Bio-Illogika
Tutto sarebbe più semplice
se nascessimo con le istruzioni per l'uso
e la data di scadenza.
Alessandro Morandotti
Stiamo vivendo una vita che crediamo essere giusta, o per lo meno siano stati indotti a crederlo. Siamo stati raggirati, sfruttati, plagiati, ma da chi? Da noi stessi. La storia è lì a raccontarcelo, ma non abbiamo nemmeno voglia di leggerla o ascoltarla.
Una semplice domanda: A cosa servono le guerre?
Comunque, c'è chi crede - ed è la maggior parte della gente - che meglio di così non possa andare. Eppure tanta gente percepisce, nel profondo di se', che non è quello che vorrebbe. Non solo ha la sensazione di aver perso la rotta per il paradiso, ma ha la netta convinzione di essere in uno stato sociale schizofrenico.
Da un lato siamo spinti a vivere una vita tossica e nello stesso momento veniamo stimolati a purificarci con ammennicoli costosi, alimenti improbabili e pratiche ascetiche che mal si combinano con le 12-16 ore di impegni quotidiani.
Siamo divisi in due e non sappiamo come far andare d'accordo queste due metà. Una vuole una cosa e l'altra vuole altro. Vedremo in seguito chi sono queste due metà divise.
Quale altro essere su questo pianeta, spontaneamente, vive una vita del genere?
Nessuno.
I pesci stanno nell'acqua e nuotano, i serpenti stanno nel deserto e strisciano, i lupi stanno nel bosco e cacciano, i leoni e le gazzelle stanno nella savana e via di questo passo. Chi può volare vola, chi può correre corre, chi può vedere nel buio vive di notte, chi può arrampicarsi si arrampica e alla via così.
Allo stesso modo chi non può volare non vola, chi è in pericolo nel buio esce di giorno, chi striscia non salta, etc. etc.
Nessuno di questi esseri si rammarica per ciò che non può fare, o invidia chi fa ciò che lui non può fare. Ogni essere di questo pianeta accetta e vive le proprie caratteristiche, ne ottiene il meglio, ne sfrutta ogni singola capacità. Un falco non invidia il leone, all'antilope non interessa volare, al serpente non servono le corna e non le indossa per sembrare o voler fare il cervo.
Ogni singolo essere vivente di questo pianeta è in armonia non solo con il suo ambiente, ma con se stesso e le proprie capacità.
Tutti tranne uno: l'umano.
Sembra che per costui le "regole" biologiche non valgano.
Non ha ali per volare, ma vuole volare lo stesso, arrivando a rischiare la vita (per se e per altri) per farlo.
Non ha occhi per vedere nel buio, allora illumina la notte bruciando milioni di tonnellate di petrolio, inquinando l'aria che respira.
Il suo sistema è stato costruito per dormire di notte, ma lui prende eccitanti e si inventa attività per stare sveglio anche di notte.
L'umano ha armi corporee che gli consentono di cacciare una preda alla volta, massimo due, ma si inventa arzigogoli micidiali per fare stragi di intere specie animali e vegetali; ne ha perfino fatto un divertimento.
Come tutti gli altri esseri viventi, anche l'umano dipende dal pianeta Terra per poter vivere, ma è l'unico che sta facendo di tutto per distruggerlo, come se le conseguenze di ciò non lo riguardassero.
L'essere umano - fatte le dovute eccezioni - non si percepisce in armonia non solo con il suo ambiente, ma nemmeno con se stesso e le proprie capacità.
Se è in un posto, sogna e vuole essere in un altro. Se può fare bene una cosa, studia convulsamente per farne male un'altra. Se vuole avere figli, non li fa perché "non è il momento" o "non ho uno stipendio" (voglio ricordare che i nati nel 1945 sono stati concepiti sotto le bombe). Se fa freddo vuole il caldo, se fa caldo vuole il freddo...
Dicevo delle due metà dell'essere umano, che sono in costante contrasto l'una con l'altra. Sono la mente e il corpo di cui ho già scritto in diversi articoli.
Quando la mente vuole una cosa che il corpo non vuole, o non concede al corpo ciò di cui ha necessità, o camuffa una emozione, o dice una bugia, avviene il distacco. Si materializza una condizione bio-illogica, o bio-disarmonica. In altri termini si verifica la "malattia".
E quindi cosa c'è di non biologico nella vita di questa umanità?
Se facciamo eccezione per le poche popolazioni tribali oggi ancora lontane dalla follia della "civiltà", tutto.
Non solo avvelenare cibo e acqua, negare l'infanzia ai bambini, la gravidanza alle donne, devastare interi continenti, inquinare i mari, alterare il clima, estinguere specie animali e vegetali, no, non solo.
Soprattutto è negare a se stessi la propria natura, la propria verità, mentire sui propri reali bisogni e convincersi a forza che va bene così. Giustificare la rovina con un millantato futuro migliore, dimenticando la verità del presente.
Credere che il proprio corpo, preso a calci da tanta stupida superbia e tanta cieca disonestà, stia facendo degli sbagli se cerca di difendersi e mantenersi in vita.
Questa è la condizione non biologica più grave.
Una umanità che nega la propria natura, non solo non ha speranza, ma sta chiedendo insistentemente la propria estinzione e, come dicono i saggi, chiedere è metà dell'avere.
Ah, dimenticavo, le guerre non servono solo a vendere più armi. Servono a rendere schiavi i sopravvissuti a tali guerre. Saranno schiavi non di qualcuno in particolare, ma schiavi dei propri desideri, dei desideri di essere o avere ciò che la Natura non ha dato loro. Schiavi del volere essere ciò che non sono.