Violenza sulla Donna
30 novembre 2019
La storia delle donne
è la storia della peggiore forma di tirannia
che il mondo abbia conosciuto:
quella del debole che domina il forte.
È l'unica tirannia che resiste al mondo.
Oscar Wilde
Queste pagine non sostituiscono in alcun modo il consulto con operatori di supporto, psicologi e/o medici.
Non sono contenuti suggerimenti su terapie o rimedi utili al trattamento del singolo caso. A tali fini si suggerisce la consultazione di operatori di dimostrata e affidabile preparazione.
Premessa
C'è la tendenza, per lo più dovuta a finalità espositive, a distinguere accademicamente gli effetti della violenza sul piano fisico e su quello psicologico, come se si potesse parlare di due entità distinte. Io credo che per comprendere meglio l'intensità del vissuto traumatico, sia ora di parlare di violenza olistica.
Per prima cosa è necessario comprendere che non è importante concentrarsi sull'intensità dell'atto di violenza sulla donna, ma su quanto è stato intenso il percepito della donna rispetto a quell'atto. Talora può essere estremamente violento un singolo schiaffo o una singola parola. Non va analizzata la violenza dell'evento in base al proprio giudizio, ma andrebbe vissuto secondo il giudizio della donna che lo ha subito.
Nel momento in cui la donna riceve violenza da un uomo, questa è olisticamente coinvolta, ovvero sono simultaneamente coinvolti i tre livelli che contraddistinguono ogni singolo individuo. Dirò di più, l'intensità della violenza esce anche dal contesto corporeo e psichico per coinvolgere anche l'aspetto ambientale (la violenza domestica colpisce la donna nel suo aspetto più intimo, il nido, dove non può chiedere aiuto e dove si sente totalmente indifesa).
Lo so, è difficile capire tutto questo, proprio perché la nostra mente non riesce a comprendere l'evento violento senza scomporlo in sezioni di facile dominio, ma la violenza subita o che si sta subendo, è totale; un evento estremamente difficile da dominare.
I Tre Livelli
È importante comprendere questa parte.- Psiche
Principio che corrisponde a un concetto di 'anima'. Complesso dei fenomeni e delle funzioni che consentono all'individuo di formarsi un'esperienza di sé e del mondo, e di agire in conseguenza. Struttura che applica il valore emotivo agli eventi; - Cervello
Il Computer che gestisce tutti i segnali in entrata al, e uscita dal, corpo. Struttura che contiene tutti i programmi biologici; - Organo/Tessuto
L'hardware del corpo, le componenti composte da altre subcomponenti.
La violenza vissuta come Conflitto Biologico di...
- sopravvivenza o conflitto esistenziale. Riguarda i tessuti e gli organi più arcaici;
- attacco, di insudiciamento, di sradicamento. Riguarda l'integrità della donna che si sente attaccata, insudiciata, sporcata, deturpata. Coinvolge tessuti e organi adibiti alla difesa meccanica;
- inadeguatezza o di incapacità o di impotenza. Riguarda la capacità della persona ad affrontare la vita e le sue sfide. Coinvolge organi e tessuti adibiti al sostegno, al movimento, all'integrazione, alla lotta;
- separazione o distacco. Riguarda i contatti sociali, affettivi, biologici mancanti o non voluti. Coinvolge organi e tessuti adibiti alle relazioni.
- territorio e identità. Riguarda la perdita, la minaccia, l'invasione del proprio territorio/identità. Coinvolge organi e tessuti adibiti alla marcatura della propria identità/territorio.
La donna che subisce violenza vive, in base all'intensità dell'aggressione ed alla sua durata, da una a più di queste conflittualità. Non è da escludere che possa viverle tutte.
La violenza a livello psichico
- intensa solitudine e isolamento (il o i violentatori forzano la donna in luoghi sconosciuti e isolati);
- perdita dei riferimenti (non può richiamare nessuno, perde di vista i suoi punti cardinali, non sa ne' dove, ne' quando);
- minaccia intensa alla propria integrità (percepisce le percosse, i colpi, la violazione della sua intimità, le offese, la derisione, le trazioni, gli odori schifosi, i lacci che la bloccano);
- annichilimento (senso di crollo interiore, collasso);
- impotenza (incapacità di uscire dalla morsa, incapacità di scappare, di divincolarsi, di chiudere le gambe, di opporre una difesa, di accettare l'altro, incapacità di parlarne);
- alienazione (spostarsi su un piano di spersonalizzazione, considerarsi aliena alla situazione, perdita di identificazione di se' stessa);
- paura e spavento;
- rancore (intensa rabbia soppressa ed autoalimentante);
- violazione dei limiti non rispettati/riconosciuti;
- schifo/ribrezzo (le mani addosso, la penetrazione, i liquidi organici, gli odori);
- opposizione (il contrasto viscerale all'evento, l'impossibilità di passare all'azione).
Queste percezioni possono intervenire in varie combinazioni, in base alla struttura psichica della donna.
La violenza a livello cerebrale
Queste percezioni, ovviamente, avviano nel cervello programmi speciali, biologici e sensati che tentano di far si che la vita sia preservata, che sia garantita la sopravvivenza. Sono coinvolti diversi livelli cerebrali:
- corteccia frontale e prefrontale
- corteccia temporale ed insulare
- corteccia motoria
- corteccia sensoria e post-sensoria
- sistema limbico
- cervelletto
- tronco cerebrale
È importante comprendere che le aree attivate dalla violenza rimangono attive per sempre nell'esecuzione dei programmi raccolti in esse. Ad esempio, l'attivazione delle aree corticali prefrontali e frontali può attivare le funzioni tiroidee, alterare l'equilibrio glucidico, indurre l'eccesso di ansia e spavento, causare ripetuti e invalidanti attacchi di panico. E ciò fino a che la donna non vede risolto il suo stupro (evento non impossibile, ma assai difficile). Solo il tempo e la naturale tendenza all'adattamento, possono ridurre di intensità le azioni cerebrali.
Non va dimenticato che se la donna riceve colpi sulla testa a finalità di stordimento, l'area cerebrale coinvolta dal colpo, rimane attiva e mantiene vivi i programmi biologici che le appartengono. Una sorta di attivazione perenne che consuma enormi quantità di energie, sbilanciando l'armonia interemisferica.
La violenza a livello comportamentale
L'intensità dell'aggressione può mettere in atto modificazioni comportamentali di varia gravità e durevolezza.- costernazione: della donna che ha visto minacciata la propria stessa sopravvivenza/esistenza. È in stasi. Totalmente fuori dal tempo e dallo spazio, in attesa che la tempesta finisca;
- morte emotiva: della donna che ha subito attacchi su tutti i fronti e l'unica cosa che le rimane è spegnere ogni emotività. Logoramento estremo, distacco dalla sfera emotiva. Perdita di ogni aspettativa, repressione di ogni pulsione emotiva, refrattarietà al dolore fisico, alla sofferenza. Mentalmente bruciata;
- megalomania: della donna così annichilita da inventarsi una resurrezione su basi megalomani, specie nella sfera sessuale;
- svampitezza: della donna la cui angoscia, il cui spavento la porta ad andare in orbita, sopra le nuvole, con la testa altrove, tale da apparire "svampita". Distacco sociale, alienazione relazionale.
- maniacalità/depressione (bipolarismo): della donna che vive alternativamente momenti di euforia e momenti di disperata depressione a cui può conseguire la
- mania suicidiaria: specie nel momento in cui sembra risollevarsi da un forte esaurimento mentale. Il tono con cui tenta o realizza il suicidio, può essere di grande drammaticità;
- aggressività e mania omicidiaria: della donna il cui rancore e la cui frustrazione giungono a livelli per cui intraprende la via della violenza per poter definire e rimarcare la propria identità;
- smemoratezza e dissociazione: della donna per la quale la brutale aggressione coinvolge le aree associative post-sensoriali, inducendo un logoramento delle aree mnemoniche;
- dipendenze (vedi): della donna che tenta di sedare il proprio dolore con sostanze di vario genere (alcool in primis, tabacco, farmaci, stupefacenti).
- disturbi del sonno
La violenza a livello fisico
Sul piano fisico, al di la' dei noti e descritti traumatismi genitali nello specifico e corporali in generale - effetti che avvengono nell'immediato - possono sopraggiungere più tardivamente:
- disturbi del ciclo ovulatorio, per alterazione della bilancia ormonale;
- problemi sensoriali (parestesie) e/o motori (paralisi), per il coinvolgimento traumatico diretto o per alterazione biologica delle aree motorie corticali;
- vaginismo, quale meccanismo sensato per evitare ulteriori aggressioni sessuali;
- anorgasmia, quale effetto tardivo della violenza sessuale. Il sesso diventa un pericoloso ricordo della violenza subita;
- azzeramento della libido, per il sovvertimento della bilancia ormonale e conseguente abbassamento della quota estrogenica e testosteronica;
- dispareunia, come conseguenza della violenza genitale subita e che si collega al...
- ...dolore pelvico cronico;
- disordini del tratto urinario, sia per traumatismo diretto che per l'incapacità della donna di eliminare il sudiciume ricevuto con la violenza sessuale, per non dimenticare l'incapacità di marcare il territorio;
- gravidanza indesiderata;
- AIDS, non come ipotetica aggressione virale, ma come un complesso di conflitti che induce immunodepressione, autodistruzione e infezioni ricorrenti.
Il Violentatore
Se è importante comprendere la posizione e il vissuto della vittima, non è da trascurare l'analisi delle ragioni che portano un uomo a fare ciò che delittuosamente ha fatto.
Se un uomo giunge a usare violenza fisica, psicologica e sessuale nei confronti di una o più donne, le ragioni possono essere biologiche.
Intendo riferirmi ad alcune Costellazioni Schizofreniche:
- Costellazione Casanova: l'uomo può aver vissuto importanti e irrisolti conflitti di frustrazione sessuale (sinistro) + perdita di territorio (destro) + doppia perdita emotiva (testicoli). Ciò può portarlo a sviluppare un interesse molto pronunciato per le donne, nel tentativo biologico di riconquistare il territorio nel quale riprodursi. Non è un "porcaccione" come lo si intende mentalmente. Sta solo esasperando la riconquista della funzione biologica primaria = proseguire la specie.
Diventa aggressivo se il secondo impatto (una ulteriore perdita emotiva - come l'essere lasciato nuovamente da una donna, magari in modo denigratorio e inaspettato) colpisce l'emisfero sinistro. Il testosterone diventa prevalente e si approccia alle donne in modo molto diretto e forte, da esibizionista. Può divenire patologico, soprattutto in uomini mancini, dal momento che sono doppiamente mascolini. - Costellazione Aggressiva: l'uomo può aver vissuto importanti e irrisolti conflitti di indecisione / identità territoriale (sinistro) + contrarietà o rabbia territoriale (destro). Potrebbe vivere intensamente l'intrusione di un competitore, il mancato rispetto del proprio territorio. L'aggressività è particolarmente evidente - nel maschio destrimane - quando il secondo impatto (una nuova violazione del suo territorio, essendo irrisolta la prima invasione) è più intenso. Il testosterone prevale e l'uomo diventa aggressivo in modo manifesto e socialmente difficoltoso. Se la propria compagna mette in crisi il suo territorio (si intromette nella gestione del suo territorio, gli si dimostra competitiva e non collaborativa, fa vacillare il suo ruolo maschile) potrebbe ricorrere all'aggressività come estremo tentativo di riconquistare il dominio territoriale e riassestare i ruoli;
- Costellazione Omicidiaria: l'uomo è in preda a svariati conflitti, in attività, riguardanti frustrazione sessuale + indecisione/identità territoriale (sinistro) + perdita de territorio + contrarietà territoriale (destro). Non solo ha problemi di aggressività legati a contrarietà territoriale (perdita territoriale con forte rancore), ma ci sono coinvolgimenti a livello sessuale e identitario. L'uomo può percepire che la propria compagna non sia solo un rivale, un competitor di successo, un individuo che ricopre un ruolo non proprio, ma potrebbe percepire l'ostilità sessuale, la dominanza e/o il ricatto sessuale. Non solo percepisce la presenza di un rivale in amore (non percepisce la compagna come femmina), ma potrebbe percepire che non ci sono possibilità riproduttive (impedimento alla riproduzione). La soppressione, l'eliminazione del rivale biologico, rimane l'unica, drammatica e drastica soluzione a riconquistare il diritto al proprio territorio ed alla propria riproduzione;
È interessante notare come ci possa essere una escalation nella conflittualità di un uomo che ha commesso violenza nei riguardi di una donna.
Per sue e solo SUE vicissitudini, legate alla propria educazione e ammaestramento, l'uomo può aver avuto iniziali difficoltà di approccio al mondo femminile (forse a causa di una figura materna particolarmente difficile), vivendo delusioni e abbandoni vissuti dolorosamente. In risposta al mandato originale di voler conquistare una madre sfuggente, rivale, fredda od ostile, l'uomo finisce per accompagnarsi con una donna che, ad una analisi attenta, si rivela essere assai simile alla madre. La conflittualità mai risolta, può rinvigorirsi con l'aggiunta di ulteriori conflittualità che possono rendere l'uomo dapprima aggressivo e poi fatalmente soppressivo e killer.
RIPETO, questa mia supposizione, oltre ad essere tale, non vuole giustificare alcun atto violento o femminicida. La violenza rimane tale e il femminicidio un dramma umano.