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Maligno

  • Termine applicato dalla MU a diversi gravi disordini organico-funzionali. Principalmente è un termine applicato ai tumori ed è definito "maligno" un tumore la cui crescita è rapida ed incontrollata, quando tenda ad infiltrare i tessuti limitrofi e quando si delocalizzi in altre strutture anche distanti dal luogo di sviluppo. Il termine viene impiegato anche per le malattie che si mostrano in modo assai più grave e invasivo rispetto alla forma solitamente meno violenta, ad esempio l'ipertensione maligna, l'ipertermia maligna, le pustole maligne (Antrace).
    Secondo le 5LB il termine "Maligno" non ha alcun significato ne' valore. Le 5LB non contemplano la possibile fallibilità della Natura e i fenomeni biologici normali e speciali previsti per la normale esistenza, sono considerati sensati e privi di qualsivoglia valore negativo. Anche le manifestazioni più invalidanti, hanno una precisa ragione biologica per presentarsi e svilupparsi. Nel caso della malattia neoplastica, la produzione di masse di tessuto, anche di notevoli dimensioni, assolve a precisi compiti biologici e funzionali che la MU ignora. Solo la comprensione delle 5LB può consentire di poter eliminare il concetto di "maligno".

Giorgio Beltrammi
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Si definisce tumore benigno quell'alterazione organica e istologica a carico di tessuti ed organi in cui le cellule sono leggermente diverse dalle cellule normali circostanti. Non invadono i tessuti periferici, non si replicano a distanza e di solito sono avvolte da una capsula ben definita.
Si definisce maligno il tumore in cui non è presente una capsula di contenimento, le sue cellule hanno una morfologia alquanto diversa od incerta, tendono ad invadere i tessuti circostanti ed a replicarsi a distanza (metastasi).
Facciamo quindi ordine.

Anzitutto il fenomeno tumorale, come tutti i fenomeni chiamati "malattie", va analizzato in senso dinamico e non statico, come invece avviene nel contesto della Religione medica (RM). Occorre osservare le cose nel corso del tempo, in base all'origine embriologica del tessuto coinvolto e al punto in cui si osserva il fenomeno nel tragitto descritto dalla curva bifasica (vedi Seconda Legge).

Nei tessuti arcaici (endoderma e mesoderma antico), la crescita avviene durante la fase attiva del conflitto (simpaticotonia). Nei tessuti ontologicamente più recenti, la crescita tissutale avviene nella fase di riparazione (vagotonia).

Nei tessuti arcaici l'alterazione morfologica e comportamentale delle cellule è massima nella fase attiva, proprio in risposta alla domanda biologica urgente di funzione migliorata e più efficace (la bestia interiore è in allarme). Se bastasse la funzione delle cellule normali, non ci sarebbe alcuna alterazione. Le cellule assumono quindi caratteristiche non ben identificabili proprio perché devono adempiere a compiti speciali ed eccezionali. Probabilmente nella prima parte della fase attiva (tenendo conto della intensità della DHS) l'indifferenziazione cellulare è massima, mentre con l'avanzare del processo SBS le cellule nuove assumono caratteristiche sempre più tipiche del tessuto locale.
Crescono rapidamente perché è urgente risolvere la mancanza di funzione e questa rapidità ottempera alla necessità biologica di fare il prima possibile.
L'invasività locale è tanto più ampia, quanto più intenso è il bisogno biologico. La formazione di neovasi risponde al bisogno di avere nutrimento ed energia per poter adempiere al compito speciale. Il consumo energetico è elevato e l'intero organismo da fondo alle riserve per rispondere in modo efficace al conflitto biologico.

Nei tessuti più recenti, la crescita cellulare avviene nella fase di riparazione ed è di solito una crescita sovrabbondante.
L'alterazione morfologica è, come anche per i tessuti arcaici, in funzione di rispondere al bisogno biologico urgente di un tessuto migliore e più efficiente, che faccia meglio la sua funzione. Solo le ragioni alla base di queste necessità sono diverse.
Anche in questo caso la crescita è rapida, forse più rapida dei tessuti analizzati in precedenza, apparentemente incontrollabile, per rispondere il più rapidamente possibile ad un bisogno biologico.


Giorgio Beltrammi
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Sia per i tessuti arcaici, che per quelli più recenti, la fine del bisogno biologico determina una nuova alterazione delle cellule tumorali. Per i tessuti arcaici le cellule assumono un aspetto molto somigliante a quelle dei tessuti vicini e l'intervento dei microbi le distrugge in quanto non più necessarie. In assenza di questi batteri, la Natura provvede ad incapsulare queste cellule in una massa ben distinta dal tessuto circostante, rendendo il tumore biologicamente inerte.
Nei tessuti più recenti, quando le cellule tumorali hanno rimpiazzato e ricolmato i vuoti creati nella fase attiva del conflitto biologico, smettono spontaneamente di crescere ed acquistano caratteristiche morfologiche simili alle cellule normali. MA NON POSSONO ESSERE PIÙ CELLULE NORMALI.

Quando un processo biologico speciale a carico dei tessuti arcaici è agli inizi, ha quelle caratteristiche che la medicina ufficiale definisce "maligne". Quando lo stesso processo biologico è alla fine, potrebbe avere delle caratteristiche che la medicina ufficiale definisce "benigne".
Quando un processo biologico speciale a carico dei tessuti più recenti è agli inizi della fase di riparazione, determina delle caratteristiche che la RM definisce "maligne". Quando il processo è nella fase finale della riparazione, quegli stessi tessuti assumono caratteristiche che la MU definisce "benigne", o "a scarsa invasività", o "non infiltranti".

Benigno e Maligno non sono quindi prognosi, ma travisamenti nell'ambito di un processo biologico sconosciuto alla RM. Sono singoli fotogrammi di un film, che non hanno ragione o permesso per rovinare o migliorare la vita di una persona.


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