Covid e Peste emotiva
11 settembre 2021
L'amore, il lavoro e la conoscenza
sono la fonte della nostra vita.
Dovrebbero anche governarla.
Wilhelm Reich
Mi ero promesso che della farsa del Covid non ne avrei più parlato in questo sito, ma dato che mi sto interessando ad un autore e scienziato vilipeso, incarcerato e poi ucciso che si chiama Wilhelm Reich, ed avendo riscontrato che un suo studio su carattere ed abitudine comportamentale ricalca ESATTAMENTE ciò a cui stiamo assistendo inermi e compiaciuti, mi corre il dovere morale, civico ed educativo, di tornare sull'argomento Covid 19 e manipolazione sociale.
Wilhelm Reich era un medico, uno psichiatra, uno scienziato ed un inventore che la società euro-americana prima, la politica, la pseudo-scienza e la paura poi, hanno costretto a vivere in fuga, per poi essere incarcerato e infine ucciso alla fine degli anni '50.
Tra i tanti argomenti che lo riguardano, uno in particolare mi ha interessato e di cui voglio parlare: la Peste emotiva, associazione di parole che fece lo stesso Reich quando pubblicò il libro "L'analisi caratteriale" del 1933.
Tiro fuori questo argomento proprio ora perché credo che la Peste emotiva stia regnando nella nostra umanità proprio ora, come aveva regnato negli anni tra le due guerre mondiali e che si è esaurita a colpi di cannone e bombe atomiche nel 1945.
Come per le molte ondate endemiche avvenute in passato, ora è giunta questa nuova ondata e credo sia utile parlarne.
La peste emozionale
«...come una biopatia cronica dell'organismo, conseguenza diretta della repressione, su vasta scala, dell'amore genitale ...In grado di contaminare intere masse di popolazione, di corrompere nazioni, di distruggere intere generazioni, è tuttavia incapace di avviare una singola azione positiva quando si tratta di migliorare la miseria economica.
essa ha assunto un carattere epidemico e, nel corso dei millenni, nessun popolo ne è stato risparmiato.»
La vita dell'adolescente è contaminata dalla peste emotiva già agli albori della sua vita, quando subisce la frustrazione genitale, grazie alla quale sviluppa quelle che Reich chiamò "corazze caratteriali", arnesi inconsci sviluppati per neutralizzare le difficoltà che vive nell'evoluzione dei conflitti, dei suoi bisogni libidinali di fronte alla paura della punizione. Mentre l'Io va definendosi nella sua forma definitiva, le restrizioni libidinali imposte dalla società causano cambiamenti che portano a posizioni personali e sociali rigide, con reazioni immutabili e meccaniche, proprio come una corazza capace di assorbire non solo i traumi provenienti dal mondo esterno, ma anche da quello interno. Questa corazza si manifesta con:
- eccessiva cerebralizzazione e razionalità che distolgono dai principi basali della vita;
- manifestazioni di stupore ed entusiasmo esagerato quando la vita corazzata incontra le leggi esistenziali e semplici della vita non corazzata;
- l'incapacità, piena di ostilità e odio, ad applicare ed accogliere uno stile di vita sereno e non corazzato.
L'agglomerarsi di tanti individui in possesso di una corazza caratteriale, è la causa dello sviluppo dell'ondata emotivo-pestilenziale.
A livello individuale i soggetti possono mostrare bio-patie anche di una certa gravità come cardiopatie (prima causa di morte a livello mondiale da ormai un secolo), cancro (siamo giunti ad un punto per cui 1 persona su 2.5 si ammala di cancro, sempre che il cancro sia effettivamente una malattia e non una risposta, n.d.a.), malattie psichiatriche maggiori (gli psicofarmaci e le sostanze psicoattive come allucinogeni, oppiacei, marijuana ed altre, sono la principale tipologia farmaceutica oggi venduta nel mondo).
A livello sociale si sviluppa un modello familiare basato su autoritarietà (le derive totalitarie), patriarcato (il ricorso a quello che si definisce "l'uomo forte"), intolleranza e uniformazione al cosiddetto "pensiero unico".
Lo Stato autoritario impiega l'ideologia "familialista" incompatibile con le manifestazioni del senso della vita. La repressione sessuale, data proprio dalla morale, dall'autorità e dal patriarcato, genera la peste emotiva. Clericalismo, fascismo, dittatura sanitaria e la pratica impositiva di artifizi finto-protettivi, sono chiara manifestazione di peste emotiva.
Lo possiamo vedere oggi nelle decisioni di influenzare la vita privata delle persone, facendo loro credere che siano azioni protettive e garantiste di una società migliore e più sicura.
Paradossalmente le autorità richiamano ad una coscienza sociale, persone che sono state educate a reprimersi ed a reprimere il contatto con gli altri, a vedere nell'altro un nemico e nel coltivare un fiero, deleterio, patologico individualismo.
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Il Dr. Reich fece queste constatazioni e queste analisi proprio in quel periodo in cui ascendeva al potere tale Adolf Hitler, colui che era riuscito a coagulare intorno a se un popolo già represso, dolorante e impoverito da una guerra devastante. Hitler stesso, represso nella sua genitalità (ricordiamo i suoi problemi sessuali e le sue perversioni) e impaurito dalle sue esperienze, ha cavalcato il suo momento di peste emotiva trainando dietro se' un popolo appestato nelle proprie pulsioni ed emozioni.
Stessa cosa in Italia (Mussolinismo e Fascismo), in Spagna (Franchismo e Fascismo), nei paesi balcanici, in Russia (Stalinismo e Comunismo). La storia è lì a dircelo, basta consultare un libro di storia per ragazzi di terza media.
«Anche dopo la vittoria militare riportata sul fascismo tedesco, la struttura umana fascista continuerà a esistere in Germania, in Russia, in America e in ogni luogo.
Questa continuerà a prosperare in modo sotterraneo, si cercherà delle nuove forme d'organizzazione politica e condurrà inevitabilmente ad un'altra catastrofe in quanto (...) il sapere e la tecnica non permettono ancora di produrre un cambiamento molto rapido nella struttura emozionale dell'uomo.» (Reich, 1982, p.58).
Conscio del carattere autoinnescante della peste emotiva, il Dr. Reich capì che per estinguerla è sufficiente sopprimerne le cause, agendo sui turbamenti della vita amorosa e sessuale, evitando il ricorso alle forze soppressive e di polizia, che non farebbero altro che aumentare la dose di male, dolore e repressione. Tuttavia egli scorse anche il grande problema dato dalla peste emotiva: la capillare e invasiva razionalizzazione degli individui e della società, fenomeno che induce crisi e reazioni avverse negli appestati quando essi entrano in contatto con la naturalezza di una vita non corazzata e biologicamente sensata. Derisione, indifferenza, ostilità, avversione, ansia e angoscia sono tipiche manifestazioni degli appestati che vengano in contatto con concetti di vita e sessualità libere ed armoniose.
Il Grande medico propose una socioterapia basata sul riconoscimento di questa malattia emotiva, la cui alta contagiosità richiede anzitutto una attenta e precisa identificazione del fenomeno.
Il Dr. Reich si accorse che l'individuo non appestato e libero nelle sue espressioni emotive tende a mettersi in discussione ed argomenta le sue motivazioni alla vita. L'appestato invece si infuria quando si trova di fronte alle proprie emozioni represse e castigate, cercando di sopprimerle e razionalizzarle. Giunse anche ad elencare i contesti in cui la peste emotiva si genera, si rafforza e contagia:
- misticismo;
- sostegno passivo o attivo all'autoritarismo;
- moralismo;
- politica partigiana;
- disequilibri e patologie familiari;
- sistemi educativi sadico/repressivi;
- delazione e diffamazione;
- imperiosità burocratica;
- bellicismo e imperialismo;
- attività antisociali criminali;
- pornografia;
- usura (e sistema bancario, aggiungo io);
- odio razziale, etnico e culturale.
Si è assistito, fin dall'epoca in cui il Grande scienziato era ancora in vita, ad un fenomeno ormai diffuso e considerato "normale": la promozione ad alte cariche dirigenziali, culturali e scientifiche di personaggi indegni di tali promozioni. Autentici personaggi ignoranti, corrotti, inetti e negligenti hanno preso il posto di coloro i quali sono invece originali e indiscussi personaggi sapienti, limpidi, capaci e virtuosi. Non solo, ma per questi ultimi si è aperta la prospettiva di povertà, isolamento, avversione, persecuzione e soppressione, ideologica prima e fisica poi. La storia dello stesso Reich, per non parlare di quella del compianto Dr. Hamer, è lì a confermarlo.
I Tre Caratteri
Reich realizzò studi approfonditi sul carattere personale, giungendo a identificare tre caratteri principali. Riporto ciò che è scritto nell'articolo da cui ho estrapolato questo mio.
- Carattere GENITALE,
prospettato come il più sociale ed equilibrato psicologicamente, giudica in funzione dei processi mentali guidati dalla razionalità, è accessibile ad argomenti reali, conosce un'armonia profonda tra motivazioni, fini ed azioni.
La sua vita sessuale è essenzialmente determinata dalle leggi naturali e fondamentali dell'energia biologica.
Egli considera il lavoro come conclusione di un processo creativo e non pensa di interferire nel corso normale delle cose.
Relegando i suoi interessi in secondo piano rispetto ai conflitti interpersonali, è capace di dialogare e di rimettersi in questione. - Carattere NEVROTICO,
tenta ugualmente di orientare il suo pensiero in funzione di dati e di processi oggettivi, ma poiché il suo pensiero è totalmente sottomesso alle pressioni della stasi sessuale, questo si conforma inoltre e inevitabilmente con la necessità di evitare il dispiacere praticando l'arte del sottrarsi.
Egli ha generalmente rimosso la sua irrazionalità e se ha coscienza dell'inibizione delle sue funzioni vitali, questo avviene senza ingelosire gli individui in buona salute.
Non si oppone al progresso.
Vive nella rassegnazione sessuale o si abbandona in segreto a qualche pratica perversa, la sua impotenza orgasmica si accompagna ad una nostalgia continua del piacere dell'amore.
Confrontato ai problemi sessuali, la sua reazione è dettata dall'angoscia piuttosto che dall'odio, la sua corazza è rivolta verso la propria sessualità piuttosto che verso quella degli altri.
Egli è in parte inibito nella sua attitudine al lavoro e non vi trova alcun piacere, ignorando l'entusiasmo.
È sottoposto innanzi tutto all'opinione degli altri. - Carattere APPESTATO,
si distingue dal nevrotico per un'attività sociale in parte distruttiva, essendo il suo pensiero determinato essenzialmente da concetti irrazionali.
Ha sempre delle soluzioni preconfezionate, essendo inaccessibile all'alterazione, e tende nei suoi giudizi a razionalizzare delle conclusioni irrazionali preesistenti o "prestabilite".
L'immobilismo e l'attaccamento alla tradizione sono dei riferimenti costanti. Intollerante, egli non sopporta alcuna idea in grado di spazzare via i suoi pregiudizi.
La reale motivazione del suo agire non è mai quella che indica, ma crede fermamente nei fini che si prefigge, agendo sotto l'effetto di una compulsione strutturale, costretto del suo stesso male.
Detesta e combatte tutto ciò che lo contraria.
La sua sessualità è sempre sadica e pornografica, caratterizzata dalla presenza simultanea di lascivia sessuale e di esigenze morali sadiche.
Sviluppa un odio selvaggio su tutto ciò che può suscitare delle idee orgasmiche. Qui ha origine la sua intolleranza rispetto a tutto ciò che è amore naturale e la sua grande capacità nel condurre a termine, con soddisfazione, un sistema elaborato di delazione e diffamazione.
Detesta il lavoro ed è attratto con predilezione dall'ideologia mistica o politica. Non concludendo mai nulla, è incapace di un'attività organica e progressiva. Vittima di una educazione autoritaria e ossessiva, gli si rivolta contro, ma la sua rivolta non ha alcun obiettivo sociale razionale.
Disprezza i suoi collaboratori, il motivo delle sue relazioni interpersonali è il desiderio di distruggerle utilizzando preferibilmente la diffamazione sessuale, la calunnia a fini sadici, attribuendo la propria depravazione alle sue vittime.
Purtroppo io ho un atteggiamento nevrotico e per quanto io possa ricordare, la nevrosi ha guidato la mia vita fino ad oggi. Non credo di avere la forza e il tempo necessario per correggerla od estinguerla, ma ne sono diventato consapevole e questo è già un cambiamento.
Ma cosa c'entra il Covid?
Ho scritto e riportato la pappardella di cui sopra non senza una ragione.Il 21 luglio 2021 ho scritto quanto segue:
UN'OPERA D'ARTE
E come altro si potrebbe chiamare questa cosa dell'essere riusciti ad ingabbiare 8 miliardi di persone nel giro di un anno e mezzo?
Io la chiamo opera d'arte.
Lasciamo stare per un attimo, il fatto che ognuno di noi considera arte qualcos'altro e concentriamoci sul fatto che 8.000.000.000 di individui sono disperatamente, amorevolmente, entusiasticamente, inesorabilmente e fatalmente innamorati di un prodotto mediatico magistralmente, divinamente orchestrato.
Non si tratta di dare la colpa a questo o a quello, ma di ammettere che l'aver frammentato una intera umanità in miliardi di singoli individui che vivono ognun per se', vedendo nell'altro non un fratello ma un nemico, è stata una opera che nessuna divinità è riuscita a fare nella storia dell'umanità.
Ra era il dio degli egiziani, ma ai greci non fregava nulla di Ra, per loro era Zeus. Per i cristiani c'è Dio, per i musulmani Allah, ma nessuno di questi dei è riuscito a coagulare intorno a se' tutta l'umanità.
La televisione, la "scienza" ci è riuscita in meno di due anni.
Fenomenale. Straordinario. Fantastico.
Non siamo riusciti ad essere una umanità nella possibilità di farlo, ma dal 2019 siamo diventati una disumanità nel dovere di farlo.
Hanno la mia stima. Lo dico sinceramente.
Riflettendo su quanto siamo costretti (ma forse anche no) a vivere, mi chiedevo qual mai fenomeno abbia potuto generare la tragedia umana attuale. Ho pensato agli ingegneri ed agli architetti di tutto questo, ma non sapevo da cosa fossero spinti. Ora lo so.
Sono spinti da loro stessi, dalla loro peste interiore. E sono sostenuti da tutti noi, che li critichiamo, ma non riusciamo ad agire per riportare noi stessi all'armonia, perché siamo noi stessi gli appestati. Questo è il vero contagio, il vero virus, la vera infezione.
Abbiamo l'anima infetta e lo dico non come accusa, ma come semplice constatazione di uno stato emotivo di fatto. È solo una presa di coscienza.
Lungi da me l'accusare. Non lo faccio e non lo voglio fare. Non voglio dare a questa peste ulteriore energia.
Chi leggerà queste righe potrà essere preso dalla rassegnazione o dalla rabbia e non è un difetto o una colpa. È solo il suo stato, che comprendo e accolgo.
Il Covid è una occasione per capirci, per guardarci anche se ci dicono di non farlo. Una occasione per comprendere, sulle nostre stesse ceneri, che il tornare a ciò che siamo stati è un nuovo modo per sostenere la peste emotiva.
Il Covid, e tutto l'apparato deleterio e malato che gli gira intorno, è l'occasione per capire come poter essere diversi, per riconquistare quell'Amore per la vita che ci siamo persi e non per colpa.
Possiamo capire chi è il vero virus, possiamo capire chi siamo stati, possiamo capire come accoglierci tra noi e in noi e possiamo dare un futuro diverso ai nostri bimbi perché, ci piaccia o no, la vita andrà avanti e possiamo scegliere da che parte andare.