Attivazioni Biologiche

Cicli Biologici Memorizzati

05 aprile 2020
Perla saggia:
L'ereditarietà è inaccessibile all'influenza del medico.
Ognuno nasce con le proprie tendenze ereditarie alle malattie,
e noi non possiamo fare niente per cambiarle.

Sigmund Freud

Tratto da "Tratado di Biodescodificacion" di Enric Corbera
Traduzione e adattamento di Giorgio Beltrammi

Marc Frechet, come tanti altri, si è ispirato ai lavori della psicoanalista Anne Shützenberger. Costei lavoro più in la del conflitto scatenante e trovò un metodo per scoprire i conflitti programmanti.

Sviluppò:

Occorre precisare che tutti questi fenomeni che scoprì non sono leggi immutabili o assolute, ma invece tendenze o inclinazioni che ci parlano dell'inconscio familiare.
Di fronte ad uno stesso evento shoccante, non tutti reagiamo allo stesso modo. Ognuno ha un percepito specifico, personale e mostrerà sintomi differenti a quelli mostrati da altri, o non ne mostrerà nessuno.
Qual'è la differenza che determina la differenza? Ci addentreremo in un campo che ci permetterà di comprendere come un conflitto è vissuto in una maniera particolare.

I Cicli Biologici Memorizzati

Il nostro organismo conserva la memoria delle battaglie della nostra vita che avvengono secondo dei cicli, come i cicli di memoria rispetto ad un lutto, ad un incidente, etc. Un esempio è relativo al Ruanda; una donna spiega che ogni anno, nelle stesse date si fanno risentire le sue vecchie ferite provocate dalla tortura subita durante la guerra.
Questo ciclo è spazio-temporale. Un ricordo si attiva più volte all'anno. Il giorno dell'anniversario di... è come se il cervello si accordasse, è come una rilettura inconscia dell'evento traumatizzante passato.
Tutto ha un Senso Biologico e, in questo caso di rilettura, è fornire una opportunità extra per apportare una soluzione differente e più adeguata. Non dimentichiamo che sopravvivere è anzitutto adattarsi e che dobbiamo cambiare, apportare soluzioni, al vissuto del nostro clan, attraverso la nostra discendenza.

Ciò è dovuto al fatto che, dato un avvenimento che marca la nostra vita, come un conflitto non risolto, l'inconscio genera un ciclo come soluzione, in modo che sia rivissuto al doppio dell'età in cui è avvenuto tale evento.
Ad esempio, un conflitto vissuto all'età di 5 anni e non risolto, si ripresenterà a 10 anni, poi a 20, poi a 40 e poi a 80 anni, se continua a rimanere irrisolto.


Giorgio Beltrammi
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C'è un segnale che non dovremmo mai lasciar perdere. Ovvero un conflitto minore che provoca una grande risposta fisiologica. Possiamo sospettare che ci sia una riattivazione di un conflitto programmante vecchio, irrisolto e nascosto.
Tieni presente che, quando una persona sperimenta un bio-shock, è come se una parte di questa persona smettesse di crescere da quel momento dello shock, è come se si fosse congelata lì e tutto il resto è cresciuto. Mentre questa parte di noi è bloccata in quel momento, è lei che sta pilotando la persona. Non siamo più quelli che decidono. Quindi l'eccesso è sempre la firma di un conflitto: Più il comportamento di una persona è sproporzionato e irrazionale, più si trova in una realtà inconscia, non è più nella realtà di oggi, si rivolge a un'altra realtà.
È come un orologio interno, che si ricorda di tutto ciò che abbiamo vissuto, sia emotivamente che cronologicamente e senza bisogno di pensarci coscientemente.

Come diceva C.G. Jung:
«Tutto ciò che non viene riportato in coscienza, torna in forma di destino.»
«Ciò che l'io non riesce ad incorporare, diviene malattia.»
La presa di coscienza di questi schemi di ripetizione è la prima terapia, e la maggior parte delle volte è sufficiente per interrompere il processo.
Inoltre sappiamo che, se la memoria si trasmette di generazione in generazione, non è per distruggere la vita, ma per l'istinto di sopravvivenza. Se in una generazione passata c'era solo una persona in pericolo, essa trasmette l'informazione di pericolo alla propria discendenza affinché possa adattarsi e sopravvivere. Pertanto porteremo memorie di storie che non abbiamo vissuto.
Recuperare il potere della nostra vita è riconoscere che siamo responsabili di ciò che abbiamo vissuto da quando siamo nati, che abbiamo tutto il potere per cambiare in questo momento. Finché non arriviamo a questo, non lasceremo andare il problema. È in questo punto dove possiamo risolvere i nostri conflitti e guarirci.

Abbiamo già visto ciò che è il conflitto bloccante e la necessità che la gente riconosca la nostra sofferenza è un conflitto bloccante. La posizione di vittima blocca tutta la presa di coscienza e non ci permette di guarire.
Qualcosa che possiamo sempre raccomandare a una persona che è in questa posizione, è che scriva un dossier di tutte le sofferenze e ingiustizie che ha vissuto fino ad ora e che non se ne dimentichi nemmeno uno. Che le raccolga fino a che si domandi: "Si tratta di passare da una situazione in cui ho bisogno che tu riconosca la mia sofferenza, a quella in cui se tu non vuoi riconoscere la mia sofferenza, peggio per te, io continuo a distruggere la mia vita!"
Quando la persona è capace di fare questo, ovvero che non si posiziona come vittima, recupera il potere sulla sua vita. A un dato momento, per poter andare avanti, è necessario che la persona riconosca che è responsabile di ciò che sta vivendo. Se si è responsabili di qualcosa, si ha tutto il potere per cambiarlo.

Postulato di base:
L'essere umano è ciclico come la Natura da cui emerge ed è soggetto ai cicli che organizzano la sua vita fisica e mentale mediante la mediazione cellulare. È come se le cellule avessero memorizzato l'insieme dei messaggi che riguardano la vita del soggetto, nel corso di un primo ciclo di vita.

Marc Frechet scoprì due tipi di cicli:
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Cicli di Autonomia - Cicli Verticali

È un altro elemento apportato da Frechet, che anche se si presenta in termini di ciclo biologico e memoria cellulare, è legato all'età dell'autonomia. Da una certa età, una certa data, l'essere cambia la sua relazione con il mondo esterno.
La prima autonomia è quando veniamo al mondo, come bebè, è la prima volta che respiriamo con i nostri polmoni, mangiamo con la nostra bocca, digeriamo con il nostro sistema digestivo,... perché prima della nascita tutto ciò veniva fatto nel ventre materno, grazie al sangue di mamma.
Una volta adulto si abbandona papà e mamma. Ci si guadagna la vita, si lascia il recinto famigliare.
L'Età dell'Autonomia è descritta come l'età in cui siamo in grado di cacciare da soli, in altre parole possiamo soddisfare da soli i nostri bisogni alimentari. Questo è il criterio più importante. Se una giovane donna cambia dipendenza, dalla dipendenza dai genitori alla dipendenza dal marito, questo sarà il criterio dell'età dell'autonomia.
Se guardiamo al regno animale, durante l'infanzia degli orsi, la madre ha un grido specifico per avvertirli del pericolo. Dopo aver sentito l'urlo, gli orsi si arrampicano su un albero e non scendono di nuovo fino a quando non sentono un altro grido specifico dalla madre che indica che il pericolo è passato. Quando la madre sa già che biologicamente i suoi orsi sono autonomi, taglia lei stessa il legame. Emette il segnale di pericolo, gli orsi si arrampicano sull'albero e lei se ne va definitivamente.

Spesso è molto difficile rendersi conto dell'età dell'indipendenza: molte persone, ad esempio, escono di casa e ritornano anni dopo, oppure lavorano ma vivono con i genitori o vivono nel proprio appartamento e la madre va a lavar loro i vestiti o portano cibo o entrambe le cose. Quando l'autonomizzazione è mal sperimentata o difficile, può essere utile cercare la difficoltà della madre nel lasciare andare i suoi figli.

Il periodo tra la nascita e l'età dell'autonomia è generalmente compreso tra i 16 e i 31 anni e costituisce un percorso che rappresenta il primo ciclo. Da questa età inizia il secondo ciclo, in cui la persona rivivrà gli stessi stadi, rifarà il percorso per rivivere ciò che è stato vissuto male, per finire ciò che non è stato finito.
Qui l'orologio biologico inconscio ripete la situazione in modo da poter riparare ciò che è rimasto sospeso.

Esempio: Donna di 50 anni, la sua età dell'autonomia avviene a 14 anni.
Giunge a consulto perché è vittima di molti incidenti e l'ultimo è avvenuto in prossimità dei 48 anni.
Vediamo quando inizia il suo ciclo di autonomia, è a 14 anni. Sua madre è una madre assente, ovvero depressa, e lei si deve occupare di tutto e della casa. Le chiedo che cosa è successo a 5 anni e lei, senza battere ciglio, mi dice che è stata investita da una bicicletta e a 19 anni è stata investita da un'auto, a 33 anni si è separata dall'unico ragazzo che ha avuto e ora a 48 ha avuto un grosso incidente automobilistico frontale in cui è quasi morta.

Questa è una donna che chiamiamo: "ragazza incidente". Era una ragazza indesiderata, una donna che non si è sposata perché nel suo progetto significativo si occupa anche di genitori e fratelli.
Qual è l'interesse, per lei, a ripetere costantemente gli incidenti? Il significato biologico della ripetizione è darle una seconda o terza opportunità per risolvere il conflitto. Per il cervello, ciò che lo mette a rischio è questo stress eccessivo. È come se la natura avesse previsto questa uscita di emergenza, che le permetterà di rianimarci una volta e più volte fino a quando lei diventa consapevole e guarisce il suo progetto senso e libera la sua famiglia
Tutto ciò che è stato registrato nel primo ciclo e che non è stato possibile curare, verrà ripetuto nei cicli seguenti. Pertanto, questo ciclo di autonomia le permetterà, in pochi minuti, di lavorare sul conflitto di programmazione, che è l'incidente avuto all'età di 5 anni, e di entrare nel programmante strutturante che si trova nel Progetto Senso. Occorre fare il lutto di tutto questo per potersi liberare e proiettare il proprio senso della vita.


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Esempio: Una donna viene a colsulto per una flebite che dura ormai da diverso tempo. Ha 51 anni e le domando riguardo all'età dell'autonomia. Questa inizia ai 13 anni, quando sua madre molto ammalata al sistema circolatorio, rischia l'amputazione della gamba e suo padre muore l'anno successivo.
La diagnosi di flebite risale ai suoi 50 anni e le chiedo cosa sta succedendo in questo momento della sua vita. È un tema di sangue, pertanto è una questione di famiglia. Mi dice: "Mi sento intrappolata nella cura di mia madre e del mio fratello alcolista". Facciamo i cicli verticali e vediamo che a 37 anni lascia l'impresa dove lavorava e si mette in proprio, a 24 anni muore sua nonna che era come sua madre e ricorda che inizia ad avere problemi di varici ai 13 anni, ossia all'età dell'autonomia.

Come vediamo, questa persona, fin da piccola, è condizionata a vivere e ad essere in una situazione in cui si sente imprigionata. Questo è il significato biologico delle vene varicose, liberarla da quella catena. La situazione si ripete, come vediamo nei cicli, in modo che si accorga che deve liberarsi. L'esempio di ciò che dico lo vediamo all'età di 37 anni, quando decide di essere autonoma. Dal momento che ciò non si applica nel contesto strettamente familiare, la malattia è complicata nel ciclo successivo.

Cioè, se la nascita è stata facile e senza problemi, sarai facilmente autonomo nella tua vita. Se la nascita è stata difficile o pericolosa, avrai difficoltà ad essere autonomo nella vita.
Il fatto di realizzare il ciclo in verticale permette di identificare rapidamente, tutta la storia della persona.

Esempio del professor Jean Guillaume Salles. Questa paziente inizia l'età dell'autonomia quando si sposa, passando dalla dipendenza finanziaria dai suoi genitori alla dipendenza finanziaria da suo marito. Quando aveva 19 anni.
Abbiamo iniziato a lavorare all'età di 64 anni ed era molto interessato a seguire la formazione in Biodecodifica.
Ha iniziato la sua formazione in Biodecodifica all'età di 64 anni e, se questo ha senso ed è importante per lei, suppongo che ci siano altre cose che devono essere riparate, perché questo è un evento positivo per lei, che le consente di realizzarsi. Quindi vediamo cosa è successo nei cicli precedenti.
La formazione inizia all'età di 64 anni, cioè 57 + 7.
38 + 7 divorzi da 45 anni
19 + 7 26 anni suo marito la tradisce con un'amante
A 7 anni, ha subito l'incesto di suo padre.

Il programmante è l'incesto subito dal padre, a 26 anni rivive una forma di abuso sessuale che comprende. A 45 anni divorzia, limita la relazione e si rispetta. E all'età di 64 anni intraprende l'addestramento come riparazione.
A 57 anni si sposa per la seconda volta, in corrispondenza dell'autonomia dal primo marito a 19 anni.
C'è un secondo ciclo a 14 anni, il doppio dell'incesto. Ha la sua prima esperienza sessuale volontaria con un ragazzo che amava, che la rispettava. È come se all'età di 14 anni stesse riparando l'incesto di suo padre.
Quando divorzia a 45 anni dal marito che la tradisce, è quando lascia lo schema dell'incesto, perché non accetta più di subire l'abuso di un uomo, la mancanza di rispetto.

Nei nostri cicli possiamo trovare ripetizioni di eventi sia positivi che negativi e quando ci sono dubbi sulla nostra epoca di autonomia, basta prendere due età e fare il ciclo di ognuna.

Cicli orizzontali

Quando parliamo di un ciclo orizzontale, abbiamo la linea di vita, con la nascita. I cicli orizzontali sono molto semplici, basta prendere l'età in cui il sintomo è apparso e a ritroso si inseriscono due età che sono la metà l'una dell'altra.
Ad esempio: se un sintomo compare a 52 anni, 52 diviso 2 fa 26 e 26 diviso 2 fa 13.

Esempio: Una donna di 78 anni viene a consulto con una leucemia cronica diagnosticata a 63 anni. Dividiamo in due e le chiedo cosa è successo a 31-32 anni e lei risponde che è stato quando si è sposata e sono andati a vivere nella casa dei suoceri, dove si è sentita zittita e indifesa. Non era apprezzata ed erano contro di lei.
Sappiamo che la leucemia è un conflitto di "Non posso difendermi", di essere soli e indifesi, di non essere in grado, ecc.
Continua la sua narrazione e mi dice che quando erano sposati dovevano dare i soldi a suo suocero.
Vediamo anche che a 16 anni aveva sofferto di meningite. La meningite è un conflitto di paura per la testa, paura per la propria intelligenza. La testa in quanto "capo", può essere reale o simbolica, come ad esempio: "il capo della famiglia".
A quell'età (16 anni) era come se lei dovesse essere un uomo, perché suo padre era molto femminile. Si sentiva il capo di casa.
Abbiamo poi scoperto una credenza: "Devi sempre obbedire al marito" (capofamiglia). Questa è una frase che ha ascoltato per tutta la vita. Ciò che la preoccupava di più era che suo padre fosse felice.

Quello che dobbiamo sapere è che un singolo evento può generare diversi risentimenti, quindi diverse malattie o diversi conflitti.
A volte troveremo la soluzione nel ciclo orizzontale e se lo facessimo in verticale non troveremmo alcun risultato. Ecco perché i cicli sono strumenti, ma non sono sempre significativi.
Nella maggior parte dei casi con il ciclo orizzontale sarà sufficiente. L'80% dei casi viene risolto con il ciclo orizzontale.

Esempio: è una paziente che viene a consulto per un carcinoma ovarico e successive metastasi peritoneali. Ha 53 anni e ha appena subito un intervento chirurgico e sente di dover ricorrere al Biodecodificazione, perché non si sente emotivamente guarita.
Produco i cicli orizzontali: La sua situazione era che non rimaneva incinta, scoprirono che le sue tube erano ripiegate, la operarono, ma lei non rimase incinta. A 26 anni, con l'inseminazione artificiale, rimase incinta. Ricorda che fin da piccola le sue ovaie erano infiammate e le facevano male.
All'età di 52 anni suo padre morì; aveva una vera devozione per lui. Questo è stato il conflitto scatenante. Il conflitto programmante fu all'età di 26 anni. Perché?
Abbiamo la risposta quando era nel grembo di sua madre. Sua madre non la voleva e cercò di abortire: la mamma aveva 26 anni, la stessa età di lei quando rimase incinta. In questo caso, vediamo un progetto senso di non essere desiderata. Quindi era per questo che aveva le tube ripiegate. Ecco la necessità di proteggere tutti, che equivale alla necessità di essere protetta. Per l'inconscio, proteggere è come essere protetti.

Cosa è successo alla nascita?

Nel cervello ciò che verrà programmato è che la nascita è autonomia. Pertanto, il modo in cui avverrà questa nascita programmerà la tua autonomia: o tutto sta andando bene e non avrai problemi a renderti autonomo, o questa sarà più complicata. Situazioni possibili:
  1. Se il forcipe interviene durante il travaglio, il bambino inizia il processo di nascita, sarà in travaglio di parto, c'è dilatazione del collo e il bambino verrà canalizzato, ma al momento di uscire è bloccato.
    Viene utilizzato il forcipe per rimuovere il bambino. Questo porterà alla vita persone che hanno difficoltà a raggiungere, da sole, la fine delle cose, perché la nascita programmerà in noi uno schema d'azione. Queste persone, quando agiscono e fanno cose importanti nella loro vita, si lanciano facilmente all'azione, ma a un certo punto si bloccano.
    Inconsciamente queste persone troveranno sempre le persone giuste, nella vita, che permetteranno loro di uscire dalla situazione in stallo, poiché al momento della nascita hanno trovato il ginecologo.
    Sono persone che, avendo difficoltà a raggiungere la fine delle cose da sole, sviluppano una forma di dipendenza e sono sempre alla ricerca di partner, sul lavoro, in società, ecc. Devono fare le cose in gruppo, perché è quello che è successo, perché è così che sono state programmate alla nascita.
    Quando il cervello bio-decodifica un conflitto, rileggerà sempre ciò che è stato registrato.
  2. Un altro tipo di nascita è nascere con un giro di cordone ombelicale. Il bambino inizia il travaglio, il collo si dilata, il bambino entra nel canale, ma il cordone diventa come un elastico e annega. Il cervello registrerà che l'autonomia è un pericolo di morte e darà alla persona la difficoltà a guadagnarsi da vivere e ad essere finanziariamente autonoma, perché alla nascita, quando lasciano l'utero muoiono e se non escono anche.
    Possono essere persone che studiano per molti, troppi anni, o sono disoccupate, o assistite socialmente ... o dai genitori.
  3. Un altro aspetto, per me drammatico, è quello dei tagli cesarei programmati. Quando c'è un taglio cesareo d'emergenza, il bambino ha almeno iniziato l'azione, il travaglio è stato fatto e lo rimuoveremo perché non c'è altra possibilità. Questo costruirà persone che iniziano un'azione, ma che dopo un momento si fermano. È come se dovessimo sempre cercarli; cercarli nell'utero della madre.
    Quando un cesareo è programmato, il bambino non ha iniziato l'azione, il travaglio non è stato fatto e questo significa che si prende il bambino e lo si strappa via. Questo spesso crea persone che si sentono totalmente impotenti nella vita, come se fossero totalmente incapaci di svolgere le cose e decidere da sole.
  4. Nascite in cui il travaglio è stato lungo e doloroso o nascite in cui il travaglio non è avvenuto. Ricorda che il cervello può creare conflitti simbolicamente. Pertanto, incontreremo persone che avranno difficoltà con i compili scolastici, con il lavoro, con la vita. Generalmente, quando la nascita è stata lunga e dolorosa, incontreremo persone che sperimentano il lavoro come sofferenza. Pertanto, se abbiamo bambini con grandi difficoltà nel portare a termine compiti scolastici, possiamo verificare come il travaglio si sia svolto alla nascita.

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