Attivazioni Biologiche

I Metalli colloidali - Caratteristiche

Tratto da Enciclopedia Treccani Online

I metalli, i loro ossidi, i loro idrati, taluni sali insolubili possono essere divisi in particelle tanto fini da restare in sospensione in acqua o altro liquido per un tempo lungo e in certe condizioni praticamente lunghissimo. I metalli così divisi e dispersi in un liquido sono pseudosoluzioni colloidali e presentano i fenomeni caratteristici di questo stato: fra l'altro evidentissimi il fenomeno di Tyndall dovuto all'inomogeneità ottica del colloide, e il movimento browniano delle particelle, che esaminate all'ultramicroscopio appaiono molto luminose, variamente e vivacemente colorate, perché la luce è diffratta nei suoi componenti elementari, e dotate di continui movimenti a zig-zag. La grandezza dei granuli dei metalli colloidali dipende dallo stato di divisione del metallo. Sono stati calcolati 15 milioni di granuli in 1 millimetro cubo d'una soluzione d'argento colloidale, i miliardo di granuli in 1 mmc. d'una soluzione colloidale d'oro. Zsigmondy ha calcolato che la superficie totale dei granuli contenuti in 1 mmc. d'oro colloidale può essere di 625 metri quadrati. Poiché il peso del metallo contenuto in questo millimetro cubo è di 5 centomilionesimi di grammo, si vede come la superficie totale dei granuli sia enorme rispetto alla massa del metallo. Questa condizione è la base di alcune proprietà dei metalli allo stato colloidale.


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ARGENTO COLLOIDALE

La carenza di argento può determinare: L'eccedenza di argento, che non si produce mai mediante l'assimilazione del cibo bensì tramite l'ingestione continuata di farmaci contenenti composti di argento (a causa della differenza di dimensioni delle particelle del metallo), può determinare: e, nella sfera mentale:

ORO COLLOIDALE

La carenza di oro può determinare:

RAME COLLOIDALE

In caso di carenza di rame possono apparire: L'eccesso di rame è raramente incontrato giacché si elimina facilmente dal corpo, ad eccezione delle persone affette da degenerazione epatolenticolare (morbo di Wilson).

PLATINO COLLOIDALE

Questo metallo esiste in quantità infinitesimali nella struttura degli organismi viventi. Anche se al giorno d'oggi non se ne considera necessario un apporto giornaliero nel corpo umano per i processi biologici, la sua presenza anche se in piccole dosi può svolgere un ruolo importante per i suddetti processi. Le ricerche moderne hanno scoperto che il platino esercita una serie di azioni significative in ambito biologico. Così, i composti del platino, per es. il cisplatino, sono usati nei trattamenti di chemioterapia in caso di tumore, sfortunatamente con forti effetti collaterali, così come avviene nel caso di tutti metalli "nobili" quando usati sotto forma ionica, soprattutto con valenza 3. A differenza di questi composti, l'utilizzo diretto di questo metallo nobile, in soluzione colloidale, si dimostra non tossico a parità di quantità.

Tra gli effetti benefici più importanti si evidenziano:

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