). Premere "Next"
- Settimo passaggio: scegliere le applicazioni predefinite (di default). Si tratta del tipo di terminale (shell), del tipo di editor testuale, del tipo di editor grafico e del gestore dei documenti (file manager). Scegliere quelle di vostro gusto premendo sulle voci elencate in apposite tendine e premere "Next"
- Ottavo passaggio: Leggere il sommario della configurazione appena impostata. Se tutto è a posto, premere su "Commit", altrimenti premere su "Back" e applicare le modifiche
- A questo punto il sistema si configura ed una banda di caricamento indica a che punto è il processo. Quando è tutto finito, premere su "Finish" e il gico è fatto. NomadBSD 1.4 è avviabile e usabile da chiavetta USB.
- Riavviate il computer con la chiavetta inserita ed attendete il caricamento.
ATTENZIONE! Se possedete schede grafiche generiche è possibile che ci siano problemi con la visualizzazione. Durante il primo caricamento del sistema può comparire la schermata che vedete sotto. Scegliete VESA che disabilita l'accelerazione grafica e funziona sulla maggior parte dei sistemi.
- Se tutto è andato bene, accederete alla scrivania del sistema e potrete usarlo a piacimento, installando ciò che vorrete, compatibilmente con lo spazio libero disponibile e ricordate che quando andrete ad installarlo su disco fisso, verrà copiato in esso il clone esatto di quanto avete configurato, installato e prodotto durante l'uso tramite chiavetta..
Installazione su disco fisso
Le mie installazioni sono avvenute nel portatile di cui sopra e in un miniPC della Acer, il Veriton serie N.- Avviare il computer con la chiavetta di NomadBSD attaccata e lasciare che si carichi normalmente
- Giunti sulla scrivania cliccare con il tasto destro in un punto qualsiasi della scrivania per accedere al menù principale
- Cliccare sulla voce "System" e poi sulla vove "NomadBSD Installer"
- Nella finestra di autenticazione (login), inserire la password di amministratore impostata per la installazione sulla chiavetta
- La prima finestra vi da il benvenuto e vi informa che si procederà con la installazione del sistema. Premere su "Next"
- Nella seconda finestra:
- cliccate sul disco in cui volete installare il sistema. Solitamente compare quello presente nel computer. Se avete due dischi, scegliete quello giusto;
- Scegliete poi il filesystem preferito. ZFS è un filesystem molto potente e virtualmente senza limiti di gestione e archiviazione, è un filesystem solido, molto sviluppato e ottimizzato usato in ambiente Unix da cui deriva direttamente FreeBSD. Io personalmente ho scelto UFS;
- Date una dimensione alla partizione di Swap (2048 MB sono sufficienti);
- Impostate il nome utente. ATTENZIONE! Non è possibile inserire un nome più lungo di sei lettere, ma non so il perché;
- Ed infine se volete accedere direttamente, senza ogni volta impostare i dati di accesso, selezionate l'opzione "Auto-login user";
- Cliccate quindi su "Next"
- La finestrella successiva vi indica che è l'ultima occasione per chiudere l'installatore. Se non avete ripensamenti, cliccate su "Install"
- Nella finestra successiva viene mostrato il processo di installazione e il suo avanzamento. Attendete il completamento.
- Alla fine cliccate su "Finish", riavviate il computer senza chiavetta inserita e il gioco è fatto
Trattandosi di un clone del sistema installato sulla chiavetta, il mio consiglio al riguardo è quello di usare il sistema da chiavetta e configurarlo come meglio ritenete, installando ciò che vi serve e personalizzandolo secondo i vostri gusti, quindi non abbiate fretta e fate le cose come vi sembrano migliori per voi.
Ambiente grafico ed Aspetto
NomadBSD impiega OpenBox come ambiente grafico e gestione delle finestre e questo lo rende un sistema piuttosto leggero ed a basso impatto sulle prestazioni del computer sul quale si trova a funzionare. Come avete potuto vedere dall'immagine a inizio articolo, si tratta di una scrivania sobriamente allestita con il suo pannello superiore (tint2) e la sua dock delle applicazioni in basso (plank). Le dune del deserto rendono giustizia al nome del sistema.
Per poter accedere al menù principale basta cliccare sul logo posto all'angolo sinistro del pannello o cliccare con il destro in un qualsiasi punto della scrivania.
La dotazione di software permette di usare il sistema per le necessità di più largo impiego:
- per ufficio ed elaborazione testi c'è l'intera suite di LibreOffice
- per la multimedialità c'è Cantata, DeaDBeef, MPV media player, Xfburn per masterizzare CD e DVD, sebbene siano al tramonto
- per internet e posta c'è Firefox, Thunderbird, Hexchat, Transmission e la possibilità di installare altri browser per Netflixe Prime come Chromium, Brave e Vivaldi
- per la grafica c'è GIMP
- per lo sviluppo c'è Geany
- per la configurazione del sistema ci sono tanti altri strumenti (tools) utili e facili da usare
Aggiornare il sistema, installare o rimuovere un programma, sono tutti compiti facili da portare a termine, usando OctoPkg, un gestore grafico dei pacchetti che, nella mia esperienza, funziona alla grande. Ovviamente occorre avere una connessione internet attiva. Io ho l'ADSL con modem via cavo, quindi non so dire come configurare una connessione WiFi che personalmente detesto per i suoi effetti nefandi, tuttavia leggendo il manuale e consultando il forum, ho notato che il supporto a tali connessioni è ottimo.
Per avviarlo c'è la sua icona nella dock, oppure: menù → System → OctoPkg.
Non vi chiede la password e vi mostra la finestra che vedete qui sotto, che è la situazione dei vostri pacchetti installati.

- Per prima cosa occorre aggiornare i pacchetti, quindi cliccate sull'icona con il simbolo del riciclo in alto a sinistra (1);
- In questo momento vi viene chiesta la password di amministratore. Digitatela e premete Invio;
- Il programma controlla la situazione e indica se ci sono dei nuovi aggiornamenti, visibili in basso con un quadratino rosso
- Nel caso ci fossero, compare in alto una iconcina verde (2) che, se ci mettete sopra il puntatore, vi invita a installare gli aggiornamenti (Install updates). Cliccatela e comparirà una finestra che vi elenca tutti i pacchetti da aggiornare. Cliccate su "Yes" e vedrete che il programma inizia a scaricare i vari file. In base al numero degli aggiornamenti, potrà essere necessario un po' di tempo;
- Poi inizia la fase della installazione degli aggiornamenti e vedrete che le voci dei vari pacchetti diventano verdi, ad indicare che l'operazione è andata a buon fine.
- Al termine, quando tutti i pacchetti sono stati aggiornati, compare una serie di messaggi che danno info sui processi avvenuti e la scritta "Command finished OK!" e il sistema è aggiornato.
- Predefinitamente vengono visualizzati solo i pacchetti installati e per poter installare un nuovo pacchetto occorre...
- Cliccare sull'icona a forma di scatola (4) per vedere che l'interfaccia cambia
- Nella barra di ricerca inserire il nome del programma o la categoria
- Selezionare il pacchetto corretto tra tutti quelli che vengono offerti
- Cliccare con il destro sull'iconcina che si trova a sinistra del nome del pacchetto
- Cliccare su "Install"
- Poi cliccare sull'icona con la spunta verde che si trova in alto
- Verranno mostrati i pacchetti che si andranno ad installare, quindi cliccare su "Yes"
- Digitare la password di amministrazione, premere Invio e attendere che l'operazione sia conclusa
- Automaticamente il menù si aggiorna e potrete trovare la nuova applicazione nel menù, nella rispettiva categoria
OctoPkg si comporta assai bene ed è affidabile, ma l'unica cosa che ho notato di negativo è che non segue l'italianizzazione del sistema e occorre conoscere un inglese di base. Poco male, se si vuole esplorare il mondo FreeBSD, si deve essere disposti a uscire dai confini italiani.
Usabilità
Per quanto mi riguarda, usando Linux fin dal 2005, so che usare sistemi UNIX/Linux richiede un pochino di impegno, per cui a me non risulta difficile usare qualche volta il terminale e sempre il gestore dei pacchetti, ma posso immaginare che per utenti Windows® ed Apple® potrebbe essere un problema.
Una volta installato e configurato, NomadBSD si comporta come un qualsiasi sistema operativo desktop. Raggiungere i programmi che si impiegano di più è facile, come facile è configurare il sistema per far sì che quei programmi si avviino fin dall'inizio della sessione. Installare nuove applicazioni è facile, come abbiamo visto. Navigare sul web è facile, vedere film e ascoltare musica è facile, come è facile scrivere testi, modificare tracce audio e immagini, ecc.
Ciò che mi serviva l'ho installato in quattro click e solo OBS Studio, pur disponibile, non funziona sul mio sistema per via della scheda grafica integrata.
Ho un problema con la sospensione del sistema, che mi rimanda un errore nella configurazione di ACPI, le possibili soluzioni non funzionano. Mi sono già abituato a spegnere il computer ed a riaccenderlo quando mi serve.
Per il resto riesco a fare quello che facevo con Windows® fino al 2003, con il Mac fino al 2005 e con Linux fino a 2 settimane fa.
Se per un utente Windows® l'interfaccia è del tutto aliena, per gli utenti Apple® l'interfaccia è amichevole e confidenziale.
Se per un utente Windows® installare un programma significa andarsi a cercare il pacchetto ed installarlo con dei click a nastro, approcciarsi a NomadBSD non è intuitivo e soprattutto significa essere consapevole di ciò che sta facendo. Così come deve fare un utente Apple.
Usare MomadBSD significa avere a che fare con FreeBSD e questo richiede attenzione e conoscenza del proprio computer.
Se per usabilità intendiamo accendere il computer e lasciare che sia lui a fare tutto per noi, senza sapere cosa fa, dove e come, allora NomadBSD non è usabile per la massa degli utenti informatici. Se per usabilità intendiamo installare il sistema, documentarsi su come farlo, su come installare un pacchetto, su come effettuare l'aggiornamento, leggerlo e accettarlo, allora NomadBSD è un sistema usabile alquanto.
Consumi e Prestazioni
NomadBSD è un sistema che richiede un quantitativo di risorse modesto. Nel momento in cui scrivo questa recensione sono in azione Cmus (un riproduttore musicale testuale da terminale), Bluefish (editore html), Firefox, Telegram-desktop; il consumo di RAM è di 1.2 GB su 8 GB disponibili, mentre le CPU sono al 2% circa.
Il consumo di risorse si impenna nella riproduzione di video dal web, mentre rimane contenuto nella riproduzione offline.
Teniamo conto che il mio miniPC ha risorse abbastanza scarse: si tratta di un Acer Veriton N26620G con processore Intel Celeron a 1.6 GHz, scheda video Intel integrata e 8GB di RAM.

Pregi
- Reattività notevole
- Buona dotazione software per gli usi più comuni
- Buona documentazione
- Basso impatto sulle dotazioni hardware
Difetti
- Impossibilità di installare il sistema su disco partizionato. L'installatore si prende tutto il disco
- Avvio e spegnimento abbastanza lenti
Perché usare questo sistema
La stabilità di FreeBSD e la sua affidabilità sono leggendarie nel mondo dell'informatica. Apple ha usato FreeBSD per generare il suo attuale sistema operativo, Netflix si basa su FreeBSD, le banche usano sistemi di sicurezza basati su OpenBSD, Whatsapp si basa su FreeBSD per la gestione dei miliardi di utenti e via di questo passo.
Ma perché io la sto usando?
Semplicemente per curiosità, per sapere se sono in grado di usarla, quali sono le differenze con Linux e per fare ciò che la maggioranza non fa.
Links utili
- Pagina principale: https://nomadbsd.org/
- Origine : Germania
- Mailing List: http://www.freelists.org/list/nomadbsddevs
- Forum utenti: https://forum.nomadbsd.org/
- Documentazione: https://nomadbsd.org/handbook/handbook.html
- Download: https://nomadbsd.org/download.html
Nota finale: i più attenti avranno notato che ho messo tra parentesi i nomi inglesi di cose che hanno un nome italiano. Ciò per enfatizzare il concetto che quando si può usare l'italiano, perché non farlo? Una piccola puntigliosità.