Biodecodificazione di Germi e Infezioni
20 marzo 2020
La gente di solito usa le statistiche come un ubriaco i lampioni:
più per sostegno che per illuminazione.
Mark Twain
Tratto da "Tratado de Biodescodificacion" di Enric Corbera
Traduzione e adattamento di Giorgio Beltrammi
Non possiamo parlare di germi senza fare cenno al gran lavoro del Dr. Hamer in relazione a essi.
Vediamo come ogni foglietto embrionario abbia i suoi germi specifici per mettersi in marcia al momento di realizzare la fase curativa o riparativa.
I funghi e i batteri, che sono i microbi più antichi, lavorano solo sui tumori controllati dal Tronco cerebrale e dal Cervelletto, organi dell'endoderma e del mesoderma.
I virus lavorano esclusivamente sulle ulcere controllate dalla Corteccia cerebrale di organi ectodermici, come ad esempio l'ulcera dello stomaco.
I batteri lavorano tanto sui tumori gestiti dal cervelletto per gli organi mesodermici, che per quelli gestiti dalla sostanza bianca, sempre di origine mesodermica. Tutti i microbi, senza eccezione lavorano nella seconda fase, la fase di riparazione, ne' prima ne' dopo. Dopo la fase di riparazione questi agenti si convertono nella forma non aggressiva.
Tutti i microbi sono specialisti più o meno specifici e non solo rispetto agli organi sui quali operano, ma anche rispetto al modo con cui operano.
- I batteri lavorano come spazzini sugli organi gestiti dal cervello antico e come ricostruttori negli organi sorretti dalla sostanza bianca (mesoderma).
- I virus sono ricostruttori puri. Causano un forte gonfiore e riempiono i deficit di sostanza cellulare in processi ulcerosi degli organi ectodermici.
- I funghi sono come spazzini dell'organismo, eliminano i resti.
La parola microbo ha una etimologia greca, micro = piccolo, bios = vita. I microbi sono piccole vite.
Furono scoperti all'inizio del XIX secolo e Pasteur fu colui che ottenne maggior riconoscimento. A partire di Pasteur abbiamo dato ai microbi molto potere e ce l'hanno...ma non quello che gli abbiamo dato. Vale a dire che abbiamo considerato che una malattia si genera a partire dai microbi, che sono la causa delle malattie infettive. E intorno a questo dogma, c'è un inconscio collettivo molto potente.
In Biodecodificazione diciamo che le malattie originano dai conflitti, e diciamo qualcosa che rompe gli schemi, ovvero che i microbi non sono la causa delle malattie, ma permettono la riparazione dalla malattia. Non lavorano contro di noi ma a nostro favore, come aiutanti leali attraverso milioni di anni di evoluzione. Furono programmati per i distinti centri-relè nel nostro computer cerebrale. Oggi si è dimostrato l'importanza che hanno avuto i virus nella evoluzione delle specie, soprattutto con i mammiferi.
Questi microbi sono:- Batteri
- Virus
- Funghi
- Eucariota che ha un nucleo ben differenziato con incluso il DNA ed il bagaglio cromosomico.
- Procariota come i batteri, che hanno una membrana cellulare, il nucleo è indifferenziato eppure è un essere vivo e autonomo.
I Batteri
I batteri sono la forma più abbondante, adattabile e diversificata della terra. È anche la forma più antica, giacché i batteri sono presenti da circa 5 miliardi di anni e sono stati l'unica forma di vita fino a un miliardo di anni fa.
Non avevano un nucleo differenziato, ma possedevano una membrana, un citoplasma con differenti organuli e il materiale genetico, composto dal DNA, fluttuava nel citoplasma.
Questi batteri, quando sono specificamente microbi, hanno forme diverse: cocchi (sferici), bacilli (bastoncelli), vibrioni.
Il metabolismo di questi batteri è variabile, alcuni sono anaerobi - non tollerano l'ossigeno, altri sono aerobi - necessitano di ossigeno per vivere - e altri sono facoltativamente aerobi, adattandosi alla presenza di ossigeno.
- Alcuni ottengono energia da composti organici, come quelli che producono humus.
- Altri batteri dipendono da esseri viventi, come quelli che compongono la flora intestinale. Sono inclusi i batteri che ottengono energia da componenti minerali.
I batteri si trovano in qualunque parte del pianeta. Si può dire che hanno avviato la vita sulla terra, che senza essi sarebbe stata una pietra sterile. Hanno generato l'aria che respiriamo, lo strato ozonico protettivo, l'humus, il carbone, il petrolio, il gas e i minerali. Senza essi sarebbe impossibile la vita per come la conosciamo.
Ognuno di noi trasporta circa 100 miliardi di batteri nel proprio intestino e circa un miliardo sulla pelle. Il che significa che abbiamo addosso più microbi che cellule proprie. Se sono tanto pericolosi, come è possibile che esista ancora la specie umana?
Per di più oggi sappiamo che alcuni organuli delle nostre cellule, i mitocondri, sono antiche forme batteriche e sono le nostre fonti energetiche cellulari.
È assai difficile fare un elenco dei microbi scoperti, in quanto se ne scoprono sempre di nuovi, ma un lungo elenco è disponibile a fondo pagina.
Malgrado tutti questi dati, i batteri continuano ad avere una cattiva fama, sebbene il numero di batteri coinvolti nelle malattie siano molto pochi.
Non parliamo poi dei batteri impiegati nell'industria alimentare (formaggi, pane, alimenti fermentati). A cosa servono questi batteri nell'organismo?
In Biodecodificazione vediamo che i batteri intervengono nella fase di riparazione. Come se fosse necessario un agente esterno per riparare correttamente il tessuto. Ad esempio, quando vediamo gli organi che hanno un Focolaio di Hamer nella corteccia, vediamo anche che nella fase di stress le cellule si distruggevano.
Nella fase di riparazione, i batteri intervengono per apportare energia a questa riparazione, poiché si tratta di rimpiazzare queste cellule morte. Quindi, se si moltiplicheranno, ci vorrà energia. I batteri possono intervenire anche per ripulire. I batteri gestiscono il periodo di riparazione.
Non è azzardato ipotizzare che i batteri apportino quell'energia necessaria alla ricostruzione; energia che il corpo da solo potrebbe non possedere perché è stata in larga parte impiegata durante la fase di conflitto attivo, dove peraltro la persona mangia poco e consuma molte riserve energetiche. Non va inoltre dimenticato che in Natura vale la regola che un processo biologico debba essere portato a termine nel più breve tempo possibile.
Tuttavia occorre fare attenzione a questo periodo di riparazione, perché può essere un errore dire che siccome c'è una infezione, allora si è in fase di riparazione. Infatti si può nascondere un conflitto attivo di altra natura in corso di infezione.
La malattia è la espressione di un conflitto. È certo che molte malattie sono visibili in fase di riparazione. Ma se consideriamo i tessuti che hanno un origine endodermica, ci accorgeremo che in fase attiva l'organismo moltiplica le cellule e crea massa. La malattia si può riconoscere in fase attiva. Ciò che chiamiamo cancro del colon, è una massa che compare nel colon, e rappresenta la fase attiva di conflitto. Ciò che chiamiamo verruca è una massa che compare sulla superficie della pelle e indica una fase attiva. Nella fase di riparazione ci sarà una desquamazione, che sarà aiutata dallo strofinio, il che porterà alla scomparsa della verruca senza che ce ne accorgiamo. Per altre malattie interne, la pulizia delle cellule morte verrà eseguita con l'aiuto di cellule che si nutrono di materia morta.
I Virus
I Virus sono sprovvisti di una organizzazione di tipo cellulare. Sono strutture ridotte a pochissime componenti essenziali. Non hanno metabolismo interno, non sono in grado di nutrirsi, ne' di riprodursi autonomamente. Per poter continuare ad essere hanno necessità di cellule ospiti.
I virus sono molto più piccoli dei batteri, visibili solo dal microscopio elettronico. Si compongono di materiale genetico (RNA e/o DNA) avvolto da un capside di materiale proteico. Si collocano nello spazio tra esseri viventi ed esseri non viventi.
Quando sono nell'aria o sopra degli oggetti, sono inerti, persino fragili. Il calore, l'alcool, gli acidi, sono in grado di distruggerli facilmente. Diventano potenzialmente pericolosi quando entrano in contatto con una cellula, ma non una qualsiasi cellula, ma con specifiche cellule.
Per riprodursi inducono la cellula a impiegare il proprio metabolismo a vantaggio del virus, facendo penetrare il bagaglio genetico al suo interno. Hanno due modalità per farlo. Si fanno passare come una sostanza nutritiva o si lasciano assorbire dalla cellula. Ma, in ogni caso, è necessario un aggiustamento tra la cellula che riceverà il virus e il virus stesso. In altri termini il virus ha la chiave per aprire la serratura che possiede la cellula. Nella fase successiva il virus cede il DNA che contiene e la cellula lo accoglie. Questi geni virali vanno a duplicarsi. Cosa trasportano questi geni? Informazioni. In Biodecodificazione si crede che i virus permettano la modificazione di alcune informazioni all'interno della cellula. È estremamente importante nella comprensione di ciò che avviene in Biodecodificazione.
C'è un conflitto, ovvero un informazione di qualcosa di difficoltoso, il corpo si fa carico di questo conflitto e lo esprime. La riparazione avviene con un virus, un microorganismo capace di offrire una informazione diversa. Ma non una qualsiasi informazione. Infatti affinché il virus possa entrare nella cellula, questa deve essere d'accordo, in qualche modo.
E qui cogliamo un punto molto importante, in quanto i virus possono essere mortali, in alcuni casi, ma ciò non impedisce che il loro mandato sia quello di trasformare le informazioni che sono dentro la cellula.
Un esempio può essere quello delle malattie esotiche. Il nostro cervello non è preparato ad adattarsi immediatamente ai microbi che sono presenti nelle zone esotiche. L'inoffensivo morbillo, che abbiamo vissuto nell'età infantile, quando giunse nel nuovo mondo (Americhe) uccise migliaia di indios adulti, ma senza dubbio uccise pochissimi bambini. È certo che essi erano portatori del virus, ma non dobbiamo dimenticare che si ammala solo la persona o il bambino che ha vissuto il conflitto corrispondente e che si trova in fase di riparazione.
Nel caso del morbillo il conflitto di base, che colpisce i seni paranasali è : "Questo mi puzza". Non sarà che quando i conquistadores giunsero in America, il conflitto sia stato: "Ciò che sta avvenendo mi puzza, le persone che sono arrivate mi insospettiscono"? I bambini, nella loro innocenza, non lo vissero in quel modo.
Quando i bambini si ammalano di morbillo, verso i 6 anni, probabilmente si trovano nella critica condizione di dover imparare a fare delle cose per le quali non provano alcun interesse, ma che invece interessa i loro genitori, che pensano che se il figlio non studia abbastanza avrà una vita più difficile. Il non studiare abbastanza determina la punizione e il distacco dagli affetti e dai contatti che invece sono vitali per un bambino. È in quella età che si possono vivere i conflitti di separazione.
È certo che ci sono dei virus in grado di determinare la morte, ma non è verosimile che sia il loro obiettivo a prescindere dal contesto e dalla necessità biologica. Al massimo può essere all'interno del clan, in quanto il nostro primo programma di sopravvivenza è la sopravvivenza della specie. È possibile che, all'interno di un clan, la sopravvivenza della specie passi per la morte di un elemento del clan. È una domanda interessante.
Ma il compito dei virus, all'interno dell'organismo, è quello di modificare l'informazione cellulare, che si trova all'interno del nucleo ed il DNA nucleico cambia per mezzo dell'aiuto dell'RNA. Siamo al centro del tema della Biodecodificazione. Quando si parla di memoria cellulare si parla proprio di questo.
Oggi sappiamo che i virus hanno introdotto enormi cambiamenti a livello evolutivo. Per esempio, sappiamo che ciò che permette la nidificazione dell'ovulo all'interno dell'utero, avviene grazie ad un virus endogeno, che fa parte del nostro corpo da milioni di anni. Ciò è importante poiché questa nidificazione ha permesso la comparsa dei mammiferi.
La nostra corteccia cerebrale veicola questa metodica di informazione e di relazione ed è certo che i virus coinvolgono organi e tessuti di derivazione ectodermica.
Il DNA, che è il portatore dell'informazione genetica della cellula, si trova nel nucleo, che è chiuso e si apre solo nel momento della replicazione. Difficilmente possiamo comprendere che i virus entrano nelle nostre cellule e modificano l'informazione.
Come possono accedervi se il DNA è incapsulato?
La molecola che trasferisce informazioni e che codifica i geni è l'RNA. Il DNA è nel nucleo, incapsulato. L'RNA è un altro acido ribonucleico che si trova nelle cellule e ne esistono di diversi tipi. Se ci immaginiamo il DNA come una doppia elica, non tutto il DNA codifica qualcosa, solo i geni lo fanno e sono solo una parte del DNA. I geni sono ciò che realmente si esprime, attraverso meccanismi cellulari e danno luogo a una proteina o a una enzima, molecole che poi effettueranno una azione.
L'RNA messaggero è quello che si usa nella terapia genica, sebbene in forma di DNAc, o DNA codificante. Le nostre cellule sono in grado di trascrivere da DNA a RNA, mediante l'enzima RNA-polimerasi, ma non l'inverso.
Nella terapia genica ciò che si fa è di stimolare le cellule affinché producano RNA messaggero, che dia luogo a una enzima o una proteina o qualcosa di funzionale, il cui deficit sia ritenuto responsabile di una malattia, ad esempio. Mediante un enzima proprio dei virus, chiamato transcriptasi inversa (RT), si cerca di trasformarlo in DNA codificante. Lo introducono nelle cellule che hanno una qualche alterazione, come le cellule autoimmuni, le cellule cancerose e viene fatto mediante capsidi virali, che facilmente riescono ad entrare nella cellula, per introdurre determinate informazioni.
Dentro al nucleo c'è il DNA, la molecola statica. C'è solo una parte che codifica, ovvero che può leggere l'informazione e tradurla in qualcosa. La traduzione significa che, di queste parti codificanti, si fa una copia in RNA messaggero all'interno del nucleo, per mezzo di un enzima in grado di convertire DNA in RNA. Questo esce dal nucleo e, grazie ai ribosomi, si traduce in proteine, che sono le molecole funzionali del corpo.
I ribosomi sono organuli senza membrana, incaricati di assemblare proteine a partire dalla informazione genetica che gli giunge dal DNA trascritto in forma di RNA messaggero (RNAm). Sono visibili solo al microscopio elettronico.
I virus sono esseri incompleti, necessitano di una cellula per operare. Ciò che fanno è utilizzare la struttura metabolica della cellula per produrre copie di se' stessi.
Richiede la replicazione del suo acido nucleico che può essere DNA o RNA e le proteine che formano il capside. Il virus apporta l'enzima transcriptasi inversa per poter passare da RNA a DNA. La terapia genica effettua questo cammino all'inverso, da RNA a DNA. Per modificare l'informazione della cellula occorre farlo con DNA. In terapia genica si sta utilizzando il cDNA o DNAc, che è il DNA codificante.
Il Virus dell'epatite
Sembra che ci siano varie forme di epatite. Il fegato appartiene al gruppo di organi associati al tronco cerebrale, per la sua origine endodermica. È associato al concetto di "acchiappare o espellere il boccone". Le vie biliari sono di origine ectodermica, quindi si tratta di un conflitto che ha a che fare con il territorio. Si tratta di vivere il conflitto del boccone in termini territoriali («Mi rubano il cibo dalla mia dispensa»).
Il fegato è indispensabile nella funzione digestiva, nella funzione di nutrirsi. Riguardo al fegato si associa il concetto di mancanza, la paura di non avere di che sostentarsi, il timore di mancare di qualcosa, in quanto una delle funzioni epatiche è quella di accumulare e immagazzinare. Trasforma gli zuccheri in acidi grassi e li accumula per poterli trasformare poi nuovamente in zuccheri, se ci fosse una necessità. Questa funzione di immagazzinamento ha una logica correlazione con il concetto di «Ho paura che mi manchi qualcosa», in quanto se ho questa paura, procedo ad accumularla. Pertanto moltiplicare le cellule del fegato significa immagazzinare meglio.
Ma il concetto di epatite è un po' differente. Il fegato ha anche la funzione di depurare l'organismo in caso di avvelenamento e anche di filtraggio degli alimenti. È a questo concetto che si lega l'epatite. Questa malattia è associata al concetto di minaccia grave per l'individuo, come se un veleno esterno ci possa colpire. La funzione del fegato è di gestire questo veleno.
Il veleno, in termini reali, ha a che fare con funghi e piante velenose. Ma con la nostra corteccia cerebrale siamo in grado di impiegare linguaggi interpretativi diversi e l'epatite potrebbe non essere legata a termini reali. Se mangiamo un fungo velenoso è normale ammalarsi anche in modo molto grave. Ma può avvenire la stessa cosa se "mangiamo una informazione velenosa".
L'informazione la andremo a gestire a livello digestivo.
Le distinte forme di epatite sono relative a questo concetto di informazione velenosa. Ci sono le epatiti A, B, C, D. e ci sono tonalità di percezione diverse. Occorre tenere in conto questa nozione di tossicità mentale, intellettuale o biologica, nell'indagine.
- «So che è tossico», ciò può determinare una epatite A,
- «Qualcosa è avvelenato, ma non so dire cosa», ciò può appartenere più all'epatite B.
L'epatite è relazionata con la minaccia velenosa, ma vediamo che nella corteccia la minaccia velenosa nel territorio, può coinvolgere la mucosa nasale («Questa cosa mi puzza»). Quindi perché una minaccia tossica colpisce talora le narici e tal altre il fegato?
Si tratta della propria storia personale, del modo con il quale "viviamo" i nostri organi corporei ed è interessante ascoltare la fraseologia delle persone.
Se una persona dice: «Questa cosa non la mando giù», o «Mi fa vomitare», parliamo di tubo digerente.
Se una persona dice: «Di questa cosa non voglio nemmeno sentire la puzza!», sta parlando con le narici.
Ascoltando la persona sapremo con quale organo si approccia alla vita relazionale.
Ad ogni modo è sempre prioritario ascoltare la persona, prima di affidarsi ciecamente a decodificazioni rigide ed accademiche.
I Funghi
I Funghi appartengono al regno vegetale. Si nutrono di sostanze organiche morte. Le micosi, nel nostro organismo, si nutrono di sostanze organiche morte. Nelle micosi si vede la funzione di ripulitura, il compito del becchino e tutto ha relazione con la morte; con la rappresentazione che la persona ha della morte. La micosi si nutre di sostanze morte, quindi la domanda corretta è «Quali sono le sostanze morte per te?».
Al riguardo della micosi ai piedi, questi sono in contatto con il suolo e per alcune persone, nella terra ci sono i morti. Per queste persone le micosi ai piedi possono avere a che fare con varie persone morte. Ma se chiediamo loro «Dove sono i morti?« e queste rispondono che sono in cielo, verosimilmente la loro micosi non ha a che fare con la terra e dovremo cercare in altri frangenti.
Se è vero che i funghi hanno a che fare con la morte, hanno anche a che fare con la pulizia, con il ripulire, quindi in caso di micosi occorre valutare il concetto di pulizia e di morte.
Facciamo l'esempio della Candidiasi vaginale. Questa può essere a carico della vagina o a carico dell'utero con coinvolgimento secondario della vagina. In ogni modo indicano la presenza di troppe cellule morte e queste vanno eliminate.
Qual'è il senso biologico dell'aver troppe cellule morte nel canale vaginale?
C'è stata una ulcerazione della parete vaginale e la vagina è relazionata al contatto e se c'è una ulcerazione il contatto è mancante, quindi si è di fronte ad una storia di frustrazione. Quando il contatto avviene, segue la riparazione e le cellule morte devono essere allontanate.
La candidiasi può essere associata al concetto di frustrazione sessuale e questo non è solamente relativo alla mancata penetrazione da parte del maschio. La frustrazione può verificarsi anche se la penetrazione avviene regolarmente. Ciò che può determinare la frustrazione è anche la mancanza di relazione intima, come se percepisse che quello non è il maschio che ha conosciuto e che ama. Si tratta di una percezione molto sottile e ricca di sfumature.
Per una femmina con candidiasi vaginale, non è piacevole il rapporto sessuale e non è disposta a questo; il che potrebbe determinare un autoinnesco della frustrazione.
Ma il senso biologico della frustrazione sessuale è di "creare una ulcerazione per tentare di avere una relazione più intima possibile con l'uomo che voglio". Se questo contatto avviene solo sul piano fisico, ma non sul piano emotivo, la femmina rimane in condizione di frustrazione sessuale.
Occorre, in questa sede, far riferimento all'eccessivo uso di saponi e detergenti per l'igiene intima.
Il microclima vaginale prevede la presenza di numerosissimi batteri, funghi e virus, la quale agisce da meccanismo equilibratore del pH e della flora vaginale. Nessuno dei microorganismi presenti cresce oltre il limite, in quanto gli altri componenti glielo impediscono. Il metabolismo batterico determina l'odore tipico di quell'area corporea e questo odore ha importanti funzioni relazionali. Tipicamente la femmina umana civilizzata considera questo odore come qualcosa di impuro e tende a lavarsi troppo, usando detergenti e saponi aggressivi a pH troppo basico, quando invece il clima vaginale è acido.
La modificazione repentina del pH vaginale fa si che alcuni ceppi batterici muoiano, lasciando ad altri la possibilità di espandersi in modo non naturale.
Occorre rimarcare il fatto che in Natura i genitali odorano di sesso, le ascelle odorano di feromoni e via discorrendo. Ciò non significa che non bisogna lavarsi, ma che c'è molta differenza tra il voler cambiare la profumazione di aree con uno specifico odore e ottenere una buona igiene corporea.