Sono o dovrei essere?
23 novembre 2019
Tutto è difficile
prima di essere semplice.
Thomas Fuller
Sabato e domenica scorsi ho partecipato ad un corso sulla Chiave di Nascita, messa a punto da Jean Philippe Brebion. L'insegnante è riuscito a farci ragionare su, e a farci sentire cosa sia, la nostra verità, quella profonda, quella che nonostante tutte le architetture di camuffamento, non può in alcun modo essere cancellata o cambiata. Ci ha fatto capire come il progetto, la realizzazione e la nascita della nostra persona, abbia inciso immutabilmente sulla nostra vita.
«Oh bella! E cosa c'entra questo con le 5 Leggi Biologiche sulle quali si fonda questo sito?» chiederete voi.
C'entra eccome e voglio ricordarvi altre teorie che indicano come i 18 mesi precedenti alla nostra nascita abbiano influito fortemente sul nostro modo di vedere la vita e, quindi, sul nostro modo di imbattere in situazioni conflittuali.
Ma non è sulla Chiave di Nascita che ho basato questo mio articolo, quanto su ciò che mi è rimasto da quel fine settimana così utile per me.
In ultima analisi, si può dire che sulla base dei lasciti ricevuti dal Progetto (9 mesi prima del concepimento), dalla Realizzazione del progetto (i 9 mesi di gestazione) e dai 9 mesi dopo la Nascita (Constatazione), possiamo vivere la nostra vita in Coscienza (assonanza con il nostro interno) o in Dualità (dissonanza tra interno ed esterno).
Nel primo modo di vivere tutto è così come è. Siamo nella pace tra interno ed esterno. La vita si dipana senza sforzo, lasciandoci il tempo e il modo di gustarla.
Nel secondo modo di vivere tutto o quasi è dissonante. Non siamo in pace tra interno ed esterno. La vita la si deve conquistare di ora in ora, lottando, stancandoci.
Azzardo nel dire che stando in Coscienza è forse più difficile incorrere nei conflitti biologici, mentre stare in Dualità può rendere questi conflitti più "facili". Metaforicamente parlando, stando in Coscienza ci rende permeabili alla vita. Fa sì che possiamo scivolare in essa con bellezza, armonia, accoglienza, equilibrio e totale integrazione. Stando in dualità tendiamo a chiudere le porte, intrappolandoci in noi stessi, inciampando nella strada della vita, giudicando(ci), legando(ci), rendendo(ci) impermeabili alla vita.
Ho riflettuto su queste cose e mi sono apparse spontaneamente queste coppie di definizioni:
- CHI SONO
- PERCHÈ SONO
- COME SONO
- DOVE SONO
- CON CHI SONO
- Chi dovrei essere
- Perché dovrei essere
- Come dovrei essere
- Dove dovrei essere
- Con chi dovrei essere
Se so chi sono, senza un perché che non sia il mio, come sono, dove e con chi, sono nella Coscienza del mio essere. È difficile che abbia conflitti biologici se non quelli dovuti al boccone vitale (cibo, respiro, riproduzione) e quelli dovuti a minaccia alla mia integrità (aggressione), ovvero i conflitti alla mia stessa esistenza.
Se credo che dovrei essere in qualche modo, per una o più ragioni non mie, nel modo che suppongo sia conveniente, nel posto che mi convinco sia più utile e con le persone che conviene frequentare, sono nella Dualità. Non sono più Uno, sono diviso in due. È facile incorrere nei conflitti biologici, sia del primo tipo (boccone e integrità) che del tipo legato alla socialità, alla capacità ed al territorio. Posso essere prono a confliggere con molti più eventi possibili.
In questa ottica è possibile dire che ammalarsi è spesso una scelta.
Quando si sceglie di sdoppiarsi.