A proposito di Epidemie
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Ci sono epidemie di ogni genere;
l'amore per la Natura è un'epidemia di salute.
Giorgio Beltrammi
1. Premessa e Puntualizzazioni
Questo articolo nasce dalla voglia di capire quanto il concetto di "malattia contagiosa" sia scientificamente, biologicamente, economicamente, politicamente, culturalmente e socialmente sensato. Credo nessuno possa negare il fatto che i recenti avvenimenti legati alla pandemia Covid 19, siano strettamente correlati alle antiche, arcaiche paure di eventi, tragici e catastrofici, avvenuti in un recente o remoto passato e credo anche che nessuno possa negare che, a farla da padrona assoluta, sia stata la Paura, più p meno supportata da fantomatici, improbabili e sconosciuti agenti virali o comunque microbiologici.
Questo mio articolo non tratterà cose riguardanti il fatto se sia stato giusto o no segregare miliardi di individui o se sia stato giusto, etico, conveniente o salutare spingerli ad accettare - con molta ignoranza e cinismo, occorre dire - un trattamento medico di fatto forzato e lesivo dei diritti dell'umano.
Non mi interessa fare questo e se sei qui per leggere cose che sostengano le tue ragioni, non proseguire, perderesti solo del tempo. Voglio solo porre - nel mio piccolo e nella ristrettezza delle mie conoscenze - un punto di partenza per analizzare su cosa veramente sia una epidemia e su quali riscontri scientifici possa definirsi un problema e non una risposta biologicamente e naturalmente sensata.
Per questo esorto cordialmente e razionalmente il lettore, a fare delle verifiche personali, invitandolo a leggere gli altri articoli inerenti l'argomento e di cui fornisco l'elenco a fondo pagina; invito anche a contribuire a questo mio lavoro, affinché l'umanità e il singolo individuo, possano emendarsi dalla paura cieca per cose che nessuno ha ancora visto.
2. Cos'è una epidemia?
Risposta data da Perplexity IA alla domanda "Che cos'è scientificamente una epidemia?"(https://www.perplexity.ai/search/che-cos-e-scientificamente-una-FcWtEYcxRlu3ltsXMaMUoQ#0)
L'epidemia è definita come la diffusione rapida e significativa di una malattia infettiva all'interno di una popolazione, che supera i livelli attesi di incidenza in un dato periodo e luogo. Derivante dal greco epi (sopra) e demos (popolo), il termine si riferisce a un evento in cui un numero elevato di individui viene colpito quasi simultaneamente da una malattia, spesso contagiosa, che si propaga rapidamente.
2.1 Caratteristiche
- Incidenza: Un'epidemia si verifica quando il numero di casi di una malattia supera le aspettative basate su dati storici per quella comunità [Riflessione: Come se un anno fosse uguale al precedente e al successivo? È realisticamente possibile?]. Questo può includere malattie infettive come influenza, tubercolosi o COVID-19, ma anche malattie non contagiose in circostanze specifiche.
- Focolai: Un focolaio epidemico è un aumento localizzato di casi, mentre l'epidemia si riferisce a una diffusione più ampia. [Riflessione: Cosa si diffonde davvero all'interno di un gruppo limitato di persone? L'esperienza di un vissuto comune interpretato come punizione o castigo o disgrazia inesorabile? E cosa si diffonde da quel gruppo di disgraziati? Paura? Panico? Minaccia? Terrore? Disperazione per la punizione divina in atto?]
- Pandemia: Quando un'epidemia si estende oltre i confini nazionali e colpisce un gran numero di persone in diverse aree geografiche, viene definita pandemia. [Riflessione: Interessante notare come in epoche remote, in assenza di informazioni intercontinentali, le epidemie europee rimanessero confinate al solo territorio europeo. Gli irriducibili diranno che il virus non ha superato la barriera dell'oceano; però ammettono che le correnti oceaniche trasportano aria, pollini e altro pulviscolo in giro per il mondo.]
2.2 Cause dell'epidemia
Le epidemie possono essere causate da vari fattori, tra cui:- Cambiamenti ecologici: Variazioni nell'ambiente che influenzano la trasmissione della malattia. [Riflessione: Questi cambiamenti come sono vissuti dalla popolazione? Quanta responsabilità ha la popolazione umana nel causare queste variazioni ecologiche?]
- Mutazioni genetiche: Cambiamenti nei patogeni che possono aumentare la loro virulenza o contagiosità [Riflessione: È da scartare l'ipotesi che i cambiamenti possono essere invece proprio all'interno dell'umano, resosi incapace di gestire alcune popolazioni microbiche, sottoposte ed adattatesi proprio all'azione dell'uomo (vedi antibiotici e vaccinazioni)?].
- Riduzione dell'immunità: Una diminuzione della resistenza della popolazione verso un agente patogeno può facilitare la diffusione della malattia [Riflessione: E cosa ha determinato tale diminuzione? È plausibile che un prodotto vaccinale possa migliorare la difesa immunitaria, senza aver prima eliminato le cause che ne hanno determinato il fallimento?].
2.3 Tipi di epidemie
- Focolaio da fonte comune: Tutti i casi derivano da un'esposizione a un agente comune [Riflessione: Possiamo escludere una fonte esperienziale in grado di destare uno sconquasso emotivo importante? Perché si continua a voler indagare solo su fonti esterne?].
- Focolaio propagato: La malattia si diffonde da persona a persona, creando nuovi casi attraverso il contagio [Riflessione: Possiamo escludere la diffusione della paura come fonte di contagio?].
2.4 Differenze tra Epidemia e Pandemia
Epidemia e pandemia sono termini spesso confusi, ma presentano differenze significative riguardo alla loro diffusione e all'impatto sulla popolazione.
- Epidemia: Un'epidemia è definita come la diffusione di una malattia infettiva che colpisce un numero elevato di persone in un'area geografica ben delimitata;
- Pandemia: Una pandemia, invece, è un'epidemia che si diffonde su scala globale, in diversi paesi o continenti. Deve avere una trasmissibilità elevata e colpire una parte significativa della popolazione mondiale. Presuppone anche che la popolazione non abbia immunità preesistente nei confronti del patogeno responsabile [Riflessione: È plausibile sostenere che la popolazione non ha immunità innate perché è importante che quel microorganismo faccia la sua azione nel momento opportuno?].
3. 5LB e Altro
Per poter comprendere il capitolo successivo, occorrono delle premesse conoscitive indispensabili.
3.1 Quarta legge
Mi avvarrò delle parole del Dr. Hamer, parole contenute nel suo testo principale "Testamento per una nuova Medicina Germanica", edito da "Amici di Dirk", l'unico vero testo ufficiale su cui apprendere.
3.1.1 Correlazioni tra cervello - foglietto embrionale - microbi
Nell'immagine sotto si vede uno schema del cervello e alla destra i microbi corrispondenti, che alla soluzione del conflitto cominciano a lavorare su ordine del cervello.
I funghi e i micobatteri (giallo), i microbi più antichi del nostro organismo, elaborano solo i tumori diretti dal tronco cerebrale degli organi dell'endoderma (foglietto embrionale interno), o demoliscono quelli che in precedenza avevano causato proliferazione cellulare, per esempio i tumori intestinali, così come i tumori diretti dal cervelletto degli organi del mesoderma-cervelletto (foglietto embrionale medio), che avevano causato proliferazione cellulare, per esempio, un tumore nella mammella femminile, pertanto riducono tutti i tumori che sono diretti dal paleoencefalo. I virus, in qualità di microbi più recenti (rosso) elaborano esclusivamente le ulcere dirette dalla corteccia cerebrale degli organi dell'ectoderma (foglietto embrionale esterno), per esempio nell'ulcera della mucosa nasale.
Schema delle corrispondenze tra aree cerebrali e microorganismi
Di questi, i batteri (arancio) elaborano in parte tanto i tumori diretti dal cervelletto degli organi del mesoderma (foglietto embrionale medio), dove demoliscono le cellule, come le necrosi dirette dal midollo cerebrale degli organi del mesoderma (foglietto embrionale medio), dove i batteri contribuiscono a ridurre e a ricostruire cellule, per esempio nelle ossa.
Il sistema ontogeneticamente condizionato dei microbi non è una teoria o una ipotesi, ma un scoperta empirica. Il principio era, di fatto, totalmente semplice.
Dopo aver scoperto il sistema ontogenetico dei tumori e delle malattie oncoequivalenti, il "sistema ontogeneticamente condizionato dei microbi" doveva cadermi tra le mani come un frutto maturo, a meno che non fossi totalmente cieco.
Di fatto, dopo aver compreso che la biologia dell'uomo e dell'animale non è per nulla insensata e mancante di sistematica, come si pensava, con il cancro che cresce impazzito e i microbi che molestano senza nessun senso o finalità, ovviamente cominciai a cercare un sistema per tutta la mia Nuova Medicina.
- La suddivisione dei microbi in funghi e micobatteri - batteri - virus
Corrisponde alla loro età ontogenetica e filogenetica:- funghi e micobatteri (TBC) sono i microbi più antichi o arcaici corrispondendo evolutivamente all'antichità, al modello del paleoencefalo
- i batteri sono i microbi "medievali" appartenendo già al modello del neoencefalo più precisamente del midollo cerebrale. Formano anche parte della "età moderna"
- i virus sono i microbi più recenti, una via tra la materia vivente e quella inanimata. Appartengono al modello della corteccia cerebrale, pertanto dal punto di vista evolutivo al "presente".
- La suddivisione dei microbi in base al foglietto embrionale
Dipende anche dalla loro appartenenza al foglietto embrionale dell'ambito organico che "elaborano".- I funghi e i micobatteri (TBC) elaborano tutti gli organi diretti dal paleoencefalo, ovvero gli organi endodermici e quelli diretti dal cervelletto del mesoderma antico, solo con riduzione cellulare.
- i batteri sono attivi negli organi diretti dal midollo cerebrale del mesoderma recente, con riduzione e ricostruzione cellulare.
- I virus sono attivi negli organi diretti della corteccia cellulare dell'ectoderma, solo con ricostruzione cellulare. Tutti i microbi lavorano in un modo sensato e sono biologicamente correlativi con l'organismo che li accoglie, come abbiamo detto, esclusivamente negli organi a cui appartengono rispetto alla loro genesi, al foglietto embrionale e al cervello. Per "cervello" intendiamo, nell'uomo e nell'animale, il cervello della testa, mentre nelle piante è presente il cervello dell'organo, che tuttavia è sufficiente per tutte le funzioni.
- Modalità di azione e riproduzione dei microbi
Tutti i microbi, senza eccezioni, "lavorano" esclusivamente nella fase de riparazione postconflittuale, dall'inizio della conflittolisi fino alla fine della fase de riparazione; non sono attivi ne' prima ne' dopo. Finora li si considerava "germi apatogeni" prima della fase di riparazione, mentre nella fase di riparazione si consideravano "germi virulenti", e dopo la fase di riparazione nuovamente innocui germi "apatogeni".- I microbi appartenenti agli organi del foglietto embrionale interno, che nei cefalofori sono diretti dal tronco cerebrale, i funghi nell'uomo soprattutto e i micobatteri (TBC e lebbra) e gli stessi micobatteri diretti dal cervelletto relativi agli organi dell'antico foglietto embrionale medio, che è lo stesso che dire micobatteri diretti dal paleoencefalo, si moltiplicano nel modo seguente: i funghi e i micobatteri presenti, soprattutto nell'uomo, si riproducono nella fase simpaticotonica di conflitto attivo, con lo stesso ritmo e la stessa intensità delle nuove cellule tumorali, che si originano per mitosi, nel programma speciale biologico e sensato dell'organismo che accoglie. Rimangono a disposizione e attendono la chiamata nell'organismo durante il tempo del conflitto attivo (fase CA). In questa fase simpaticotonica, di conflitto attivo, sono "inattivi", o come abbiamo detto prima "apatogeni" o "non virulenti". Nell'istante della conflittolisi sono presenti tutti i micobatteri acidoresistenti (TBC) sufficienti per poter demolire e caseificare nella fase PCL, rapidamente e senza problemi, il tumore cresciuto nella fase CA dell'SBS. Grazie alla differente struttura genetica delle cellule tumorali destinate ad un unico uso rispetto alle cellule organiche autoctone, i micobatteri sanno riconoscere con precisione quelle che devono distruggere e quelle che, al contrario, non devono attaccare.
Sopra questa diversità genetica delle "cellule tumorali ad uso specifico unico" i medici tradizionali hanno ideato una "alterazione" genetica delle cellule tumorali, il che è totalmente insensato. - I batteri che appartengono agli organi diretti dal midollo cerebrale più recente del foglietto embrionale medio (mesoderma recente) possono lavorare correggendo mediante demolizione (osteomelite) e "ricostruire" con ricalcificazione ossea. La moltiplicazione dei batteri si produce, distintamente dai micobatteri che lavorano per gli organi diretti dal paleoencefalo, non nella fase di conflitto attivo, ma esclusivamente nella fase PCL, in vatogonia. Mentre i micobatteri non si possono coltivare in substrato agar, i batteri si possono coltivare in substrato agar in incubatrice, sebbene io non creda così bene come nell'organismo. Le pennicilline, un prodotto metabolico dei funghi, sono efficaci solo contro i batteri e si difendono da questi danneggiandoli o uccidendoli.
I virus, appartengono agli organi più recenti diretti dalla corteccia cerebrale del foglietto embrionale esterno (ectoderma) lavorano esclusivamente nella fase PCL e solamente con ricostruzione cellulare. La loro riproduzione o moltiplicazione si produce nella fase PCL.
Questi, praticamente, non si possono coltivare, ad eccezione che nelle cosiddette culture vive, per esempio in uova di gallina fecondate, dove in pratica si causa un conflitto agli embrioni dei polli rendendo possibile osservare lo spettacolo di vedere come si riproducono i virus nella fase PCL.
I virus ottimizzano il processo restitutivo delle alterazioni ulcerose della pelle e della mucosa. La fase di riparazione si produce repentinamente, ma in senso biologico migliore rispetto a quanto avverrebbe senza virus. Per una cosiddetta "malattia virale" dovremmo meglio dire: se la fase di riparazione di un SBS si è prodotta sfortunatamente in presenza del virus corrispondente, rimangono i cosiddetti "anticorpi".
Ma nemmeno questa espressione è corretta nel caso dei virus. Si dovrebbe dire "corpi che hanno memoria del virus". La realtà di fatto è che il virus, la seconda volta, viene accolto con serenità dall'organismo come una "vecchia conoscenza" e la fase PCL si produce senza problemi e meno drammaticamente.
- I microbi appartenenti agli organi del foglietto embrionale interno, che nei cefalofori sono diretti dal tronco cerebrale, i funghi nell'uomo soprattutto e i micobatteri (TBC e lebbra) e gli stessi micobatteri diretti dal cervelletto relativi agli organi dell'antico foglietto embrionale medio, che è lo stesso che dire micobatteri diretti dal paleoencefalo, si moltiplicano nel modo seguente: i funghi e i micobatteri presenti, soprattutto nell'uomo, si riproducono nella fase simpaticotonica di conflitto attivo, con lo stesso ritmo e la stessa intensità delle nuove cellule tumorali, che si originano per mitosi, nel programma speciale biologico e sensato dell'organismo che accoglie. Rimangono a disposizione e attendono la chiamata nell'organismo durante il tempo del conflitto attivo (fase CA). In questa fase simpaticotonica, di conflitto attivo, sono "inattivi", o come abbiamo detto prima "apatogeni" o "non virulenti". Nell'istante della conflittolisi sono presenti tutti i micobatteri acidoresistenti (TBC) sufficienti per poter demolire e caseificare nella fase PCL, rapidamente e senza problemi, il tumore cresciuto nella fase CA dell'SBS. Grazie alla differente struttura genetica delle cellule tumorali destinate ad un unico uso rispetto alle cellule organiche autoctone, i micobatteri sanno riconoscere con precisione quelle che devono distruggere e quelle che, al contrario, non devono attaccare.
- Il lavoro dei microbi in dettaglio
Tutti i microbi sono specializzati, non solo rispetto agli organi in cui sono attivi, ma anche rispetto al tipo e al modo in cui lavorano.- Funghi e micobatteri (TBC) sono "ripulitori", vale a dire che eliminano i tumori endodermici del tronco cerebrale (adenocarcinomi) e i tumori diretti dal cervelletto paleo-mesodermici (carcinomi adenoidei). Detto con più precisione: caseificano i tumori degli organi diretti dal peleoencefalo a partire dall'inizio della conflittolisi, se questa avviene. Durante la normotonia e durante la fase simpaticotonica di conflitto attivo, così come nella "normotonia ripresa" (alla fine della fase di riparazione) sono "apatogeni", ossia "innocui". Sono apatogeni anche per tutti gli altri organi.
Abbiamo visto che i batteri tubercolari proliferano già nella fase simpaticotonica, di conflitto attivo, con lo stesso ritmo con il quale si forma la massa delle cellule tumorali, che devono essere nuovamente demolite dai nostri buoni aiutanti dopo la conflittolisi. Questa è la chirurgia della Natura, insuperabilmente delicata ed efficace.
Però, in modo differente dei "modelli del neoencefalo" dove abbiamo continuamente conflitti in sospeso, che a causa della loro permanenza possono consentire programmi biologico-sociali, nei modelli diretti dal paleoencefalo (tronco cerebrale, endoderma e cervelletto, mesoderma antico) si presuppone una avvenuta soluzione del conflitto e una successiva demolizione del tumore.
Non esiste nessun popolo primitivo per il quale i micobatteri tubercolari non siano endemici in tutti i luoghi. Ma nei popoli primitivi nemmeno esiste il caso in cui un carcinoma della tiroide non si caseifica per mancanza di micobatteri tubercolari, facendo morire così la persona per il tipico quadro del morbo di Basedow.
Lo stesso vale per i tumori del anteriore dell'ipofisi.
Cosa potrebbe fare l'organismo umano con questa enorme quantità di micobatteri tubercolari, originati per mitosi e prodotti provvidenzialmente, o allo stesso ritmo del tumore, se questi non potessero svolgere il compito previsto per essi, e per il quale si sono moltiplicati?
Del resto una cosa è chiara: per gli organi non diretti del paleoencefalo l'organismo non può utilizzare i batteri della tubercolosi: non si conosce una tubercolosi dell'epitelio pavimentoso o per esempio una tubercolosi cerebrale, sebbene la medicina tradizionale si sia immaginata che i microbi "maligni" divorino praticamente tutto quello che toccano. - I batteri sono "operai che smontano e ricostruiscono" nel modello diretto della midollo cerebrale. Per esempio possono, al tempo stesso, demolire in un punto e ricostruire a fianco. Nel passato i chirurghi hanno pensato che le fratture ossee dovevano rimanere "libere da germi". Oggi al contrario, li introducono dall'esterno affinché ottimizzino il processo di guarigione dell'osso. I batteri non lavorano solo a partire dalla conflittolisi,
- ma si moltiplicano solo a partire da quel momento. Normalmente i batteri sono attivi solo se prima si è avuto un conflitto corrispondente che si è risolto. Ma i batteri che funzionano secondo lo schema mesodermico e il tessuto connettivo mesodermico (diretto dal midollo cerebrale) curano tutte le ferite del nostro organismo. Anche li ci sono i batteri. Nel passato ciò si chiamava "sovrainfezione".
I virus sono veri "ricostruttori", anche loro iniziano il proprio lavoro nella conflittolisi, quando cominciano a moltiplicarsi per mitosi. I virus, allo stato biologicamente inattivo, sono come morti. Solo nell'organismo, quando è in una fase PCL diretta dalla corteccia cerebrale, ovvero una fase molto speciale (per esempio ulcera dei dotti epatici e pancreatici nella fase PCL = epatite, precisamente epatite virale A, B o C...) le particelle proteiche prima morte, chiamate virus agiscono come catalizzatori con il fine di ottimizzare il processo di riparazione, specialmente nell'ulcera dell'epitelio pavimentoso. Tuttavia non è sicuro se i virus causino anche una infiammazione maggiore per accelerare la guarigione. Molti indizi sembrano dire di si.
Dato che numerosi organi di forma tubulare sono rivestiti di epitelio pavimentoso (diretti dalla corteccia cerebrale) si hanno complicanze quando questi organi tubulari, come bronchi, arterie o vene coronarie, dotti epatici, dotti pancreatici o dotti degli archi branchiali (gli antichi dotti branchiali del collo e del mediastino) si gonfiano e pertanto si chiudono temporaneamente, ovvero si ostruiscono. Questa situazione "temporanea" può durar anche mesi. In alcuni casi il bronco può occludersi completamente. Dopo il blocco causato dal gonfiore della mucosa si trova la cosiddetta atelettasia, un ramo bronchiale vuoto di aria che nella radiografia appare più denso, ovvero più bianco rispetto alle altre parti polmonari piene di aria. Questa atelettasia polmonare è considerata erroneamente dalla medicina tradizionale come un tumore bronchiale.
I dotti epatici, che sono rivestiti di epitelio pavimentoso e si modificano con ulcere in conflitto di rancore nel territorio, in modo che il flusso della bile sia migliore grazie ad un diametro interno maggiore (senso biologico), si chiudono anche a causa del gonfiore. Come conseguenza la bile si accumula, e se molti dotti sono coinvolti nello stesso tempo, la persona diventa itterica, l'urina è scura, le feci sono chiare per mancanza della bilirubina. Anche quando non sono presenti virus (epatite non A, non B, non C) si tratta sempre di epatite. Quindi non sono i virus quelli che causano l'epatite, ma il nostro organismo si serve di loro, se sono presenti, con il fine di ottimizzare il processo di riparazione.
- Funghi e micobatteri (TBC) sono "ripulitori", vale a dire che eliminano i tumori endodermici del tronco cerebrale (adenocarcinomi) e i tumori diretti dal cervelletto paleo-mesodermici (carcinomi adenoidei). Detto con più precisione: caseificano i tumori degli organi diretti dal peleoencefalo a partire dall'inizio della conflittolisi, se questa avviene. Durante la normotonia e durante la fase simpaticotonica di conflitto attivo, così come nella "normotonia ripresa" (alla fine della fase di riparazione) sono "apatogeni", ossia "innocui". Sono apatogeni anche per tutti gli altri organi.
- Il controllo dei microbi
Il controllo dei microbi, che sono nostri aiutanti e simbionti, si produce attraverso il cervello. I microbi non operano contro di noi, ma per noi, come fedeli collaboratori da milioni di anni nel corso della nostra storia evolutiva.
Insieme con la programmazione de nostri organi nei distinti relés cerebrali del cervello, furono inseriti nel programma anche i nostri fedeli aiutanti specializzati, i microbi. In questo caso si può ben parlare di simbiosi. Ogni tipo di microbo ha il suo proprio funzionamento particolare. Ci sono microbi molto specializzati e altri in condizioni di attivarsi sostitutivamente in più ambiti. Ma tutti rimangono entro i limiti del foglietto embrionale. Naturalmente ci sono piccole sovrapposizioni, ma sono sorprendentemente poche. - Processo di riparazione senza microbi
Se non sono presenti los "microbi specializzati", la fase di riparazione, ovviamente, se produce ugualmente, però non in un modo biologicamente ottimo. Questo significa, per esempio; un conflitto de paura della morte con focolai polmonari sana dopo la soluzione del conflitto con la micobacterium tubercolosi per caseificazione, espettorazione e cavernizzazione dei focolai, al contrario gli stessi adenocarcinomi senza micobatteri della tubercolosi semplicemente si incapsulano cicatrizzandosi, ma non sono demoliti. Dal punto di vista della funzionalità biologica, tuttavia, è chiaramente preferibile la formazione di caverne dopo la caseificazione e l'espettorazione del tumore.
Questo vale analogamente per tutti gli altri microbi. Anche le ulcere dei dotti biliari intraepatici guariscono, dopo la soluzione, senza presenza di virus (epatite non A, non B, non C). Ma in presenza del citato virus dell'epatite A o virus dell'epatite B lo sviluppo è più intenso e breve, offre biologicamente una maggior probabilità di sopravvivenza che senza virus. Pertanto, non sono i virus quelli che causano l'epatite, ma il nostro organismo si serve di essi, se sono presenti, per migliorare il processo di riparazione. - Epidemie e piaghe
Similmente all'avere paura del cancro, perché è "maligno", abbiamo anche sempre avuto paura dei "microbi maligni". Orbene, nel caso delle piaghe la paura non è immotivata. Ma non dipende dai microbi, ma dalla civilizzazione e anche qui, nuovamente, dai numerosi errori della nostra cultura.
Sostanzialmente ci sono due possibilità nel caso dei microbi: o i microbi sono tutti endemici (per una certa regione), vale a dire che chiunque li possiede, (nessuno può ricevere microbi "nuovi" perché ha già tutti quelli che ci possono essere in quella regione) o, con l'igiene, l'isolamento e le vaccinazioni si impedisce che le persone soffrano per i microbi e per i prodotti del loro metabolismo, ecc. La suddetta civilizzazione persegue la seconda vía.
Abbiamo tenuto conto del fatto che necessitiamo dei nostri amici microbi, perché senza essi i programmi speciali biologici e sensati non possono avere uno sviluppo completo, il che in molti casi può provocare la morte. I microbi pertanto sono una componente necessaria, alla quale non si può rinunciare per il funzionamento del nostro organismo nel corso dei programmi speciali (SBS). Sappiamo che i colibatteri del nostro intestino sono simbionti, ma anche altri microbi lo sono sostanzialmente. Ma lo vediamo e lo comprendiamo solamente quando si produce in noi un programma SBS, o quando non può svilupparsi in modo corretto per la carenza dei microbi necessari.
In Natura, negli animali e nei popoli primitivi, una cosa simile praticamente non succede.
I programmi del nostro organismo, intendendo i programmi biologici, non fanno i conti con la civilizzazione.
Ad esempio, rispetto al cosiddetto "pericolo di infezione", in particolare con microbi esotici, possiamo dire: come il nostro organismo o il nostro cervello non ha un programma per le automobili, gli aerei o il televisore, allo stesso modo il nostro cervello non è preparato per un salto di migliaia di chilometri in poche ore, in zone e climi totalmente differenti e con altri microbi. Ciò che è totalmente normale per gli abitanti dell'Africa centrale, perché fin dall'infanzia hanno vissuto li' e sono abituati, non è normale per i visitatori.
Un esempio è il morbillo, innocuo per noi e che colpisce i bambini. In realtà il virus del morbillo si trasmette, ma colpisce solo quei bambini che in precedenza hanno sofferto del corrispondente conflitto e che ora si trovano in fase di riparazione. Nel caso del morbillo parliamo di un conflitto che colpisce le cavità orali e paranasali (ad esempio "questa cosa puzza").
Quando il morbillo fu portato in America, morirono molte migliaia di indios adulti, ma nessun bambino. Qualunque medico in Europa sa che anche in noi una infezione da morbillo in un adulto può avere un risultato mortale. Tuttavia nei bambini è sempre innocuo. Lo stesso succede al contrario con il colera e la febbre gialla. Si può dire che la popolazione dell'America centrale è totalmente "contaminata". Se i microbi fossero pericolosi, come fin'ora ha sostenuto la nostra medicina igienista e i batteriologi, allora nessun pellegrino potrebbe bagnarsi nel Gange, gli abitanti dei bassifondi non potrebbero sopravvivere. Normalmente a questi manca il cibo, non muoiono per i microbi.
Se si esegue un tampone orale e si analizzano i batteri, si troverà che una persona "sana" ha quasi tutti i tipi di batteri che si manifestano in noi. Questi batteri si considerano "apatogeni", vale a dire innocui. Nelle fasi PCL, che finora abbiamo chiamato malattia infettiva, troviamo una varietà moltiplicata di questi. Subito diciamo che questi microbi sono "patogeni", quindi pericolosi per la salute.
Dobbiamo aver chiare due questioni:- Cos'è ciò che in passato abbiamo chiamato "malattia infettiva"?
- Cos'è una epidemia o una piaga, per la quale molte persone mostrano nello stesso periodo gli stessi sintomi físici di una "malattia infettiva?
Rispetto al punto 1: in generale le cosiddette malattie infettive non sono altra cosa che la fase PCL di un programma speciale, biologico e sensato (SBS): vagotonía, febbre, stanchezza, magrezza, con sonno solo dopo la mezzanotte, sudore notturno nella tubercolosi diretta dal paleoencefalo.
Inoltre alcune "malattie infettive" hanno altre particolarità, come gli esantemi nel morbillo, varicella, scarlattina, gonfiore della pelle, delle mucose, dei bronchi, difficoltà alla deglutizione a causa del esofago edematoso, ecc.; anche tossine pericolose come nella difterite, nel tetano, ecc.
Ma sono sempre precedute da una fase di conflitto attivo, che non abbiamo avvertito come malattia. Nei test della medicina tradizionale, rispetto alle cosiddette "malattie infettive", abbiamo descritto una grande quantità di osservazioni empiriche e di sintomi e sviluppo. Non erano sbagliati in se' stessi, e sono utili anche alla Nuova Medicina. Ma ovviamente non ne parliamo in base al principio del programma SBS. Nemmeno adesso che li conosciamo, i sintomi (ad esempio difterite, tetano) sono innocui.
Rispetto al punto 2: Come si coniuga una epidemia con le conoscenze della Nuova Medicina?
Il bacillo della peste, che si trasmette agli uomini attraverso le pulci del ratto, proviene da fuori, ovvero non è endemico. In questo caso particolare possiamo comparare la situazione con la prima trasmissione del virus del morbillo agli indios d'America. Le persone che non morivano non lo contraevano.
Al contrario, dobbiamo tenere presente che una piaga così non esiste nei popoli primitivi, perché evidentemente li' non giungeva gente straniera a portare i microbi.
Ma cosa c'entra tutto questo con i conflitti e i programmi speciali, biologici e sensati?
Gli assediati avevano conflitti uguali o simili se dovevano respingere i continui attacchi degli assedianti: se la città dovesse essere conquistata, il futuro della popolazione sarebbe stato di schiavitù.
Anche gli assedianti avevano conflitti uguali o simili, se l'assedio si prolungava per mesi o anni. Migliaia di persone da un lato e migliaia dall'altro avevano conflitti analoghi o identici, ad esempio se un nuovo attacco terminava nel sangue: molti morivano, molti di più erano feriti, compresi mutilati o inabili al combattimento, il cibo scarseggiava, il coraggio degli assediati cresceva...
La microbofobia, ampiamente diffusa oggi negli ambienti medici, è una caratteristica determinante della nostra attuale medicina sterile e senz'anima. Anche questo sistema ontogeneticamente condizionato dei microbi, la quarta legge biologica, modificherà completamente tutta la medicina.
3.2 Teoria dei Germi di Pasteur
L'attuale paradigma con cui si affrontano le cosiddette "malattie infettive" è la Teoria dei Germi di Louis Pasteur, chimico e ricercatore del 19mo secolo. I concetti sono i seguenti:
- Le malattie sono causate da microbi esterni al corpo
[Riflessione: Tuttavia è ormai assodato che la popolazione microbica interna al corpo è numerosissima;] - I micro-organismi sono generalmente contrastati dal corpo
[Riflessione: Assolutamente no, altrimenti non si spiega la costante presenza di microorganismi nel colon, sulla pelle, in tutto il sistema digerente e nell'albero respiratorio;] - La funzione dei microrganismi e costante
[Riflessione: È almeno strano accettare il fatto che tutti gli esseri viventi modificano il loro atteggiamento in base a cosa e come vivono, ma per i microorganismi ciò non valga;] - Le caratteristiche dei microorganismi sono costanti
[Riflessione: Che sia freddo o caldo, che ci siano agenti chimi o fisici, che l'ospite faccia una vita gioiosa o stressatissima, sembra non cambiare le caratteristiche strutturali dei microorganismi. Tuttavia è già stato largamente diffuso e assodato il concetto che i virus (se esistono come tali) mutano la propria virulenza e il proprio stato con il passare del tempo e con il variare della loro localizzazione;] - Ogni malattia è associata con un particolare microrganismo
[Riflessione: Questo è vero se si rinviene un microorganismo nei prodotti o nei tessuti del corpo, ma sono poche queste condizioni. Quindi come si spiega una malattia quando manchi un agente microbico che abbia risposto ai Postulati di Koch?] - I microrganismi sono gli agenti causali primari
[Riflessione: Ciò corrobora il fatto che in assenza di un microbo, la causa della malattia in atto è ignota;] - Le malattie possono colpire chiunque
[Riflessione: Cavallo di battaglia di tutto il paradigma medico ufficiale; l'individuo è casualmente colpito da un disturbo, al di la' di cosa faccia, di cosa viva e di dove si trovi;] - Per prevenire la malattia dobbiamo rafforzare le difese
[Riflessione: In questo concetto, non può non essere evidente che la condizione di ogni singolo umano è quella di essere costantemente sotto attacco, cosa che però sembra non avvenire per il mondo animale e vegetale. Appare altresì evidente che in questa affermazione ci sia uno atteggiamento militaresco, per cui ad un attaccante instancabile occorra opporre un difensore altrettanto instancabile.]
3.3 Teoria Cellulare di Bechamp
Per chi non l'ha mai sentito nominare, Antoine Pierre Jacques Béchamp era un medico e chimico francese coevo di Pasteur. Era un docente presso l'Università di Montpellier ed elaborò una teoria del pleomorfismo (proprietà di alcuni microrganismi di modificare la propria morfologia) sui germi patogeni in contrasto con le conoscenze della biologia e di Pasteur. Fu il fondatore dell'enzimologia. Studiò i parassiti del baco da seta.
Béchamp sostenne di aver scoperto che le “granulazioni molecolari” nei fluidi biologici erano in realtà le unità elementari della vita. Li chiamò microzimi, cioè “minuscoli enzimi”, e attribuì loro il merito di aver prodotto sia enzimi che cellule, “evolvendo” in condizioni favorevoli in organismi multicellulari. Béchamp negava anche che i batteri potessero invadere un animale sano e causare malattie, sostenendo invece che condizioni ambientali e dell'ospite sfavorevoli destabilizzano i microzimi nativi dell'ospite e decompongono il tessuto dell'ospite producendo batteri patogeni. La teoria microzimica di Bechamp è stata mantenuta da piccoli gruppi, soprattutto nella medicina alternativa. Il suo lavoro per capire come il “terreno” può influenzare la malattia ha implicazioni nella ricerca sul microbioma.
- Le malattie si manifestano con microorganismi che sono nelle cellule del corpo
[Riflessione: in questo caso non si tratta di trovare dei batteri ma degli enzimi detti "microzimi"] - Questi microrganismi intracellulari agiscono normalmente per realizzare ed assistere i processi metabolici del corpo
- La funzione di questi microrganismi cambia per aiutare nei processi catabolici (disintegrazione) dell'organismo ospite, quando questo organismo muore o è danneggiato, sia chimicamente che meccanicamente
[Riflessione: In questo caso la funzione microbica è quella di dare aiuto ad un organismo che ha subito delle alterazioni, provvedendo a degradare tessuti non più utili o tossici;] - I microrganismi cambiano le proprie caratteristiche in funzione dell'ambiente in cui si trovano
[Riflessione: Qui si riconosce che i microbi sono parte della Natura e quindi influenzabili dai suoi cambiamenti, quindi regna il concetto di integrazione biologica;] - Ogni malattia è associata con una particolare condizione
[Riflessione: Non c'è un colpevole, perché in Natura la colpa non esiste, ma ci sono condizioni e situazioni;] - I microrganismi diventano patogeni quando le condizioni di salute dell'ospite si deteriorano. Per cui la condizione dell'organismo ospite è l'agente causale primario
[Riflessione: Qui è la chiave del paradigma di Bechamp: è la condizione dell'individuo che avvia l'azione microbica;] - Le malattie si verificano in condizioni insalubri
[Riflessione: Non sono i microbi a causare la condizione di malattia, ma specifiche condizioni umane insalubri a causare la malattia;] - Per prevenire le malattie dobbiamo promuovere la salute
[Riflessione: Mi viene da fare questa affermazione: Per essere felici non dobbiamo fare la guerra all'infelicità, ma promuovere la felicità.]
3.4 Postulati di Koch
Formulati dal microbiologo tedesco Robert Koch nel XIX secolo, sono un insieme di criteri scientifici destinati a stabilire una relazione di causa-effetto tra un microrganismo e una malattia infettiva. Sono quattro e possono essere riassunti come segue:- Presenza del microrganismo: Il presunto agente patogeno deve essere presente in tutti i casi della malattia in esame;
- Isolamento: Deve essere possibile isolare il microrganismo dall'ospite malato e coltivarlo in una coltura pura;
- Riproduzione della malattia: Quando il microrganismo coltivato viene inoculato in un ospite sano, deve causare la stessa malattia;
- Re-isolamento: Il microrganismo deve poter essere isolato nuovamente dall'ospite infettato sperimentalmente.
- Non tutti i microrganismi possono essere coltivati in laboratorio [Riflessione: Quindi in questo senso, come è possibile affermare che quel microorganismo sia la causa della malattia riscontrata in uno specifico soggetto? Questo corrobora il fatto che Bechamp aveva ragione: il terreno è quello che conta, ovvero il microbo non si coltiva perché non trova le condizioni per crescere; condizioni che invece ha trovato nell'individuo, ma non ne può essere la causa della sua malattia, semmai un partecipante alla medesima;]
- Alcuni agenti patogeni possono causare malattie solo in situazioni particolari o in ospiti con un sistema immunitario compromesso [Riflessione: Ulteriore sostegno alle conclusioni di Bechamp;]
- In alcuni casi, come il colera, il microrganismo può essere isolato anche da individui sani, complicando l'applicazione del secondo postulato [Riflessione: Ennesima conferma dell'esattezza delle conclusioni di Bechamp.]
3.5 Postulati di Evans
Formulati dal medico britannico Ulick Richardson Evans, sono un insieme di criteri utilizzati per stabilire se un agente patogeno possa essere considerato causa di una malattia. Questi postulati sono stati sviluppati nel contesto dell'epidemiologia e mirano a fornire una base scientifica per l'identificazione delle cause delle malattie.
Comprendono sei criteri principali:
- Prevalenza tra gli esposti: Il numero di soggetti ammalati deve essere significativamente superiore tra coloro che sono stati esposti al presunto agente rispetto a quelli non esposti. [Riflessione: Quanto deve essere questo "significativo"? Per quanto tempo si pone l'osservazione? In quale contesto viene studiata la presunta esposizione? I soggetti sanno di essere esposti a qualcosa?]
- Incidenza tra gli esposti: Il numero di nuovi casi di malattia deve essere significativamente maggiore tra gli esposti rispetto ai non esposti. [Riflessione: Quanto deve essere questo "significativo"? Per quanto tempo si pone l'osservazione? In quale contesto viene studiata la presunta esposizione? I soggetti sanno di essere stati esposti a qualcosa? Qual è la loro risposta emotivo-psicologica a tale esposizione?]
- Risposta immunitaria: Nei soggetti esposti, deve essere misurabile una risposta immunitaria (titolo anticorpale) che non è presente nella stessa misura nei non esposti. [Riflessione: Sappiamo però bene come il solo titolo anticorpale non è indice di immunità.]
- Effetto della riduzione dell'esposizione: L'eliminazione o la riduzione dell'esposizione al presunto agente deve portare a una diminuzione della frequenza della malattia.
- Impatto delle modifiche indotte: Le modifiche indotte alla risposta dell'ospite (ad esempio, tramite vaccinazione) devono ridurre o eliminare la malattia in presenza dell'esposizione al presunto agente. [Riflessione: Sempre che l'agente "patogeno" non abbia nel frattempo cambiato il proprio assetto e struttura, cosa che può avvenire molto rapidamente.]
- Credibilità biologica ed epidemiologica: Tutte le correlazioni e le associazioni devono essere biologicamente ed epidemiologicamente credibili. [Riflessione: Però credibile non significa vero.]
- La necessità che l'associazione tra il presunto agente e la malattia sia statisticamente significativa;
- Il confronto tra gruppi di soggetti esposti e non esposti;
- La consapevolezza che una dimostrazione statistica non prova necessariamente che il fattore in esame sia la causa della malattia.
3.6 Ragioni e percepiti attivatori
Prendiamo anzitutto in carico le classiche attivazioni biologiche:3.6.1 Attivazione del boccone
- Il più arcaico e profondo riguardante ogni cosa che promuove, mantiene e sostiene la vita;
- Il boccone può essere reale (animale/vegetale) e/o virtuale (umano); Cibo (mangiare/bere), Aria (respirare), Sesso (riprodursi), Evacuare;
- Dove e quando: in occasione di carestie/siccità, guerre, catastrofi naturali, ma anche in contesti di prigionia, segregazione, concentramento, isolamento, esilio, ghettizzazione. Anche in contesti in cui imperversi una malattia mortale, un assedio minaccioso e persecutorio;
- Emozione dominante: Panico, Terrore, Angoscia, Orrore;
- Percepito: L'individuo percepisce che non può avere ciò che è vitale (cibo, acqua) e che la sua esistenza è in gravissimo pericolo o al termine;
- Tessuti e organi: dell'Endoderma (sottomucosa digestiva, alveoli polmonari, tessuto germinativo, tubuli collettori renali);
- Quadri clinici: TBC, Peste, Candidiasi, Colera, Difterite, Influenza;
- Finalità unica: SOPRAVVIVERE
3.6.2 Attivazione da attacco
- Riguarda l'integrità della persona, o di una sua struttura;
- Può essere un attacco reale (animale) e/o virtuale (offese, brutte parole nell'umano);
- Dove e quando: in occasione di guerre, concentramento, isolamento, esilio, ghettizzazione, giudizio, accuse, condanne, ;
- Percepito: attacco all'integrità, insudiciamento, sporcatura, deturpazione, marchiatura, sradicamento
- Tessuti e organi: del mesoderma antico (derma, pleure, peritoneo, pericardio, meningi, fasce muscolari).
- Quadri clinici: Antrace, Peste, Lebbra, Meningite, Sifilide;
- Finalità unica: RIMANERE INTEGRI, PROTEGGERSI
3.6.3 Attivazione da inadeguatezza
- Riguarda l'adeguatezza dell'individuo al compiere una azione;
- Può essere reale (animale) e/o virtuale (credenze, convinzioni, ammaestramenti, giudizio);
- Percepito: di incapacità ad adempiere ad una funzione biologica o a compiere una azione;
- Tessuti e organi: del mesoderma recente (apparato osteomuscolare, sangue, sistema linfatico, connettivo);
- Quadri clinici: Chikungunya, Dengue, AIDS, Influenza, Malaria, Poliomielite;
- Finalità unica: ESEGUIRE L'AZIONE
3.6.4 Attivazione da separazione o distacco
- Riguarda i contatti fisici "a carne" (animale); affettivi, sociali, intellettuali (umano);
- Percepito: di perdita di un contatto considerato vitale; non potersi liberare da un contatto percepito come dannoso;
- Tessuti e organi: Riguarda organi e tessuti ectodermici (epidermide).
- Quadri clinici: Influenza, Scarlattina, Morbillo, Poliomielite, Rosolia;
- Finalità unica: RIPRISTINARE IL CONTATTO; ELIMINARE IL CONTATTO
3.6.5 Attivazione di territorio
- Riguarda la gestione dei propri spazi vitali;
- Percepito:
- il territorio è minacciato (laringe, bronchi)
- il territorio è perduto (coronarie)
- il territorio è invaso (stomaco, vie bilio-pancreatiche)
- il territorio non ha confini marcati (vie urinarie)
- Tessuti e organi: Riguarda organi e tessuti ectodermici (mucose e dotti).
- Quadri clinici: Influenza, Pertosse;
- Finalità unica: RIPRISTINARE IL TERRITORIO
4. Analisi bio-storiche
Vediamo ora di indagare più ampiamente le grandi epidemie storiche - partendo dalla più remota - dando una occhiata al contesto in cui si sono sviluppate ed al livello culturale e religioso delle loro epoche. Annuncio che è una lunga parte, ma cercherò di essere il più coinvolgente possibile.
- Peste antonina: sviluppatasi dal 165 al 180 (forse fino al 190) nell'Impero Romano. Dalle descrizioni sembra si trattasse di Vaiolo o di Morbillo e sembra che sia scoppiata a seguito del rientro dei soldati dell'esercito dopo le campagne militari contro i Parti. Sembra aver causato dai 5 ai 10 milioni di vittime.
Quindi come primo dato abbiamo che furono i soldati al rientro da una guerra che è durata 5 anni e si chiuse con la occupazione della Mesopotamia. Venne registrata una carenza di rifornimenti ed i soldati temettero di morire per la fame e l'impossibilità a difendersi, dopo un lungo assedio a Seleucia, conquistata la quale cessarono le ostilità e cominciarono i primi casi.
Appare evidente che la fase attiva dell'attivazione abbia permesso la conquista della Mersopotamia (simpaticotonia), ma dopo una campagna militare dura e lunga. Chissà quale sarebbe stata la punizione o quali sarebbero state le conseguenze del non riuscire a vincere? Il percepito di quei soldati quale sarebbe potuto essere? Morire lontani da casa? Essere sottoposti a torture o punizioni? Ma non possiamo escludere cosa abbiano vissuto quei soldati nel vedere e affrontare altre civiltà, altri pericoli.
Insomma, dopo aver lottato, dopo aver temuto per la propria vita, dopo aver avuto contatti con popolazioni considerate forse pericolose, sono tornati a casa, avviando di fatto la intensa fase di riparazione che, probabilmente, ha richiesto la collaborazione dei microorganismi disponibili in quelle lande lontane, senza l'opportuna simbiosi. Non è in discussione il fatto che gli agenti virali abbiano agito, ma non sono coloro che hanno causato la malattia, al massimo sono complici nella genesi dei sintomi, ma non la causa; la causa semmai è da ascrivere alla guerra stessa, ai lunghi viaggi, a contatti vissuti come offensivi e pericolosi, alle perdite di amici e compagni, alla mancanza di rifornimenti, al doversi nutrire di cose sconosciute e non gradite e via di questo passo; è così assurdo? - Peste di Giustiniano: sviluppatasi tra il 541 e il 549 nei territori bizantini ed in particolare a Costantinopoli. Causò probabilmente tra i 15 e i 100 milioni di morti e risultò configurarsi come Peste bubbonica.
Tratto da Wikipedia: Tra il 536 e 540 d.C. si verificarono delle gigantesche eruzioni i cui gas oscurarono il sole per oltre un anno, causando un raffreddamento del clima durato oltre un secolo e ribattezzato "piccola era glaciale della tarda antichità". In quegli anni il sole offuscato dalle polveri causò la perdita dei raccolti, mentre le piante non riuscivano a portare a compimento i loro frutti. Inoltre le persone furono debilitate dalla carenza di vitamina D, prodotta solo in presenza di sole. Questa condizione di temperature ridotte, carenza di cibo, fame e malnutrizione generalizzate, fece ammalare e morire di fame molte persone. Inoltre nel 535 sbarcò in Italia l'esercito bizantino, dando inizio alla prima guerra gotica, la quale, insieme alle razzie compiute dagli Alamanni e forse dai Burgundi nel nord Italia fra 536 e 537, pose probabilmente le condizioni per la diffusione di un nuovo morbo arrivato dall'oriente. - Peste nera: sviluppatasi a partire dal 1346 in Europa, Asia minore e Africa, causò dai 75 ai 200 milioni di morti, generando una invasiva e contagiosa convinzione che si trattasse dell'apocalisse. Considerate le descrizioni dell'epoca, si verificarono le tre descritte condizioni di peste: quella bubbonica, la setticemica (peste nera) e la peste polmonare
Tratto da Wikipedia: Tra il 1325 e il 1340 le estati furono molto fresche e umide, comportando abbondanti piogge che mandarono in rovina molti raccolti e aumentarono l'estensione delle paludi esistenti. Già nel 1339 e nel 1340 vi furono epidemie, si suppone prevalentemente di infezioni intestinali, che provocarono nelle città italiane un deciso aumento della mortalità. Ad aggravare ulteriormente la situazione, nel 1337 tra il regno di Francia e il regno d'Inghilterra scoppiò un conflitto destinato a durare oltre un secolo. I contadini, impauriti dalla guerra e non più in grado di sopravvivere con gli scarsi prodotti dei loro campi, si riversarono nelle città alla ricerca di sussistenza, andando a creare insediamenti sovrappopolati dalle condizioni igieniche assai precarie, con cumuli di rifiuti giacenti a marcire per strada e assenza di fognature, con rifiuti organici versati direttamente in strada da finestre e balconi. È questo il quadro nel quale, nell'ottobre 1347, la peste, comparsa nei porti del mar Mediterraneo, trovò le condizioni ideali per scatenare una pandemia. Percezioni di sudiciume e l'invasione da parte di gente povera e malaticcia (integrazione e pulizia) poteva generare la comparsa della versione bubbonica, a cui probabilmente si è aggiunta la setticemica e poi la polmonare, con gli esiti che la letteratura descrisse; - Epidemia messicana di Vaiolo: sviluppatasi in Messico tra il 1519 e il 1520, causò la morte di 5–8 milioni di persone. Si sa ben poco di quella epidemia.
Tuttavia nel 1519 arrivarono i conquistadores spagnoli e non è difficile supporre quali siano state le possibili condizioni a favorire lo sviluppo di quella disastrosa epidemia. - Peste del 1630: sviluppatasi nel settentrione italiano tra il 1629 e il 1631, è detta "peste manzoniana" per essere stata ricordata dal Manzoni nel suo celebre romanzo. Causò la morte di più di 1 milione di persone e si configurava come Peste bubbonica.
La ennesima carestia che colpì il settentrione, le ristrettezze economiche che portarono la popolazione a concentrasi nelle città ed a vivere di stenti, il precipitare delle condizioni abitative e igieniche, il coinvolgimento dell'Italia nella Guerra dei trent'anni, la Guerra di successione di Mantova e del Monferrato con il coinvolgimento delle truppe francesi e tedesche che saccheggiarono quelle terre e il passaggio dei lanzichenecchi, hanno generato quelle condizioni biologiche opportune per lo sviluppo e l'azione della Yersinia pestis. - Peste del 1656: sviluppatasi tra il 1656 e il 1658, si configurava come quadro di Peste bubbonica che invase particolarmente le aree del Regno di Napoli. Causò la morte di circa 1 milione e 250.000 persone.
Occorre considerare che nel 1631 un'eruzione del Vesuvio che investì molti casali non lontani dalle mura della città, spinse buona parte della popolazione a trovar rifugio nella capitale, aumentando ulteriormente la già elevata densità abitativa, rendendoli poco vivibili e malsani. La grande densità abitativa dei rioni storici, derivava soprattutto dall'inadeguato perimetro della città che da tempo non riusciva più a contenere il numero dei suoi abitanti. L'impossibilità ad espandersi per volere degli occupanti spagnoli e la grande rivolta di Masaniello del 1647, con i relativi drammi, possono aver determinato il crearsi delle condizioni per la chiamata in azione della solita Yersinia. - Influenza spagnola: si sviluppò tra il 1918 e il 1920 e coinvolse diverse regioni del mondo e fu considerata una pandemia, pare sostenuta dal virus H1N1. Provocò la morte di circa 17 milioni di persone (alcuni scienziati ipotizzano che siano stati addirirttura 100 milioni).
Gli eventi che possono aver favorito la condizione per cui fosse necessaria l'azione di quell'agente microbico, si circoscrivono a quella che è universalmente chiamata "La Grande Guerra", ovvero l'evento bellico che non ha avuto precedenti nella storia ne' repliche successive. Le condizioni in cui è stata combattuta sono le più inumane descritte nella storia. - Epidemia di tifo russa: sviluppatasi tra il 1918 e il 1922, si configurò come una epidemia di Tifo esantematico, che causò la morte di 2–3 milioni di persone nel territorio russo.
Occorre considerare che nel 1918 si era appena conclusa la Grande Rivoluzione Russa che oltre a durare un anno intero, porto ad una completa, radicale e in parte brutale ricostruzione del tessuto economico, politico, sociale, alimentare e religioso russo. - AIDS: sviluppatasi tra il 1981 ed ancora oggi monitorata, ha registrato casi in tutto il mondo e sembra aver causato circa 36 milioni di vittime.
Sulla questione dell'AIDS e dell'HIV ho già descritto il quadro in Bio-Pedia, ma ci sono altre cose da dire e da considerare.
Anzitutto il tipo di individui che ne erano affetti e che si sottoposero alla verifica clinica. I primi casi furono soggetti omosessuali americani e sappiamo che si trattava di comunità gay mal viste dalla popolazione bigotta americana. La voglia di segregare gli omosessuali, di per se' stessi autosvalutati e incapaci di accettare la propria sessualità, può aver causato in essi il precipizio delle loro condizioni. Percepirsi sporchi, o depravati agli occhi degli altri, può generare il proprio annientamento, soprattutto se il giudizio altrui è palese, reiterato, mediatizzato e formulato dalla famiglia di origine.
A seguito degli omosessuali, si sono aggiunti i tossicodipendenti eroinomani i quali, oltre al devastante effetto degli oppiacei, erano soggetti a loro volta del giudizio e della ghettizzazione sociale e famigliare, con gli effetti descritti dianzi.
Gay e tossici, due fasce sociali da mettere all'angolo, da espellere, da rifiutare e quale può essere la struttura corporea che può essere colpita severamente da tali quotidiane e invadenti situazioni? Il sistema linfatico-immunitario.
Non posso recisamente negare l'azione di un fantomatico e ancora sconosciuto agente virale, non è possibile di fatto stabilire se sia stato la causa di quelle tante morti e invalidità. - Covid-19: sviluppatasi dal 2019, ha coinvolto l'intero globo terrestre, causando circa 7 milioni di morti. Cercherò di analizzare alcuni punti anche se invito il lettore a leggere il mio articolo dedicato.
4.1 Altre malattie epidemiche
- Tubercolosi: epidemica in Europa nel 18mo e 19mo secolo, è ancora presente a livello globale. Secondo l'OMS, ogni anno si verificano circa 10 milioni di nuove infezioni da tubercolosi e 1,5 milioni di morti. Vedi Tubercolosi;
- Epatite B: Secondo l'OMS ci sono circa 300 milioni di persone che convivono con l'epatite B cronica, ritenendola una delle cause del carcinoma epatocellulare. Vedi Epatite;
- Epatite C: ritenuta causa di morte principalmente per cirrosi e carcinoma epatocellulare.
5. Conclusioni
Il recente e tragico teatro pandemico legato al Covid 19 ha assunto le tinte fosche della dittatura - in questo caso sanitaria - generando nell'umanità una paura totalizzante del tutto immotivata, inconsistente ma non meno devastante. In realtà il Covid è la ciliegia sulla torta che si è cominciata a preparare a partire dal 12 settembre 2001. Le varie, finte epidemie di "suina", di H1N1 e di SARS, l'antrace, il costante allarme sanitario avviato dai media per ogni nuova influenza, le campagne assidue e asfissianti per la prevenzione (che di fatto non previene nulla, ma al massimo fa diagnosi precoce, con un elevatissimo numero di falsi positivi) hanno indotto nella popolazione la paura serpeggiante di essere costantemente sotto attacco, il che appare totalmente non-biologico e assolutamente pericoloso.
Se da un lato la persona si affida a diagnosi, test, terapie sempre più mirate, selettive e costose, l'eccesso di minaccia, l'inesorabilità della malattia sempre in agguato, può portare la persona a non prendersi più cura di se' ed a rifiutare anche le più semplici e importanti misure di normale igiene e salvaguardia, un po' perché «Tanto non ci posso fare nulla!» e un po' perché «Tanto ci sono i farmaci!». La stessa cosa avvenne durante la Peste Nera del 1348: ormai disperate, le genti si sono date alle più esagerate forme di abbandono e di perdutezza. Se ciò sia voluto e organizzato non posso saperlo, ma di certo so che quando iniziai la mia carriera di infermiere, il numero di persone terrorizzate dalla malattia era molto inferiore e l'uso dei farmaci molto ridotto.
Come ho descritto in questo articolo, l'intensificazione sensoriale data dai media (TV, radio, giornali) può indurre una tale paura ed una tale disperazione, da poter essere la fonte di malattia e disagio. Per i pochi che se lo ricordano, cosa è successo a partire da fine 2019, a proposito di Covid? La totalizzante, persecutoria, terrorizzante alluvione di informazioni disastrose riguardanti l'infezione influenzale. È stata così capillarmente distribuita a reti unificate intra ed internazionali, da aver innescato la più pericolosa delle condizioni: il Panico della Morte, con la sottotonalità di "La Morte viene dai miei simili, anche da dentro casa!", cosa mai potrebbe succedere e quale struttura può essere invasa da questo panico che non posso esternare? Lascio a voi la risposta.
Per non parlare di ciò che ne è seguito: la segregazione, l'esclusione, l'isolamento che sappiamo innescare l'attivazione dei Tubuli Collettori Renali e l'avvio della Sindrome del Profugo. Provate quindi ad immaginare i polmoni di una persona attanagliata dal panico: sono soffocati dalla minaccia per la propria esistenz e anche imbibiti di acqua. Nella fase di riparazione, con gli interstizi polmonari infiammati, è arrivato anche l'isolamento, il trattenimento dell'acqua, l'ulteriore intensificazione dell'edema interstiziale e la trasformazione dei polmoni in strutture compatte, incapaci di scambiare i gas, quindi incapaci di mantenere la vita.
Un periodaccio, una pestilenza in assenza di Yersinia pestis, ma l'ambiente aveva connotazioni simili. Respirare era pericoloso, odorare era pericoloso e pur di avere un minimo di pace, si è preferito rinunciare a vivere.
Mi chiedo se la ricerca scientifica abbia mai valutato le tesi di Bechamp, se si sia mai chiesta come mai durante una epidemia ci sono persone che non si ammalano e come mai molte persone si ammalato e poi guariscono. La risposta è sempre la stessa: "Un sistema immunitario solido ed efficiente!". Ma questi medici e ricercatori si chiedono come mai le persone hanno il sistema immunitario debole?
Ma la cosa più limitata e limitante mantenuta da tutto il clero medico - che anche Trupiano sottolinea nel suo primo libro - è il riduzionismo accusatorio nei confronti dei microorganismi. Siccome vengono rinvenuti nelle aree dove c'è la malattia, si giunge riduttivamente a credere che siano loro a causare la malattia. Certo, causano infiammazione, raccolte prurulente, ma la loro azione da chi e per cosa è stata evocata? Questa domanda non suscita abbastanza interesse da essere approfondita? Evidentemente no, tanto che alla fine si fa sempre la stessa cosa: li si uccide con la chimica. È come per le varie stragi che sono avvenute in Italia negli anni '70-'80: si sono condannati gli esecutori (giustamente), ma i mandanti e le ragioni di tali gesti, non hanno mai visto un'aula di tribunale.
Considero apertamente il paradigma attuale, riguardante le epidemie e le azioni microbiche, una burla, un errore di interpretazione della Natura ed un pericolosissimo errore nei confronti dell'umanità, quindi ho due domande da porre:
1. A chi conviene mantenere questa fandonia del contagio casuale?
2. Cosa accadrebbe se l'attuale paradigma medico, riguardante le malattie infettive, crollasse?
Vi fornisco un dato pubblicato da AIFA su cui ragionare:
"Nel 2021 il consumo complessivo, pubblico e privato, di antibiotici in Italia è stato pari a 17,1 dosi ogni mille abitanti al giorno, in riduzione del 3,3% rispetto al 2020, per una spesa complessiva (pubblica e privata) pari a 787 milioni di euro, corrispondenti a 13,29 euro pro capite, in riduzione del 2,4% rispetto al 2020."
Per la campagna vaccinale sono stati spesi 1.42 miliardi di euro solo in Italia.
Ragionateci un po' sopra.