Attivazioni Biologiche

Ascolto e Prontuario

× I contenuti della presente pagina non possono sostituire la consultazione del proprio medico curante in caso di disturbi.
L'autore declina ogni forma di responsabilità relativa ad un uso improprio dei contenuti di questa pagina.

Tratto da: FLORES DE BACH / Rosana Ferre Blanquer
Traduzione e adattamento di Giorgio Beltrammi

Ascolto Attivo

Nell'Ascolto Attivo il terapeuta ascolta attentamente il consultante e va intercalando domande ogni volta che ciò che la persona dice non è sufficientemente esplicito o in quelle occasioni nelle quali sospetta che il consultante stia alterando le sue azioni o i modi di sentire e pensare.

Nell'Ascolto Attivo, il terapeuta mai da consigli al consultante su cosa fare o non fare nelle decisioni importanti della sua vita, il terapeuta accompagna il consultante, non lo dirige. È molto importante che il proprio consultante sia cosciente di questo.
Deve essere cosciente del fatto che è lui il responsabile ultimo delle sue decisioni e anche l'esito delle sue azioni è suo. Chi deve apprendere dall'esperienza che pone la vita è lui stesso. Il consultante parla, il terapeuta ascolta, chiede, ma sarà il consultante che prende le decisioni, che attua cambiamenti nelle sue emozioni, che trova il proprio punto di equilibrio.

Nell'Ascolto Attivo il terapeuta mai giudica. Possiamo essere o non essere d'accordo con il modo di pensare e sentire del consultante, ma ciò sarà irrilevante; noi dobbiamo solo fare in modo che il consultante si senta bene con se' stesso, non con noi, ne' con nessuna altra persona. Il consultante deve sentirsi bene con egli stesso, in base alle sue credenze, la sua fede, la sua religione o le sue preferenze politiche. Dobbiamo seguire una massima: "Massimo rispetto all'apprendimento del consultante".

In queste sedute, mediante l'ascolto dei sentimenti del consultante, andremo a identificare quale disequilibrio emozionale lo sta colpendo e gli prepareremo quindi l'elisir corrispondente. In alcuni casi può essere difficile dare il rimedio adeguato perché il consultante non è in grado di dire ciò che sente, in quei casi si può iniziare la seduta offrendo gli "svelatori". Sono elisir floreali che sono indicai in quei casi in cui il consultante è emotivamente molto bloccato.
Gli svelatori sono il Cherry Plum per le emozioni molto nascoste nel subcosciente e il consultante sa di stare male ma non è in grado di dire perché. L'altro grande svelatore è Holly per quei consultanti che hanno represso e occultato sempre tanto le proprie emozioni, tanto da non essere in grado di esternarle quando servirebbe.

Le sessioni saranno evolutive, accompagneremo il consultante nei suoi cambiamenti e mentre gli stati emozionali vanno cambiando, andremo aggiustando il trattamento floreale. ma sempre ricordare: rispetto massimo al processo emozionale del consultante. Dobbiamo tener presente sempre che quando una persona si sente male, soprattutto emozionalmente, è estremamente vulnerabile e influenzabile. In quei momenti chiederà consiglio, linee di comportamento, risposte, ma non gliele possiamo dare, le deve incontrare da se'. Quando siamo emozionalmente deboli cerchiamo "papá", "mamma" o "maestri" che ci guidino, ma l'apprendimento emozionale è nostro, individuale per ogni essere umano, dobbiamo essere noi stessi i nostri consiglieri.

Test

In alcuni casi può essere interessante ricorrere a test floreali (vedi questa pagina). I test sono domande dirette a trovare il fiore indicabile in quel momento.
Possono essere uno strumento nella consultazione, ma è importante che il consultante si esprima, e non dobbiamo limitarci semplicemente a fornirgli il test e prescrivere in modo meccanico.
Le emozioni necessitano il loro tempo per essere espresse, non sono una risposta facile a una domanda secca. Il test si può usare come scusa per iniziare a parlare o come complemento, mai come unico mezzo per la diagnosi.
L'altra difficoltà dei test è il modo di domandare; ci sono stati emotivi in cui il consultante non si riconosce, ad esempio, ad un Heather che è una persona che necessita imperiosamente dell'attenzione e delle carinerie degli altri, ma che può risultare pesante nella sua domanda di attenzione, non gli si può chiedere: "Ti rendi pesante agli altri nel chiedere attenzione?", evidentemente risponderà no. Dovremo formulare la domanda dal suo punto di vista "Senti che gli altri sono freddi, poco carini e che non ti ascoltano?", e in questo caso l'Heather risponderà si. Il test si usa come aiuto, mai come forma unica di diagnosi, perché porta facilmente a errore.

Prontuario indicativo

In questo capitolo voglio offrire una visione delle malattie come riflesso di uno stato emozionale che possiamo trattare mediante gli elisir floreali.
Evidentemente, la somatizzazione delle emozioni in malattie fisiche, non è una scienza rigorosa, ma al contrario, ricordiamo che stiamo parlando di persone, di individui con i propri canoni di condotta ed i propri schemi emotivi.
Per questo motivo, l'applicazione del trattamento con fiori di Bach sarà sempre individuale per ogni consultante, e la determinazione di quale elisir sono necessari in ogni caso deve dipendere sempre da ogni consultante. La cosa più importante per la diagnosi sarà, pertanto, la conversazione aperta tra terapeuta e consultanti.
Al della di scoprire che cosa è occultato dietro la malattia fisica, dobbiamo domandarci che beneficio sta apportando la malattia alla persona: tempo di riposo, una opportunità per isolarsi, una scusa per non confrontarsi con qualcosa o qualcuno, un motivo per curarsi, un percepito da "vittima" che protegga dal senso di colpa, tempo per ripensare a qualcosa, un desiderio interno di morire, ecc. ecc.


Giorgio Beltrammi
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Non è facile scoprire esattamente il motivo emozionale occulto in ogni patologia, primo perché è necessario guadagnarsi la totale e assoluta fiducia del consultante, poi ciò che ci confessa appartiene ai segreti più profondi della persona, e secondo, perché la maggior parte delle volte, i consultanti non sono consci di ciò che è occultato dalla malattia, si dovrà fare in modo che si capacitino di ciò portandoli in una investigazione sulla parte più profonda del loro inconscio. Non ostante ciò, è certo che ogni patologia fisica implica una serie di sintomi che possono offrire degli spunti per conoscere ciò che avviene interiormente al consultante.
L'obiettivo di questo capitolo è quello di comprendere il significato emozionale o i possibili significati emozionali di ogni patologia fisica, con la consapevolezza che si sta parlando in termini generali e che in terapia emozionale non esistono regole che si applichino a tutte le persone. Pertanto non si devono prendere le relazioni che verranno illustrate come verità assolute, ma come basi per iniziare a indagare.

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