Attivazioni Biologiche

Sull'Autismo

Perla saggia:
L'autismo non è una disabilità,
è una differente abilità.

Stuart Duncan

Parole chiave: disturbo autistico, psicopatia, infanzia, spettro autistico, vaccini, vaccinazione
Quanto segue non rappresenta un metodo di cura di un disagio grave come l'Autismo, ma solamente una fonte di informazione su come viene visualizzato e spiegato il fenomeno autistico. Per ulteriori informazioni sulle metodiche terapeutiche per il trattamento del disturbo autistico, si prega di rivolgersi alle associazioni che trattano delle 5 Leggi Biologiche.

Cos'è l'Autismo

Ufficialmente l'Autismo viene così spiegato:

L'autismo è il peggiore degli handicap, perché pur accompagnandosi ad un aspetto fisico normale è un handicap grave che coinvolge diverse funzioni cerebrali e perdura per tutta la vita.

L'autismo colpisce, secondo stime recenti, 1 persona su 1000, e 2 persone su 1000 ne presentano alcuni sintomi potendo venire incluse nello "spettro autistico".
L'autismo viene considerato dalla comunità scientifica internazionale (classificazione ICD 10 dell'OMS e DSM IV) un disturbo pervasivo dello sviluppo e si manifesta entro il terzo anno di età con deficit nelle seguenti aree:

  • comunicazione;
  • interazione sociale;
  • immaginazione;

Inoltre le persone autistiche possono presentare problemi di comportamento.
L'autismo è talvolta associato a disturbi neurologici aspecifici, come l'epilessia, o specifici, come la sclerosi tuberosa, la sindrome di Rett o la sindrome di Down.

Qual'è la causa dell'autismo?

L'autismo non ha una singola causa, molteplici geni e fattori ambientali, come virus o sostanze chimiche, possono contribuire a determinare il disturbo autistico.
Gli studi su persone autistiche hanno trovato anomalie in diverse strutture cerebrali; questi dati suggeriscono che l'autismo derivi da una interruzione nello sviluppo cerebrale in una fase precoce della vita intrauterina.


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Come si manifesta l'autismo?

La caratteristica più evidente è l'isolamento: i bambini autistici spesso non rispondono al loro nome, evitano lo sguardo e appaiono inconsapevoli dei sentimenti altrui e della realtà che li circonda.
In presenza di almeno sette di queste caratteristiche è opportuno un controllo diagnostico.

  • difficoltà a stare con altri bambini
  • impressione di sordità o difficoltà visive
  • difficoltà di apprendimento
  • incoscienza per i pericoli reali
  • opposizione ai cambiamenti
  • mancanza del sorriso e della mimica
  • iperattività fisica accentuata
  • non guarda negli occhi
  • attaccamento inappropriato agli oggetti
  • ruota gli oggetti
  • persevera in giochi strani
  • atteggiamento fisico rigido

I bambini autistici inoltre hanno spesso risposte anomale ai suoni, al tatto o ad altri stimoli sensoriali, e una ridotta sensibilità al dolore, che può contribuire a determinare sintomi comportamentali, come la resistenza ad essere abbracciati.

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Come si cura l'autismo?

Attualmente non esiste una cura per l'autismo: le terapie o gli interventi vengono scelti in base ai sintomi individuali. Le terapie meglio studiate comprendono interventi educativi/comportamentali in ambiente strutturato adattato alle difficoltà specifiche dell'autismo e farmacologici. Sebbene questi interventi non curino l'autismo, spesso portano ad un miglioramento sostanziale.

Fonte: http://www.autismoonline.it/coselautismo/coselaut.htm
E ancora...

I soggetti che presentano un Disturbo Autistico sono caratterizzati dalla presenza contemporanea di quella che viene definita come la triade del comportamento autistico; uno sviluppo notevolmente anomalo o deficitario dell'interazione sociale e della comunicazione e una marcata ristrettezza del repertorio di attività e di interessi. Le manifestazioni del disturbo variano ampiamente a seconda del livello di sviluppo e dell'età cronologica del soggetto.

Compromissione qualitativa dello sviluppo delle interazioni sociali

Le persone con autismo presentano una mancanza o difficoltà marcate nella ricerca spontanea della condivisione di gioie, interessi o obiettivi con altre persone. Inoltre vi è un'incapacità o grave difficoltà a sviluppare relazioni con gli altri e di interpretarne i gesti, l'espressione mimica, le posture e le norme (esplicite o implicite) che regolano le interazioni sociali.

[...]

In generale, nelle persone con autismo può essere presente una mancanza di reciprocità sociale o emotiva (per esempio non partecipare attivamente a semplici giochi sociali, preferire attività solitarie o coinvolgere altri in attività solo come strumenti o aiutanti "meccanici"). I soggetti con questo disturbo appaiono spesso come "incuranti" delle altre persone poiché presentano difficoltà marcate nel cogliere i bisogni degli altri (ad esempio capire gli stati d'animo di un'altra persona e regolare il proprio comportamento in funzione di esso, ecc...).

Compromissione qualitativa dello sviluppo delle modalità di comunicazione

Anche la compromissione della comunicazione è marcata e perdurante e riduce le capacità verbali e non verbali. Ad esempio può esservi ritardo, o totale mancanza, dello sviluppo del linguaggio parlato. Anche per quelle persone che accedono alla parola risulta una marcata compromissione delle capacità ad iniziare o sostenere una conversazione con altri. [...] La persona con autismo mostra molte difficoltà nel comprendere il linguaggio "simbolico" e spesso ha problemi nel cogliere metafore, modi di dire, ecc... La persona con Autismo ha una modalità di comprensione "letterale" delle parole [...]. In generale vi è un'alterazione dell'uso pragmatico del linguaggio, [...] evidenziata dall'incapacità di integrare le parole con la gestualità o di capire l'umorismo o gli aspetti non letterali del discorso come l'ironia o i significati impliciti. Il gioco di immaginazione è spesso assente o notevolmente compromesso.

[...] In generale le strutture grammaticali sono spesso immature e includono un uso del linguaggio stereotipato e ripetitivo (per es. ripetizione di parole o frasi indipendentemente dal significato; ripetizione di ritornelli o spot pubblicitari). Anche la comprensione del linguaggio è spesso ritardata, e l'individuo può essere in difficoltà nel capire semplici domande o indicazioni.

Modalità di comportamento, interessi e attività limitati, ripetitivi e stereotipati.

La persona con autismo presenta modalità di comportamento, interessi, e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati. [...]

I soggetti con autismo mostrano dunque una gamma di interessi notevolmente ristretta, e sono spesso eccessivamente assorbiti da un singolo e ristretto interesse [...]
Inoltre i soggetti con autismo possono mostrare resistenza o malessere per cambiamenti banali [...].

I movimenti corporei stereotipati riguardano le mani, o l'intero corpo. Possono essere presenti anomalie della postura. Questi soggetti mostrano un persistente, eccessivo interesse per parti di oggetti. Possono essere anche affascinati dai movimenti. Vi può essere intenso attaccamento ad alcuni oggetti inanimati.

L'anomalia deve manifestarsi con ritardi o funzionamento anomalo in almeno una delle seguenti aree prima dei 3 anni di età: interazione sociale, linguaggio usato per l'interazione sociale o gioco simbolico o di immaginazione. Nella maggior parte dei casi, non vi sono periodi di sviluppo chiaramente normali, sebbene in circa il 20% dei casi i genitori riferiscono uno sviluppo relativamente normale per 1 o 2 anni. In questi casi i genitori possono riferire che il bambino aveva acquisito alcune parole per poi averle perse, o che sembrava essersi fermato dal punto di vista dello sviluppo.

Per definizione, se vi è un periodo di sviluppo normale, questo non si può estendere oltre i 3 anni di età. [...]
Fonte: http://www.fondazioneares.com/index.php?id=404
E infine...
Trattamenti

Data l'alta variabilità individuale, non esiste un unico intervento specifico che sia valido per tutti allo stesso modo. Inoltre, raramente è possibile ottenere la remissione totale dei sintomi. Per questo, sono molti e diversi i trattamenti rivolti all'autismo. Le "Linee guida di intervento sull'autismo" pubblicate dal National Research Council affermano:

  • non esiste un unico intervento che va bene per tutti i bambini autistici;
  • non esiste un unico intervento che va bene per tutte le età;
  • non esiste un unico intervento che può rispondere a tutte le molteplici esigenze direttamente o indirettamente legate all'autismo.

Per contro, la continuità e la qualità del percorso terapeutico sono garantite attraverso:

  • il coinvolgimento dei genitori in tutto il percorso;
  • la scelta in itinere degli obiettivi intermedi da raggiungere e quindi degli interventi da attivare (prospettiva diacronica);
  • il coordinamento, in ogni fase dello sviluppo, dei vari interventi individuati per il conseguimento degli obiettivi (prospettiva sincronica);
  • la verifica delle strategie messe in atto all'interno di ciascun intervento.

Si raccomanda un intervento precoce e intensivo, che tenga conto della necessità di intervenire sul disturbo dell'intenzionalità del bambino. È importante quindi lavorare precocemente non nel senso dell'addestramento comportamentale, ma proprio dello sviluppo dell'intenzionalità motoria e comunicativa autonoma.

Le persone con un importante disturbo della comunicazione, come nel DSA, nei disturbi con gravi difficoltà recettive e anche nella disprassia verbale, possono anche beneficiare, come suggerisce Rapin, di supporti cognitivi quali le tavole di comunicazione, del linguaggio dei segni, dell'apprendimento del linguaggio usando il computer, della lettura e di altri strumenti comunicativi.

Tali supporti devono essere forniti precocemente, al fine di:

  • aumentare il livello dell'apprendimento del linguaggio;
  • sfruttare al massimo il periodo utile per l'apprendimento del linguaggio del bambino.
  • minimizzare le conseguenze comportamentali secondarie a un'inadeguata capacità di comunicazione.
  • anticipare le difficoltà potenziali successive con l'acquisizione del linguaggio scritto

L'impiego mirato dei farmaci è volto alla riduzione o all'estinzione di alcuni comportamenti problematici, o di disturbi clinici associati come l'epilessia e i deficit di attenzione, col fine di evitare ulteriori aggravamenti clinici o per migliorare la qualità della vita.


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L'intervento psicologico-clinico nell'autismo

In numerosi paesi, psicologi e psicoterapeuti (prevalentemente a orientamento cognitivo, ma anche sistemico o psicodinamico) sono coinvolti nell'intervento clinico nelle situazioni di autismo, così come di altri tipi di disturbi dello sviluppo: non tanto nel senso del vecchio tipo di intervento psicoanalitico diretto solo al bambino, ma anche e soprattutto nelle forme di sostegno psicoeducativo per il bambino, dell'aiuto alla famiglia per sostenerla e diminuirne possibili aspetti disfunzionali, nella valutazione clinica del disturbo e dei suoi correlati funzionali, oltre che nel lavoro di collaborazione con educatori, riabilitatori e insegnanti per accompagnare utilmente bambino e famiglia nella riabilitazione cognitiva e comunicativa, nel supporto psicopedagogico, nell'intervento clinico sui problemi del comportamento, e nel sostegno ai processi di sviluppo psicoaffettivo, integrando una serie di interventi multidimensionali in quella che è una situazione clinica complessa.

Tra le tipologie di intervento psicologico più diffuse e potenzialmente efficaci nella gestione clinica del disturbo e nella riduzione delle sue conseguenze funzionali, vi sono le logiche Early Intensive Behavioural Intervention (EIBI), la Applied Behavior Analysis (ABA), il metodo TEACCH, e gli approcci cosiddetti "Eclettici". Recenti review hanno evidenziato tassi complessivi di efficacia piuttosto simili tra i vari approcci; in ogni caso, le tipologie di intervento clinico maggiormente utili sono solitamente di tipo intensivo, dovrebbero essere avviate il più precocemente possibile, e necessitano di essere proseguite per periodi di tempo piuttosto prolungati.

Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Autismo

La visione Naturale dell'Autismo

In base alle 5 Leggi Biologiche l'Autismo è una risposta naturale e sensata a due o più conflitti emozionali che intervengono nelle aree cerebrali corticali (costellazione). Questi conflitti sono di spavento e rancore, a cui può associarsi un doppio conflitto a carico di altre aree cerebrali (come la Costellazione endodermica o di costernazione).
Gli shock emozionali alla base dei conflitti possono riguardare anche la vita prenatale del bambino, in cui la madre ha subito shock violenti di spavento, di rancore o di sopravvivenza. I conflitti derivanti possono certamente influire sulla formazione psichica e comportamentale del bambino.
Possono intervenire anche nei primi tre anni di vita del bambino, quando questi rimane vittima di shock emotivi di grandi dimensioni. Uno di questi può proprio essere la vaccinazione, ma non, ripeto NON per le componenti del vaccino inoculato, quanto per le modalità con cui il vaccino è stato iniettato. In alcuni casi l'immobilità forzata, le maniere forti, i toni vocali perentori e spaventevoli, il dolore della puntura e la percezione dell'attacco alla propria integrità, possono causare un notevole shock di spavento e di rabbia che potrebbe innescare la costellazione conflittuale alla base del disturbo autistico.
Gli shock in oggetto possono essere di vario genere e conducono il bimbo a chiudersi per difendersi, per non agire, per evitare nuovamente il pericolo.
Nei casi di autismo più grave, alla costellazione innescata da spavento e rancore si può associare la costellazione di costernazione, ovvero quella che riguarda la sopravvivenza del soggetto. Un bimbo che si trova a temere per la propria vita (perché ha percepito l'abbandono e/o una condizione di gravissimo pericolo per la propria vita) si sente sperduto, non in grado di difendersi, di trovare aiuto, è a tutti gli effetti un profugo emotivo.

Se il conflitto è maggiormente sostenuto dal rancore, il bambino non reagisce agli stimoli, se è lo spavento a prevalere, il bimbo non riceve (vuole ridurre lo stimolo che potrebbe rimetterlo in crisi), non sente o non vede.
La Natura imposta un comportamento che eviti al bimbo di crescere emotivamente, per porlo sulla difensiva, limitando la percezione degli stimoli che potrebbero metterlo ulteriormente in crisi. Gli stimoli derivanti dalla crescita emotiva, possono essere gestiti solamente se il bimbo non è spaventato e non è lasciato solo.

Proprio sull'accoglienza e la partecipazione, sull'eliminazione della paura e del rancore si fonda il progetto ABA (Applied Behavior Analysis) che rappresenta un ottimo strumento per il riequilibrio e lo sblocco emotivo dei bimbi autistici. I genitori possono ora poter pensare che l'autismo non è un qualcosa di insensato o maligno, ma un evento con una sua ragione, un suo senso e una sua ecologia, fondata sull'assenza della paura, sull'amore, sulla protezione e sull'accoglienza.

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