Schopenhauer e Salute Biologica
21 06 2025
Più intelligenza avrai,
più soffrirai.
Arthur Schopenhauer

Tra i tanti filosofi del passato, solo alcuni possono essere accostati ai concetti inseriti all'interno delle 5 Leggi Biologiche. In passato avevo già scritto di filosofia in questo sito. Ebbene, uno dei filosofi che mi ha coinvolto di più - forse perché era un pessimista al mio pari - è Arthur Schopenhauer (1788-1860), uno dei più importanti filosofi tedeschi dell'Ottocento, noto proprio per la sua visione profondamente pessimistica dell'esistenza e per aver posto al centro della sua filosofia il concetto di "volontà" come essenza ultima della realtà.
Egli sostiene che il mondo, al di là delle apparenze fenomeniche, è fondamentalmente "volontà": una forza cieca, irrazionale e incessante che si manifesta in tutti gli esseri viventi come impulso a vivere e desiderare. Questa volontà non ha uno scopo né una direzione razionale; è la causa della sofferenza universale, perché genera continuamente bisogni e desideri che raramente trovano piena soddisfazione.
La condizione umana, secondo Schopenhauer, è segnata da un ciclo ininterrotto: il desiderio genera sofferenza quando non è soddisfatto, ma anche la sua soddisfazione porta solo a un piacere negativo, cioè a un temporaneo sollievo che presto lascia spazio alla noia. La vita, quindi, è come un pendolo che oscilla tra dolore e noia, con solo brevi e illusori momenti di piacere. Sottolinea anche che l'uomo non è solo soggetto conoscente, ma anche corpo vivente, sede di una volontà che lo accomuna a tutti gli altri esseri naturali. Attraverso l'esperienza interiore del proprio corpo, l'uomo può intuire la "cosa in sé", cioè la realtà.
Secondo lui il libero arbitrio è un'illusione: le azioni dell'uomo sono determinate dal suo carattere e dalla volontà di vivere, che agisce in modo necessario e ineludibile.
Nonostante il suo pessimismo, Schopenhauer individua nella compassione la vera forma di amore e l'unica base autentica della morale: comprendere che anche gli altri condividono la stessa condizione di sofferenza permette di sviluppare un'etica della pietà e della solidarietà. Propone quindi tre vie per attenuare o superare la sofferenza causata dalla volontà:
- L'arte, che consente una temporanea sospensione dei desideri e un distacco contemplativo dalla realtà;
- L'etica della compassione, che riduce l'egoismo e la sofferenza reciproca;
- L'ascesi, ovvero la rinuncia radicale ai desideri e ai piaceri mondani, fino a giungere alla "noluntas", la negazione della volontà di vivere.
Schopenhauer attribuisce alla natura un carattere non finalizzato: non esiste un disegno o uno scopo superiore, ma solo la manifestazione della volontà cieca e impersonale. Anche l'amore e l'istinto sessuale sono visti come inganni della natura, strumenti per la conservazione della specie piuttosto che per la felicità individuale.
Ed ora affrontiamo alcune considerazioni che ho estrapolato da questo ottimo video: 9 Riflessioni Di Schopenhauer Sulla Nostra Misera Vita!
- 1. Liberarsi dal peso del giudizio altrui
- Spesso si fanno delle cose o dei servizi non perché lo si desidera veramente, ma per compiacimento altrui e questo si allaccia alla dipendenza dall'approvazione degli altri («Se tu mi giudichi bene io sono felice e il mio compito è fare in modo che tu abbia un buon giudizio di me!»). Questa catena di dipendenze la si costruisce fin dalla prima infanzia, per cui se il bimbo fa il "bravo", tutti lo giudicheranno bene e il percepito del suo valore sarà dipendente dal giudizio altrui.
Il continuo bisogno di approvazione genera ansia (paura anticipatoria, surrenali e cortisolo), insicurezza e spesso una sensazione di vuoto, vuoto che può avviare il percepito di inadeguatezza e l'attivazione dei tessuti del mesoderma.
Occorre anzitutto riconoscere i propri bisogni, indipendentemente dal fatto che possano essere in contrasto con quelli altrui. Per chi dipende dal giudizio altrui è difficile proprio perché si giudicano le proprie necessità come minori rispetto a quelle altrui. Si ha paura che portare avanti le proprie necessità ed i propri voleri, possa portare alla perdita dell'amore, che di fatto non è amore. Per poter estinguere il giudizio è necessario smettere di giudicare, soprattutto se' stessi; per questo, anche il distacco dalla socialità mediatica andrebbe perseguito con scrupolo e impegno, per vivere secondo il proprio sentire; - 2. Accettare la sofferenza
- Si tratta di una parte inevitabile dell'esperienza umana. Evitare di ignorare o di spegnere il dolore (se questo non rende impossibile una vita vivibile, s'intende), ma a comprenderlo e accettarlo come una realtà inevitabile. Se ci si concede il tempo di osservare il proprio dolore, si potrebbe scoprire che esso è un'opportunità di crescita e maturazione interiore. Anziché fuggire dal dolore o cercare di eliminarlo a tutti i costi, sarebbe opportuno guardarlo in faccia accettandolo per ciò che è: un segnale naturale dell'esistenza che, affrontato con coraggio e lucidità, può trasformarsi in uno strumento di #consapevolezza. Dopotutto, quando si prova dolore, questo ci costringe a concentrarci su noi stessi, su quel dolore ed è questo il suo scopo.
Porsi due semplici domande: "Cosa mi costringe a fare?", "Cosa mi impedisce di fare?", può permettere di scoprire le ragioni VERE di tale dolore, quelle esistenziali, quelle relazionali e via dicendo.
Il dolore e la sofferenza posso insegnare #umiltà e #compassione (soprattutto verso se' stessi), due qualità che possono migliorare proprio il rapporto con se' stessi ma anche con gli altri, permettendo relazioni più profonde e autentiche; - 3. Percepire la realtà
- Ciò che si vede, che si ode, che si tocca non è mai la realtà oggettiva, ma il frutto della costruzione personale basata su desideri, sensazioni e intellettualità, a loro volta modellati su costrutti educativi, ammaestrativi, sociali, relazionali, transgenerazionali, ecc.. La persona percepisce il mondo attraverso il proprio filtro fatto di esperienze, emozioni e credenze. Ciò che appare reale o impattante a una persona, può essere completamente diverso per un'altra; comprendere ciò e verificare che ogni visione è parziale e soggettiva, aiuta a non prendere tutto troppo sul personale e a guardare le situazioni da più prospettive.
Riconoscere i propri filtri è il primo passo per capire meglio se' stessi, la o le ragioni delle proprie attivazioni biologiche e, conseguentemente, prendere decisioni più concrete e adottare stili di guarigione più radicali, stabili, personali e consapevoli.
È fondamentale comprendere le differenze tra capire e comprendere, facendo un esempio riguardante le 5LB:- Capire una legge biologica significa conoscere la teoria, i concetti e le cause.
- Comprendere una legge biologica significa integrarla nella propria esperienza personale, riconoscere come si manifesta nel proprio corpo e nelle emozioni, e quindi poter attivare un processo di guarigione e armonia bio-emotiva.
- 4. Il ruolo dei desideri
La volontà di vivere (di più amore o di riconquistare l'amore perduto) spinge costantemente a desiderare qualcosa di nuovo, creando un ciclo infinito di insoddisfazione. Si desidera un obiettivo, lo si raggiunge e subito nasce un nuovo #bisogno. È come correre su una ruota che non si ferma mai, costringendoci ad un eterno movimento che non genera vera pace.
La felicità non è altro che un'illusione temporanea, un momento di tregua fra un desiderio e il prossimo. Riflettere su questo meccanismo e verificarlo su se' stessi, può aiutare a valutare - con intelletto e cuore - se ciò che si desidera è davvero indispensabile o se è solo un modo per riempire un vuoto emotivo e/o affettivo.
Questo punto ha forti legami con il primo; «Se ottengo questo sarò giudicato valido, idoneo, amabile!», ma tutto continua a rimanere dipendente dal giudizio altrui che finisce per determinare uno sterile, pernicioso, svalutante giudizio di se';- 5. Praticare il piacere
- Schopehhauer si concentra sull'importanza dei piaceri semplici. L'attuale società celebra ambizione, successo e grandi traguardi, facendo dimenticare che la vera serenità spesso si trova nelle piccole cose. Un libro appassionante, una passeggiata nella natura, una melodia da brividi, il gusto del preparare il proprio cibo, sono tutti piaceri che riportano alla pace interiore ed esteriore, che non richiedono sacrifici immensi né grandi risorse.
Imparare a godere di ciò che già si possiede, di ciò che è semplice, delle stimolazioni sensoriali, aiuta a sfuggire dalla spirale del desiderio incessante e a riscoprire la bellezza del momento presente. Dimenticarsi del proprio piacere è dimenticarsi di esistere e di vivere; - 6. La Salute
- Il benessere fisico e mentale sono fondamentali per vivere una vita serena. Promuovere la salute dentro se' stessi e fuori da se' è più importante della ricchezza o della fama.
Il corpo vive di presente ed ha buona memoria, ma il tentare di vivere nella prospettiva di un futuro migliore, perdendo di vista l'attuale salute, oltre che inutile, determina il non accorgersi di quei segnali sensati che il corpo esprime proprio per riportare la persona al proprio presente. Dedicare del tempo alla propria salute è il presupposto per vivere serenamente quel periodo della vita dove di tempo non ce n'è più molto; - 7. Ragione e istinto
- Secondo Schopenhauer la volontà irrazionale e istintiva guida molte delle azioni quotidiane, mentre l'intelletto cerca di dare loro una giustificazione razionale.
Questa è, per me, una rivelazione e una conferma alla fondatezza delle 5LB. Quando si avvia, un processo SBS è la risposta biologica ad una necessità biologica che prescinde dal volere intelletuale. Tuttavia quest'ultimo corre subito a giustificare/arzigogolare razionalmente quanto è in corso. È per questo che non si capisce cosa ha avviato il programma SBS. Nel costrutto del volere razionale può non essere compresa la ragione dell'avvio dell'SBS.
Questa separazione - tra istinto e ragione - può spiegare perché a volte si compiono scelte che non sembrano del tutto bio-logiche. Riconoscere questa dinamica aiuta a non giudicarsi troppo duramente e a capire che non tutto è sotto il controllo della ragione. È un invito a vivere con maggiore consapevolezza e accettazione dei propri limiti.
Vedi questo articolo. - 8. Distacco dai desideri
- Profondamente legato alla filosofia buddista, questo esercizio del distaccarsi dai desideri, unita all'accettazione della sofferenza, offre strumenti pratici per affrontare la vita con equilibrio.
Il desiderio non è solo riguardante materie e cose, ma anche il desiderare essere accettati, di essere amati, di ben figurare, di avere la felicità e via dicendo. Il messaggio che Schopenhauer trova estremamente significativo è: il dolore e i desideri non devono dominare l'esistenza, ma possono essere osservati con distacco senza lasciarsi sopraffare. Questo approccio porta una serenità interiore che nasce dalla comprensione più che dalla lotta.
Non è facile smettere di desiderare o accettare la sofferenza e nel caso di dolore fisico, occorre fare valutazioni su intensità e qualità e se necessario occorre supporto medico (colica renale, infarto, peritonite, ecc.). Il dolore morale, psicologico, emotivo e affettivo non hanno caratteristiche di urgenza che inducano a recarsi in PS e permettono di essere affrontati e gestiti senza troppa ansia. Porsi la domanda: "Cosa mi sta dicendo questa sofferenza?"
Rinunciare ai desideri non significa lasciarsi vivere, ma non dipendere da essi. Accontentarsi, valutare ciò che è veramente necessario, significa essere liberi non solo dalle cose, ma anche dal giudizio, dai conformismi, dalle leggi di una società malata, liberi di scoprire ciò che c'è dietro il desiderare e poterlo sanare. Non si raggiunge serenità e pace comprando qualcosa, o rubandola. - 9. La vita come opera d'arte
- Vivere non significa semplicemente esistere, ma creare qualcosa di unico e significativo proprio come fa un artista con la sua opera.
A seguito di un SBS quale pennellata puoi stendere sulla enorme tela della tua vita? Leggera e luminosa, o scura e intensa, contribuisce a costruire quel quadro che ha senso nella sua interezza. Non si possono cancellare dolore o momenti difficili, tuttavia si può imparare a integrarli nella propria esperienza.
Qualcosa che si rompe, una relazione che finisce, un progetto che fallisce o qualsiasi altra cosa dalle tonalità scure e dolenti, andrebbero viste come nuove prospettive, dopo averne celebrato il lutto. È importante vivere il lutto e celebrare il funerale di ciò che è stato perso. Serve a creare quel vuoto che è il presupposto per riempirlo con qualcosa di nuovo ed entusiasmante. Invito tutti a dipingere un quadro con un colore blu scuro e per ogni gioia vissuta disegnare un puntino bianco grande tanto quanto grande si è percepita quella gioia; per ogni dolore fare la stessa cosa con il colore nero. Anche dovessero esserci solo pochi punti piccolissimi, non sarà mai un quadro buio e noterete solo i punti luminosi.
Come in un'opera d'arte ciò che conta non è la perfezione di ogni singolo dettaglio, ma l'armonia del tutto.
Nell'immagine ho inserito circa il doppio di punti neri rispetto a quelli bianchi. Ragionateci!
Conclusioni
Il pensiero di Schopenhauer deriva dal contesto temporale e dal modo con cui è stato cresciuto, con una madre distante e poco empatica e con un padre venuto a mancare troppo presto. Proprio queste esperienze e la sua intelletualità elevata lo hanno portato a maturare il suo pessimismo.
Questo ci permette di capire, ancora una volta, che il vissuto di una persona la determina e determina quindi la sua biologia, non potendosi separare il vissuto dal corpo. Proprio sull'inscindibilità di corpo/vissuto si fondano le 5LB e Schopenhauer l'aveva capito bene. Aveva anche capito che la razionalità non bastava a comprendere la persona e la sua vita, ma occorreva rivolgere uno sguardo accogliente verso quell'istintività che, in definitiva, governa di fatto.
Se la specie umana fosse governata dalla sola razionalità, dai soli desideri e dalla sola volontà, si sarebbe estinta da molto tempo.
Purtroppo si sta avverando proprio questo.
- La consapevolezza è un concetto centrale, psicologico e filosofico, che indica la capacità di essere a conoscenza di ciò che si percepisce, dei propri pensieri, emozioni, sensazioni e delle proprie risposte comportamentali. È un processo cognitivo che permette di riconoscere e comprendere sia ciò che accade dentro di noi, sia ciò che avviene nell'ambiente esterno;
- L'umiltà è la qualità di una persona modesta, priva di superbia, che non si ritiene migliore o più importante degli altri. Deriva dal latino "humilis", che significa anche "basso" o "dalla terra" ed è intesa come la consapevolezza e l'accettazione dei propri limiti senza eccessivo orgoglio o ambizione;
- La compassione è un sentimento complesso che si manifesta come profonda consapevolezza della sofferenza altrui, accompagnata da un autentico desiderio di alleviarla . Deriva dal latino "cum-patire" o "cum patior", che significa "soffrire con", sottolineando la condivisione del dolore e la capacità di sentire con l'altro. Sebbene spesso confusa con l'empatia, la compassione ne rappresenta un livello superiore. L'empatia è la capacità di percepire e comprendere i sentimenti, i pensieri e le azioni altrui . La compassione, invece, va oltre la mera comprensione, aggiungendo l'intenzione e l'azione di intervenire per ridurre la sofferenza percepita;
- Il bisogno è la percezione della mancanza totale o parziale di qualcosa percepito come fondamentale per il benessere e la sopravvivenza della persona. Rappresenta uno stato di tensione dovuto all'assenza di un elemento necessario o desiderato, che spinge l'individuo a cercare di soddisfarlo.
Le caratteristiche principali del bisogno sono:
- Illimitatezza: i bisogni possono aumentare con il progresso tecnologico e sociale.
- Soggettività: non tutti avvertono gli stessi bisogni allo stesso modo.
- Saziabilità: il bisogno diminuisce o scompare quando viene soddisfatto.
- Risorgenza: il bisogno può ripresentarsi periodicamente.
- Variabilità: i bisogni cambiano in base al contesto e alle circostanze