Sonno
Riguardo al fenomeno "sonno" la scienza propone delle teorie. Funzioni e finalità del sonno sono ancora in parte sconosciute. Anche il coinvolgimento delle strutture cerebrali e le loro interazioni sono di fatto non del tutto conosciute. Rimane il fatto che il sonno è fondamentale per la sopravvivenza e la mancanza di esso causa sonnolenza, scadimento della qualità della vita, scarsa attenzione, concentrazione e memoria, oltre che effetti metabolici, ormonali ed immunologici. Le teorie proposte sono le seguenti:
- teoria ricostituente: che sostiene proprio la riscostruzione dei tessuti durante il sonno, la quale interessa tutti i tessuti durante gli stadi non REM del sonno, ed in particolare, il tessuto cerebrale durante la fase REM;
- teoria del recupero energetico: per la quale il sonno serve a risparmiare energie. Formulata in base ad osservazioni su animali di diverso genere, non trova applicazione nell'uomo, nel quale il risparmio energetico è molto irrisorio;
- teoria adattiva: che considera il sonno come un fenomeno comportamentale orientato all'adattamento rispetto a diverse condizioni ambientali;
- teoria istintiva: che considera il sonno come un momento per risparmiare energie adattandosi alla varietà delle condizioni ambientali;
- teoria del consolidamento della memoria e del rinforzo : che non ha trovato chiara dimostrazione ed è stata ipotizzata dopo aver osservato che in soggetti privi del sonno REM, le capacità mnemoniche e di apprendimento erano molto scarse;
- teoria dell'integrità del network sinaptico e neuronale : per la quale il sonno serve a mantenere i rapporti interneuronali. Il sonno REM mantiene i circuiti motori ed il sonno NonREM le attività non motorie;
- teoria della funzione termoregolatoria: che valuta la capacità della persona di mantenere in equilibrio le proprie caratteristiche al variare delle condizioni esterne. Si è notato che l'attività termoregolatoria è presente durante il sonno NonREM ed è sospesa durante il sonno REM
- nuclei aminergici del Tronco cerebrale, in particolare dai neuroni noradrenergici, dai neuroni serotoninergici e probabilmente i neuroni dopaminergici. Sono neuroni diffusamente in contatto con la corteccia, il Talamo, l'Ipotalamo e l'Ippocampo. Quando il soggetto è vigile, l'azione di questi neuroni è massima, ma si riduce molto durante il sonno non-REM e quasi completamente durante il sonno REM. Questi neuroni possono anche andare incontro a fenomeni di autoinibizione che favoriscono il sonno.
- neuroni colinergici del prosencefalo basale . Questi contattano la corteccia, attivandola, l'ippocampo e l'amigdala e, oltre che durante la veglia, sono attivi durante la fase REM, poco attivi in quella non-REM.
- neuroni istaminergici ipotalamici che proiettano molto a quasi tutto il Sistema nervoso centrale promuovendo il mantenimento della veglia e sono massimamente attivi in questa fase. L'inibizione di questi neuroni con antistaminici induce sonnolenza.
- neuroni orexinergici, posti nell'ipotalamo postero-laterale, che mantengono la veglia e gestiscono la regolazione dell'assunzione di Cibo.
- neuroni GABAergici e neuroni rilascianti galanina che proiettano alle strutture coinvolte nel mantenimento della veglia e le inibiscono, favorendo il sonno, fase nella quale presentano la massima frequenza di scarica.
- citochine che possono promuovere il sonno in condizioni fisiologiche o patologiche.