Bulimia
La bulimia indica un appetito insaziabile di origine psicologica. Questo disordine alimentare può derivare anche da squilibri ipotalamici e la bulimia è spesso collegata all'anoressia. La Bulimia nervosa è caratterizzata dall'irresistibile urgenza di assumere cibo in quantità esagerate, seguita poi dallo stimolo al vomitare o dall'assunzione di lassativi al fine di evitare di guadagnare peso. Spesso queste persone sono anche impaurite dallo spettro dell'obesità. Questo disturbo è più comune in donne nell'età compresa tra i 20 e i 30 anni ed è spesso accompagnata da irregolarità mestruali o periodi di amenorrea.
Secondo le 5 Leggi Biologiche la bulimia è una cosiddetta Costellazione Schizofrenica in cui sono presenti due conflitti corticali:
nella donna destrimane: conflitto di paura con ribrezzo + conflitto di rancore nel territorio
nella donna mancina: conflitto di identità + conflitto di paura con ribrezzo
nell'uomo destrimane: conflitto di rancore nel territorio + conflitto di paura con ribrezzo
nell'uomo mancino: conflitto di opporre resistenza + conflitto di rancore nel territorio
Vengono colpiti i relè relativi al glucagone (che viene prodotto di meno con relativa ipoglicemia) ed il relè della mucosa gastrica e duodenale. Di conseguenza la persona ha sempre fame (per compensare l'ipoglicemia), ma vomita perché lo stomaco soffre.
Risentito: "Desidero la sicurezza di mia madre e quello che mi da è ansia e insicurezza." "Quello che mi da mia madre è quello che non desidero" (per questo lo butto fuori).
La relazione che si ha con gli alimenti: mamma. Mamma soffocante, mamma fredda, separazione dalla mamma... Se i bambini (particolarmente le bambine) assumono latte tossico possono avere una certa predisposizione a questo disturbo. Il latte tossico sono le emozioni della madre, che influiscono sulla lattazione, cosicché se la madre ha emozioni tossiche, può offrire un pasto tossico al bimbo.
Se si mangia eccessivamente si va a vomitare. Anche una relazione difficile con la madre è importante, qui la separazione è molto importante. Aver avuto il buon alimento affettivo da parte della madre per un certo periodo, che si sia poi perduto (per la morte della madre o per la morte di qualcuno molto vicino alla mamma e che quindi la rende distratta nei confronti del figlio).
Un bimbo piccolo che non mangia a sufficienza, ha un conflitto con la mamma. È importante chiedere alla mamma se ci siano delle cose che non desidera o che non riesce a digerire. Il bimbo mostra i sintomi della madre.
- Jacques Martel: Frequentemente in relazione con la necessità di colmare un vuoto affettivo interiore.
- Louise L. Hay: Terrore disperato.
- Lise Bourbeau: Questo proiblema è di tipo affettivo, uguale all'anoressia, con la differenza che chi la patisce desidera mangiarsi sua madre. La anoressia è relativa alla paura di essere rifiutati, mentre la bulimia è relativa alla paura di essere abbandonati. Di fatto si presenta nelle persone che hanno desiderato separarsi dalla madre e al non poterlo fare in un momento preciso, cadono nell'estremo opposto (ovvero necessitano di averla presente). È anche frequente che questa persona abbia percepito che la propria madre abbia fatto in modo di averla tutta per se, fino al punto di impedirle di desiderare il padre. La bulimia è una perdita di controllo, pertanto è logico supporre che la persona affetta si sia repressa nel desiderare e accettare la propria madre e soprattutto la donna che è in essa. Questo crea, tanto nell'uomo che nella donna, una gran difficoltà ad accettare il principio femminile. È un problema che si presenta solitamente in persone rigide che non sono in contatto con le proprie necessità e non si concedono realizzare i propri desideri.