Attivazioni Biologiche

Ci vogliono le palle

22 settembre 2020
Perla saggia:
Colui il quale sa molto sul conto degli altri può essere dotto.
Ma chi conosce se stesso è più intelligente.

M. Buber

Premessa

Ero seduto su una panchina del Parco Cervi di Riccione e davanti a me due ragazzi che amoreggiavano sulla panchina antistante. Giochi di carezze e vicinanza, lei sulle ginocchia di lui, parole, bacini, intimità e risate. Un bel vedere.
Li ho vissuti anche io quei momenti e mi è venuta a memoria la prima volta che ho avuto contatto ravvicinato con una femmina.
Per inciso, questo è un articolo che parla di animalità umana, quindi "femmina" sostituisce "donna" e "maschio" "uomo".
Essere femmine e maschi è diverso da essere donne e uomini. Ci sono donne che non sono femmine e uomini che non sono maschi.

Tornando alla mia memoria, ricordo appunto che all'epoca (1979) occorreva un certo contegno nell'esternare i propri istinti; moralità ed ammaestramenti mi imponevano di trattenere la bestia.
Eravamo al cinema a vedere un film di cui non ci interessava una beata minchia e tra vicinanza, mani impazienti che si intrecciano, baci e occhi che si scrutano, l'ormonalità andava al galoppo.
Il film è durato 90 minuti circa ed io sono stato in erezione permanente per l'intera durata del film, escludendo la pausa tra primo e secondo tempo, in cui ci si raffazzona un po' e si cerca di tornare sulla Terra. Il fatto di essere in quello stato bestiale mi metteva a disagio moltissimo. Temevo fortissimamente che lei potesse inavvertitamente sentire quella mia espressione animale, sebbene naturale. Mi ci sono voluti molti anni per capire che invece la femmina è assai fiera di determinare quella reazione, ma è un'altra storia.

Fatto sta che il pomeriggio finì ed io me ne tornai a casa con il filobus, frastornato da quei baci, annebbiato dal suo profumo rimastomi sul maglione e...
...con un dolore alle palle che mi impediva di camminare come un umano normale!
All'epoca non sapevo le cose che so oggi e mi vergognavo di dire in famiglia ciò che provavo fisicamente, figurarsi emotivamente. Sono un anaffettivo fin da piccolo ed un analfabeta emotivo, per cui tacere ciò che provo è facile, ma ora sono giunto alla mia terza età e voglio che le parole non dette vedano la luce. Se non posso nascere una seconda volta dopo la morte, posso farlo quando ancora sono in vita.
Vediamo quindi di spiegare il perché di quella monumentale durella - e non c'è vanto in ciò, anche perché non si è più verificata - e di quel dolore testicolar-perineale altrettanto monumentale.


Giorgio Beltrammi
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Il mio vissuto affettivo/emotivo/ormonale

Per poter spiegare quanto mi è capitato è necessario analizzare chi ero ed il mio vissuto dell'epoca.
Avevo 18 anni appena compiuti ed ero l'unico, della mia compagnia, a non avere ancora avuto un rapporto sessuale, ne' una storia d'amore. Ma avevo tanta voglia di fare le mie esperienze, fantasticavo e mi facevo un sacco si seghe mentali e reali.
Io non avevo il coraggio di affrontare le ragazze e temevo il rifiuto. Ora so che vedevo in loro la figura materna e mia madre era - ed è ancora - un generale dei paracadutisti incursori. Inoltre lei non faceva nulla per evitare di ricordarmi che non avevo ancora una donna e questo mi mortificava. Io non so se con il suo fare da 8 mi abbia allontanato qualche volta, durante la prima infanzia, ma sta di fatto che io temevo di non essere accettato e il possibile "no" mi spegneva ogni velleità.
Mentre gli amici se la spassavano allegramente, in un paio di occasioni una "gentildonna" mi aveva dato brutalmente dello sfigato davanti a loro, per un mio maldestro tentativo di corteggiamento (ho già scritto in merito), affossando ancor più la mia già agonica autostima sessual-affettiva. Insomma mi sentivo il classico ometto senza coglioni che normalmente si chiama "lo sfigato", ovvero "senza figa".

Quindi il substrato svalutativo non mancava e su questa base si verificarono due episodi di "perdita emotiva". Il primo l'ho raccontato in questo articolo e non sto a ripetermi. Il secondo si è verificato mentre ero ancora in CA del primo.
Una ragazza che mi piaceva tanto, di nome Lucia, mi rifiutò per un altro ed io mi ritirai sconfitto, facendo addirittura da tutore alla loro relazione. E qui entrò in gioco la mia perenne e inutile figura di salvatore che mi ha bastonato tutta la vita, maledizione!
Dopo quella ennesima perdita sono entrato in Costellazione Megalomane, ma con una sfumatura depressiva. I due emisferi della sostanza bianca erano occupati e nel contempo si era occupata anche la corteccia perinsulare destra (depressione). Studiavo come un matto, facevo millanta cose con un atteggiamento antipatico, saccente e repellente, peggiorando il tono della mia appetibilità sessuale. Ormoni pochi, tono depresso e trasandatezza. Stavo diventando un maschio-non-uomo.

Ma l'Universo non gioca a dadi, ora lo so, e nell'autunno del '79 mette insieme energie ed eventi tali per cui una ragazza, che mi osservava da qualche tempo, si dichiarò innamorata di me (se Maometto non va alla montagna...). Con la scusa di studiare chimica, perché lei non riusciva ad apprenderla, uscimmo insieme dandoci poi l'appuntamento, ma le tirai un bidone vergognoso (il 9 che non vuole lottare). A pensarci mentre sto scrivendo questo articolo, mi viene in mente la canzone di Baglioni "Lampada Osram".
Al secondo appuntamento avvenne ciò che ho descritto all'inizio. La mia mascolinità si prese il suo spazio.

Il sentito/percepito dello sfigato

Il maschio è tale non solo per le sue connotazioni anatomiche, ma soprattutto per le sue caratteristiche ormonali che poi, a cascata, determinano il tono percettivo, il comportamento e alcune fisicità collaterali o accessorie.
Tralasciando questo ultimo aspetto, che non interessa questo articolo, mi concentrerò sul piano percettivo-comportamentale.

Sappiamo che il lobo perinsulare di destra gestisce ormonalità, percettività ed atteggiamento maschili e per un destrimane come me, è anche il lobo dominante nella gestione dei conflitti di territorio, per cui il primo impatto conflittuale casca proprio li.
Sappiamo anche che nella parte posteriore degli emisferi cerebrali, nella sostanza bianca, ci sono i relè dei testicoli che gestiscono il tessuto interstiziale, quello delegato alla produzione di ormoni sessuali (testosterone).
Tenendo a mente queste basi neurologiche, occorre considerare la possibilità, per nulla remota, che siano coinvolte contemporaneamente i due livelli cerebrali, ovvero quello mesodermico e quello ectodermico, a seguito di Conflitti di perdita di territorio (quelle due femmine le consideravo bestialmente già mie, ma che ho perduto per non averle trattenute) e di svalutazione ("L'ho persa perché sono stato un incapace, un babbeo, un coglione!").
Voglio aggiungere, parlando del mio caso, che io sono stato affetto anche da conflitti di attacco (da parte genitoriale e degli amici), che hanno coinvolto il cervelletto e infatti la mia adolescenza è stata contraddistinta da una acne mostruosa che coinvolgeva l'intero viso, la parte posteriore delle spalle ("Mi attaccano alle spalle"), la parte anteriore e superiore del torace ("Mi sento attaccato frontalmente") e devo essere entrato in Costellazione di morte emotiva che ancora non si è risolta (testimoniato dal mio spasmodico ritorno nella caverna, dall'isolamento sociale e dall'anemozionalità).
L'insula destra lavorava poco (atteggiamento depressivo e trasandatezza), con un comportamento maschile remissivo, timoroso, pieno di "e se...?", che chiede il permesso di essere uomo ancorché maschio.
Contemporaneamente i testicoli, variamente rimaneggiati, secernevano poco testosterone con l'ovvio abbassamento dell'aggressività e della libido, l'assenza di peluria toracica e poca barba, per non parlare dell'assente trasmissione feromonica che mi rendeva, all'olfatto femminile, invisibile e per nulla appetibile.

Il maschio depresso si rifugia nella grotta ed ora so che gli serve per non darsi stupidamente in pasto al drago che è la fuori (rappresentato nel mio caso da un mondo femminile inaccessibile, offensivo e pericoloso). Nel frattempo, mentre si va a piazzare in fondo all'anfratto della sua vita, rimugina, pensa, si distrae in altre opzioni e scopre come rinascere nuovamente alla vita. Non è abbandonare la lotta da gran figli di mignotta, ma salvarsi la pelle per non lasciarci le palle.
Ho scelto la via della ragione, del pragmatismo razionale, dello studio e della refrattarietà emotiva.
Io sognavo, fantasticavo di storie d'amore in cui lei doveva essere un esserino debole e indifeso, da poter salvare - aridaje con 'sto cazzo di salvatore - coccolare, ascoltare, comprendere, aiutare. Insomma stavo diventando più un badante moldavo, che un Uomo. "Salvare" era la parola d'ordine, presa dal mio vissuto quotidiano che consisteva nel salvare mia madre dalle angherie di mio padre.
"Salvare", non "prendere" o "volere" o "incantonare" la femmina desiderata.
E tra un sogno e l'altro mi facevo delle seghe fantasiose e fantastiche, a stemperare la carica sessuale che, seppur mite, veniva stimolata dall'allora crescente liberazione sessuale della donna che, ormai libera da vincoli e pudori, si mostrava ignuda sulle spiagge che frequentavo.
Gli anni '70 sono stati gli anni del femminismo combattente, del motto "Col dito, col dito, l'orgasmo è garantito", dei topless, dei tanga vertiginosi, delle canzoni sensuali ed erotiche di Donna Summer e via dicendo.


Giorgio Beltrammi
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Anatomia e fisiologia del mio dolore

Vediamo ora quali possono essere state le cause del mio "dolore borsistico".

Testicoli

I testicoli sono organi pari composti fondamentalmente da due tessuti, escludendo quelli di sostegno, linfatici e vascolari: il tessuto germinale che produce gli spermatozoi (endoderma) e quello interstiziale che è adibito a produrre l'ormone maschile che si chiama testosterone (mesoderma).
Quando si avvia un programma SBS in cui la tonalità conflittuale è di svalutazione per una perdita affettiva subita, verso la quale si nutre un certo senso di responsabilità e colpa, il programma prevede che alcune aree interstiziali subiscano un depotenziamento e una alterazione strutturale in modo da poter essere sostituite con tessuto più efficiente, capace di produrre più testosterone. In fase CA avviene una defunzionalizzazione ed una necrosi parcellare asintomatica. Perché non provoca sintomi? Semplicemente perché non è biologicamente utile farlo.
Quando il maschio percepisce che ha risolto il suo problema relazional-sessuale, quelle aree necrotizzate devono essere sostituite con tessuto a maggior efficienza. Avviene quella che si chiama "riparazione", che prevede gonfiore e infiammazione e la formazione di cisti di dimensioni relative all'intensità del conflitto patito.
Cosa potrebbe quindi essere successo?
Che l'aver avuto accesso alla femmina ha avviato il processo di riparazione e dopo circa un'ora dalla percezione che avessi esercitato la mia mascolinità.
Non va poi tralasciato il fatto che i plessi venosi dell'area pudenda e pelvica hanno fatto la loro parte cercando di sostenere la biblica erezione di cui mi vergognavo (un sentimento di sporcizia e di giudizio). Il maschio non represso, di solito, va fiero del suo "durone".

Il ruolo del cremastere

C'è un muscolo, che pochi maschietti conoscono, che si attacca sulla fascia spermatica interna che avvolge il testicolo e si chiama cremastere. È un muscolo striato, ma non sensibile alla volontà. La sua funzione è quella di avvicinare il testicolo al corpo in tre occasioni:
- la percezione del freddo che coinvolge la borsa scrotale;
- il riflesso crurale, che causa una contrazione del muscolo in oggetto;
- l'eccitazione sessuale preorgasmica.
In questa ultima occasione il cremastere avvicina il testicolo al corpo (generando le cosiddette "palle grinze") per far si che il percorso degli spermatozoi sia il più breve possibile.
Fino a che non avviene l'ejaculazione e l'orgasmo, il cremastere rimane in tensione e contratto con un indubbio sforzo.
Solitamente dal momento dell'inizio del coito alla sua fine passano - in Natura - dai 2 ai 5 minuti, quindi il cremastere rimane contratto per 2 minuti o poco più. Quel giorno i miei rimasero in contrazione per molto di più, non avendolo mai fatto prima!
Ad uno shock prestazionale segue una riparazione e questo, come sappiamo, comporta infiammazione e dolore.

I muscoli perineali e baso-penieni

I muscoli ischio-cavernoso e bulbo cavernoso sono muscoli pari, situati sotto la fascia superficiale del perineo e ricoperti dalla cute del perineo anteriore. Questi muscoli, contraendosi, comprimono la radice dei corpi cavernosi e la vena dorsale del pene, contribuendo al­l'erezione del pene, al mantenimento dell'erezione e alla rigidità completa del pene. Sono perciò detti anche muscoli dell'erezione.
Come per il cremastere, anche per questi muscoli la durata della loro prestazione si aggira, normalmente, intorno ai 10 minuti, giusto fino alla fine dell'atto copulatorio. Quel giorno i miei hanno dovuto fare gli straordinari.

Conclusioni

Ora credo di sapere cosa è successo quell'11 novembre del 1979 e non solo ai miei paesi bassi, ma a me Giorgio in quanto maschio, uomo, animale e anima, con il mio vissuto, le mie percezioni, i miei autoflagellamenti.
So che ci vogliono le palle per essere uomini e occorre essere uomini per avere le palle. Occorre essere maschi per poter essere uomini e se una delle due versioni non accetta l'altra, non si è ne' l'uno ne' l'altro.
Ed io sono stato un maschio non-uomo e lo sono tuttora e capisco le lagnanze delle tre donne che mi hanno avuto.
Se solo avessi evitato di giudicarmi,
se solo avessi evitato di salvare le altre,
se solo fossi stato in grado di accogliere chi ero e chi sono,
forse sarei l'uomo-maschio per cui la Natura mi ha concesso la vita.

Sarà per un'altra occasione.
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