Attivazioni Biologiche

La Teleologia delle 5LB

15 agosto 2021
Perla saggia:
Ama la vita più della sua logica,
solo allora ne capirai il senso.

Fëdor Dostoevskij

Non a caso il compianto Dr. Hamer era un filosofo ed un teologo. Oltre ad aver studiato filosofia e teologia, ad aver inventato degli strumenti chirurgici, Hamer era un osservatore ed un pensatore, un uomo dalla mente straordinaria e con una forza d'animo che solo chi è cieco e disonesto continua a non vedere.
Nel suo incessante studiare e cercare, ha avuto la capacità di unire, di mettere in cooperazione le conoscenze acquisite e le sue scoperte in funzione di comprendere la verità, ma non quella assoluta o quella universale - ammesso che esista - ma quella della singola vita. Ha dato quella dinamicità che manca ancora oggi a quella che chiamo Medicina commerciale.
Se per Hamer era importante il divenire - tipico della fisica quantistica - della persona in salute e in malattia, per la medicina commerciale è l'essere e il divenire finanziario. In altre parole se per Hamer era importante scorgere e verificare il divenire della vita, per la MC è importante aumentare il fatturato, a poco serve capire la vita; ma questo non è l'argomento di questo articolo.
Quello che voglio esprimere in questo elaborato è il carattere filosofico delle 5 Leggi Biologiche e del suo scopritore.
Tranquilli! Non è una lezione di filosofia.

Ho cominciato a leggere un libro di Filosofia, ovvero la cronologia del pensiero filosofico e mi sono imbattuto in cose che, alla tenera età di 60 anni, non sapevo ma che ho sentito su di me. Il libro è quello che vedete nell'immagine accanto.
A proposito di Aristotele, ho letto di una corrente di pensiero che si chiama Teleologia. Che cos'è?

Di cosa tratta la Teleologia?

Secondo la Treccani la teleologia è una:
Concezione secondo la quale gli eventi, anche quelli non legati all'azione volontaria e consapevole degli uomini, avvengono in funzione di un fine o scopo.

A questa concezione hanno aderito filosofi del calibro di Aristotele e ,strumentalizzata a dovere, venne supportata dalle religioni cristiana, ebraica e musulmana, trovando in essa la giustificazione alla presenza di un ordinatore, di un capo supremo, di un creatore che ha prodotto tutto questo per scopi non definiti o indefinibili.
Il pensiero scientifico invece ha bandito la teleologia, in quanto secondo lui, la spiegazione dei fenomeni naturali sia ascrivibile a leggi meccaniche di valore universale non strettamente o per forza abbinabili a finalità e scopi.
Tuttavia con il passare del tempo e con lo sviluppo del pensiero filosofico si è giunti a farsi la domanda:
«Ma quali probabilità ci sarebbero state che la vita trovasse questo pianeta come substrato su cui svilupparsi, se tutto fosse stato lasciato al caso in un universo in espansione?»
Ma anche:
«Quali probabilità avrebbe avuto il pianeta di creare le condizioni ideali per lo sviluppo della vita, se la vita non fosse mai esistita?»
Semplificando: la vita è stata creata per trovare il pianeta, o il pianeta si è perfezionato per accogliere la vita? Quante probabilità casuali ci sarebbero state perché ciò accadesse?
Se riconosciamo che il caso non esiste, come ormai ampiamente dimostrato in ogni ambito della vita, possiamo ammettere che tutto ciò che ci accade, il nostro stesso corpo, il nostro modo di comportarci, le scelte, i nostri meccanismi di personalità, i fenomeni corporei in salute e in malattia, hanno una finalità, uno scopo.

Possiamo quindi dire che la salute ha una finalità, che la malattia ha uno scopo, che un preciso sintomo ha uno scopo e che gli eventi della umana esistenza sono finalizzati a qualcosa.
Un suicidio ha uno scopo, una malformazione ha uno scopo, un trauma ha uno scopo, un omicidio ha una finalità, il fatto che un rapporto sessuale sia casuale non è un caso, uno stupro ha una finalità, un dono all'improvviso ha una finalità, tutto ha una finalità e questo Hamer l'aveva capito molto bene e dai suoi studi trasuda questa finalità teleologica.
ATTENZIONE! La finalità non ha partito, non è sottoposta a giudizio, non è ne' buona ne' cattiva, giusta o ingiusta, benigna o maligna. Lo scopo di un evento è tale in quanto tale, per cui è necessario liberarsi del giudizio, della moralità, della ricerca della convenienza o dell'etica. Occorre essere in Presenza per scorgere la finalità e lo scopo di quanto accade - e qui mi richiamo ad Eckhart Tolle e il potere della Presenza - in cui si esce dalle proprie identificazioni egoiche per accogliere il tutto senza schemi.
Tra l'altro la teleologia ha molta attinenza con il divenire, quindi con il dinamismo e l'evoluzione. Se un evento o una cosa o una persona hanno uno scopo in questo universo, sono destinate (condannate?) a muoversi verso tale finalità, quindi sono in divenire, sono soggetti teleologici.


Giorgio Beltrammi
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La teleologia è soggettiva

Abituati come siamo alla generalizzazione, continuiamo a credere che ciò che va bene per una persona debba automaticamente andar bene anche alle altre. Come sta succedendo oggi per i vaccini: un vaccino per tutti e per sempre.
Ma questo non è vero. Ogni singolo evento o cosa ha una sua soggettiva, singolare, personale finalità. Ad esempio, un terremoto non è mai, mai, mai uguale ad un altro, anche se avviene nello stesso continente, ma soprattutto quel terremoto, avvenuto in quella data, a quell'ora, a quella latitudine e longitudine, con quella magnitudo e quella profondità, ha una finalità precisa. Ripeto, distaccatevi dall'identificazione drammatica dell'evento e rimanete nell'osservazione in Presenza. Pur non conoscendo a cosa serva quell'evento, possiamo certo osservare che cambierà la morfologia del terreno e con esso il flusso dei venti, o le correnti sotterranee, o le correnti marine, offrirà di certo nuove dinamiche climatiche e naturali.

Scendendo a livello umano e personale, rimanendo nell'osservazione senza giudizio, supponiamo che a una persona inizino dei sintomi. Quali sintomi? Quando? In quale occasione? Cosa determinano? Quali i cambiamenti psichici, mentali e percettivi? Come si manifestano? e via dicendo. Si tratta di una cefalea? Bene.
Quando è comparsa? Dov'eri? Cosa stavi facendo? Che clima c'era? Da cosa è stata preceduta? Cosa ti ha costretto a fare o a sospendere? Come ha cambiato il tuo umore? E come era questo prima della cefalea? C'era luce? C'era buio? Secondo te a cosa ti serve? C'erano rumori o silenzio?...
L'analisi aperta, senza giudizio, in Presenza e accogliente può portare a scoprire non la finalità generale di quel sintomo, ma la finalità specifica, personale e soggettiva. La persona potrebbe conoscere il dinamismo di quanto gli accade, ovvero potrebbe conoscere a cosa gli serve. Potrebbe entrare davvero nel flusso teleologico della sua vita. Potrebbe davvero entrare nella Via, di taoistica memoria.

Il flusso teleologico elimina la paura

Una delle cose che più atterrisce e immobilizza le persone è il futuro, la sua imprevedibilità. È sempre stato così, ma negli ultimi decenni l'angoscia del futuro imperversa.
Ma questo succede quando le persone si perdono il loro presente ed è solo nell'osservazione del presente, che si può scoprire la finalità di ciò che sta accadendo. La teleologia permette di scoprire la finalità, quindi il futuro, osservando il presente con animo non identificato, quindi senza vincoli e limiti. Potendo sapere la finalità di qualcosa che avviene ora, quindi avendo i modi per gestirla, si può oggettivamente avere paura di essa?
No!
Molte persone hanno paura del responso medico, perché?
Perché il medico annuncia loro un futuro che non è legato al presente e ancor meno è legato ad uno scopo, anzi. Quella sentenza minaccia fortemente gli scopi consci e artefatti che la persona ha messo a punto e non ha alcun modo per gestire questo nuovo angosciante futuro. Se quelle persone entrassero in Presenza ed osservassero apertamente gli eventi, avrebbero l'occasione di scoprire la finalità di quanto accade e sapendo che è funzionale alla loro vita e alla loro esistenza, potendola gestire e modulare, smetterebbero di avere paura e di credere alle parole di chi, pur scienziato e studioso che sia, non ha vissuto e non vivrà la loro vita.


Non lasciare che sia la tua paura a decidere il tuo futuro

Supponiamo che abbia la cefalea di cui sopra che mi tormenta ormai da un mese. Vado dal medico (se è disponibile e ci riesco, visti i tempi) e questi, scrupoloso, mi misura la pressione, mi visita, scopre che ho la cervicale e alla fine mi prescrive delle analisi, dei "raggi" e un analgesico da prendere subito e al bisogno. Confortato e coccolato dal medico mi sembra già di stare meglio, ma certo non so nulla riguardo alla finalità della cefalea e delle cause di essa.
Fatalmente la morsa della cefalea non mi lascia e dopo un paio di settimane mi reco nuovamente dal medico che mi prescrive una visita neurologica "Per sentire il parere di un esperto" (sarà esperto di neurologia, ma certo non della mia vita). Comincio ad avere paura. Se mi manda dal neurologo vuol dire che c'è qualcosa di serio. Sono disposto ad andarci anche a pagamento per chiudere questa storia.
Il neurologo mi visita, con i suoi strumenti di cui non so nulla, poi alla fine mi prescrive una Risonanza Magnetica. La paura - in aumento - si mescola all'impazienza. Non conosco a cosa punta il neurologo, non so perché ho il mal di testa, non so a cosa mi serve e nemmeno la sua finalità.
Faccio la Risonanza Magnetica che da' esito negativo. Una microscopica calcificazione meningea, ma tutto è nei limiti. Nel frattempo la risposta dei "raggi" al collo indica la solita riduzione degli spazi intersomatici ("Che cazzo saranno?"), ma nulla di significativo.
Non c'è nulla, ma io ho mal di testa, sono impaurito e comincio ad avere sfiducia nei medici e nella medicina. Se solo avessi un punto di riferimento forse...

Ora supponiamo che io entri in Presenza e cominci ad ascoltarmi, ad andare nella mia verità profonda senza giudicarla o condannarla, abbandonando chi io debba essere e per chi o cosa.
Potrei proprio capire che quel mal di testa mi stava chiedendo di rivedere il mio modo di vivere ed essere. La sua finalità era proprio quella di riunirmi con me stesso e cominciare a raggiungere la vera finalità della mia vita, non quella che qualcun altro o qualcos'altro mi ha imposto.
Facendo tutto questo ci sono delle forti probabilità che il mio mal di testa se ne vada e senza tante medicine e indagini inutili o sovradimensionate. Ma soprattutto smetterei di avere paura.


Giorgio Beltrammi
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Conclusioni

Devo ringraziare, per l'ennesima volta, il Dr. Hamer. Amico della vita, indefesso scrutatore delle connessioni tra corpo, cervello e anima, il Dr. Hamer ha introdotto o comunque rafforzato il concetto che la malattia ha senso (Quinta Legge), pur spiacevole e impegnativa, e se ha un senso vuol dire che ha una direzione e se ha una direzione ha una meta.
Non è il medico o l'operatore olistico che deve sapere quale sia, ma la persona che si è ammalata.
Se siamo disposti a caricarci un pesante zaino sulle spalle per raggiungere una bellissima meta di un viaggio entusiasmante, perché non possiamo riempire quello zaino delle nostre percezioni e verità per raggiungere lo scopo del nostro vivere. Potranno farci male le spalle, potremmo essere stanchi alla fine di quel viaggio, ma certamente saremo uomini senza paura.

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